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Cronaca Peschici

Dirigenti comunali arrestati, un vicesindaco-avvocato tra gli indagati. Il gip: "Gravi indizi di colpevolezza"

L'operazione è stata messa a segno questa mattina a Peschici. Eseguite 8 misure cautelari personali (2 arresti ai domiciliari e 6 interdizioni) nei confronti di pubblici amministratori e incaricati di pubblico servizio dell'ente Comunale, nonché di imprenditori e professionisti. I nomi

Terremoto al Comune di Peschici, dove gli uomini della guardia di finanza hanno eseguito otto misure cautelari personali (due arresti ai domiciliari e sei interdizioni) nei confronti di pubblici amministratori e incaricati di pubblico servizio dell'ente comunale, nonché di imprenditori e professionisti.

Il gip del Tribunale di Foggia ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei dirigenti comunali Massimo D’Adduzio e Giuseppe Mastromatteo. Sul loro conto - si legge nelle carte dell'inchiesta - "è emersa una chiara e “spregiudicata” distorsione delle funzioni pubbliche, a vantaggo di soggetti privati, anche mediante la predisposizione di atti falsi”. 

Gli altri indagati sono Luigi Forte, Domenico Salvatore Mastromatteo, Leonardo Lagrande, Michele Domenico Martino, Raffaele Sciscio e Maria Pia De Nittis. Per Luigi Forte - dirigente comunale e segretario cittadino della Lega - è scattata la misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio ex art. 289 c.c.p. per 12 mesi. Per gli imprenditori Domenico Salvatore Mastromatteo e Leonardo Lagrande, la misura cautelare del divieto di contrattare con la P.A. per 12 mesi. Per Michele Domenico Martino, istruttore tecnico comunale, la misura cautelare della sospensione dell’esercizio del pubblico ufficio o servizio per 12 mesi. Per gli avvocati Raffaele Sciscio - vicesindaco di Vico del Gargano in quota Lega - e Maria Pia De Nittis, la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare la professione di avvocato per 12 mesi.

Per il giudice per le indagini preliminari "...hanno dimostrato la facilità nella predisposizione di atti falsi, via via idonei a perseguire gli interessi privati avuti di mira, frustando quelli pubblici”. Ergo, si legge, “in buona sostanza si ravvisa una evidente violazione di norme giudiriche e dei principi della trasparenza pubblica a beneficio dei singoli privati e in danno della “cosa pubblica”.

Il provvedimento cautelare è giunto a conclusione di indagini di polizia giudiziaria che hanno permesso di raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” in ordine alla commissione di vari reati contro la Pubblica Amministrazione e la fede pubblica da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, imprenditori e professionisti con riguardo al rilascio di concessioni demaniali marittime attraverso la formazione di atti ideologicamente falsi e alla alterazione del regolare funzionamento della procedura di affidamento ed esecuzione di lavori di “riqualificazione urbana”, del valore di circa 100mila euro, attraverso sia la produzione di documentazione falsa in sede di gara, sia l’omissione, da parte del R.U.P., delle dovute verifiche in sede di affidamento di gara e in corso d’opera circa l’effettiva esecuzione delle opere appaltate; al conferimento di incarichi professionali per circa 130mila euro sulla base di false attestazioni e dichiarazioni e in conflitto con gli interessi dell’ente locale”.

È stata pertanto avanzata dalla Procura della Repubblica – su proposta degli investigatori – una richiesta di misure cautelari personali nei confronti degli indagati che il gip ha accolto ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari. 

Aggiornato alle 19.50

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