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Cronaca San Nicandro Garganico

200 euro al mese in cambio di un servizio mai svolto: vittima imprenditore, fermati fugini

Russo Matteo è accusato di aver costretto il titolare di un'azienda di San Nicandro a corrispondergli ogni due mesi la somma di 200 euro, in cambio di un servizio di guardiania, in realtà mai svolto. Fermato anche il cugino Sebastiano

I Carabinieri della Compagnia di San Severo hanno eseguito due misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di Matteo e Sebastiano Russo, 37enne e 36 enne di San Nicandro Garganico.

Il principale indagato, Russo Matteo, è gravemente indiziato di aver costretto il titolare di un’azienda di San Nicandro Garganico a corrispondergli con cadenza bimestrale la somma di 200 euro in cambio di un servizio di guardiania, in realtà mai svolto, prospettandogli, in caso di diniego, furti e danneggiamenti ai locali della stessa.

Emergono gravi indizi di colpevolezza a suo carico anche per un altro tentativo di estorsione: Russo Matteo, al fine di convincere i titolari di una ditta a versargli 200 euro mensili, appiccava il fuoco ad un gommone ed al caterpillar di loro proprietà. L’intento estorsivo, in questo caso, non riusciva per la determinazione delle persone offese a non sottostare alle richieste. Il 37enne di San Nicandro è indagato infine, in concorso con suo cugino Russo Sebastiano, del furto di un camioncino al fine di simulare con il proprietario un falso interessamento per il ritrovamento e costringerlo a ricompensarli per l’impegno profuso.

I provvedimenti restrittivi sono l’esito dell’indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di San Nicandro Garganico avviata la sera del 9 ottobre 2012 quando intervenivano presso la proprietà di un’azienda, dove era stato segnalato un incendio che aveva coinvolto un mezzo di movimento terra ed un gommone. Sul posto giungevano anche i Vigili del Fuoco che domavano le fiamme e ne accertavano la natura dolosa, presumibilmente appiccate utilizzando liquido infiammabile.

Le operazioni tecniche di intercettazione condotte dai Carabinieri subito dopo il fatto indirizzavano le investigazioni verso RUSSO Matteo che, secondo quanto appreso, esercitava il servizio di guardiania, attività ereditata dal padre, proprio nella zona dove si era verificato l’incendio e dove hanno sede diverse altre imprese commerciali. Ulteriori ed importanti indizi a carico di quest’ultimo venivano poi da preziose testimonianze da cui emergeva, in realtà, che l’uomo era solito formulare continue richieste di denaro per la guardiania nella zona, attività che però non svolgeva affatto.

Nel caso dell’estorsione accertata dall’attività d’indagine, infatti, l’imprenditore corrispondeva al RUSSO per il servizio di guardiania, in realtà mai effettuato, la somma di 200 euro ogni due mesi circa, che continuava a pagare anche dopo aver subito piccoli furti in azienda, nel timore di conseguenze più gravi, consapevole che il mancato pagamento avrebbe esposto la sua azienda al rischio di subire danneggiamenti analoghi all’incendio che aveva interessato la ditta distante solo qualche centinaio di metri.

Dalle operazioni tecniche di intercettazione emergeva, infine, la responsabilità di RUSSO Matteo nel furto di un furgone Fiat Daily con la complicità del cugino RUSSO Sebastiano, che metteva a disposizione il terreno al cui interno celare il veicolo. I due tentavano poi di estorcere denaro al proprietario del mezzo fingendo di essersi interessati al ritrovamento, invitandolo anche a denunciare il rinvenimento casuale, non riuscendo nell’intento per la mancanza di disponibilità finanziaria in cui versava la persona offesa.

Matteo è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre Sebastiano all’obbligo di dimora.  

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