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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Castelluccio dei Sauri

Le mani della mafia foggiana sull'ippica, fantini sotto minaccia e gare pilotate: "Se arrivi al traguardo non torni a casa"

Tra le 14 condotte estorsive contestate nell'ambito dell'operazione 'Decimabis', anche quelle in danno di fantini. L'obiettivo: recuperare scommesse perse o pilotare le gare

La Società Foggiana inquina e distorce anche il mondo delle gare ippiche, spadroneggiando a Castelluccio dei Sauri. Due i casi contestati: nel primo, a fronte di una scommessa persa su una corsa di cavalli, viene estorta ad un fantino una somma di denaro a compensazione; nel secondo, altri due colleghi vengono minacciati nel tentativo di pilotare una gara.

E’ quanto emerge nelle 232 pagine dell’ordinanza dell’operazione ‘Decimabis’, che all’alba di oggi ha portato all’arresto di 40 persone, appartenenti o vicine alle tre batterie della Società Foggiana.

Le imputazioni 7 e 8 del documento-monstre riguardano il settore ippico, tra le 14 condotte estorsive contestate.

In particolare, si legge nel documento, Francesco Tizzano avrebbe “costretto, mediante minacce di morte, un fantino foggiano a versargli una tangente di 2mi,a euro (corrispondente ad una perdita derivante da una originario investimento di 5mila euro per pilotare una gara ippica, per il quale era stato possibile un recupero parziale di 3mila)”.

Io ti sfascio le corna a te e questo Massimino”, la minaccia. “Vengo a Foggia e  vi vengo ad acchiappare. Abbiamo preso tremila euro, abbiamo perso duemila euro sopra i cinque! I soldi li ho fatti cacciare a loro, ho detto i soldi li cacci tu, fantino. I soldi me li dai tu e quel figlio bastardo e cornuto”. E ancora: “Ho detto ti devo uccidere, mi devi portare i soldi. E adesso dalla prossima volta tu fai quello che dico io... tanto adesso l'ho capito il sistema”.

Ancora, sempre a Castelluccio dei Sauri, viene registrata la tentata estorsione in danno di altri due fantini. Il reato viene contestato nuovamente a Tizzano, questa volta insieme a Francesco Pesante, Emilio Ivan D’Amato e Marco Gelormini. I quattro avrebbero, in concorso tra loro, “posto in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere, mediante minaccia, due fantini che si apprestavano a gareggiare presso l'Ippodromo di Castelluccio dei Sauri la corsa del ‘Premio Gubbio’, a non arrivare nelle prime tre posizioni della gara, così procurandosi un ingiusto profitto (consistito nell'illecita percezione dei premi relativi alle giocate effettuate) con relativo danno per le persone offese, non riuscendo nell'intento per cause indipendenti dalla loro volontà, segnatamente per la mancata accondiscendenza delle vittime, che denunciavano il fatto all'autorità”.

La minaccia, si legge nel documento, è consistita “nell'avere rappresentato alle vittime immediate ritorsioni violente qualora non si fossero assoggettate a quanto da loro imposto”.

La testimonianza di una delle vittime: “Mi hanno minacciato dicendomi che se io arrivavo al traguardo, loro non mi avrebbero fatto arrivare a casa. Alle mie rimostranze ed ai miei tentativi di fargli capire che io non potevo sottostare alle loro minacce, i due reagivano iniziandomi a strattonare e mostrandosi aggressivi, alzando la voce mi reiteravano le minacce”.

A muso duro, l’intimidazione al suo collega: “Non devi arrivare in una delle prime tre posizioni perché qua è casa nostra".

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