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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Sette arresti, smantellata organizzazione criminale cerignolana: stroncato il business della vendita di pezzi di mezzi rubati

Sette persone sono state arrestate tra Cerignola, Zapponeta e Trani. Recuperate ben 168 parti meccaniche di veicoli riconducibili a circa 70 veicoli pesanti proventi di furto, recuperandone 9 integri

Smantellata un’organizzazione criminale specializzata nella ricettazione e riciclaggio, sul territorio nazionale ed internazionale, di parti meccaniche di mezzi pesanti provento di furto. Sette persone sono finite nella rete dei carabinieri, che all’alba di oggi hanno messo a segno l’operazione San Cristoforo, dal nome del santo protettore degli autotrasportatori. Gli arresti sono stati eseguiti a Cerignola, Zapponeta e Andria; quattro di essi sono finiti in carcere, gli altri tre hanno ottenuto gli arresti domiciliari.

In azione, i carabinieri della Compagnia di Cerignola, con l’ausilio dei ‘Cacciatori Puglia’, del personale del nucleo elicotteri di Bari, nonché personale del Comando provinciale di Foggia. L’attività di indagine è durata circa 6 mesi, a partire da giugno 2020. Il tutto è iniziato da un controllo eseguito dai militari di Cerignola presso la sede di un’autodemolizione presente sul territorio ofantino.

All’interno della stessa, infatti, erano stati trovati soggetti intenti a movimentare veicoli commerciali e parti di essi che dopo specifici accertamenti sono risultati provento di furti. Da quel momento sono subentrati gli investigatori della sezione operativa che, in accordo con la Procura di Foggia, hanno avviato specifiche attività tecniche di monitoraggio consistenti in videoriprese dei siti in uso agli indagati e intercettazioni, cui seguiva sempre attività di perquisizione. Quest’ultime si sono concluse quasi sempre con il rinvenimento di pezzi meccanici di furgoni o trattori o altre tipologie di mezzi pesanti.

L’indagine così strutturata e diretta dalla Procura di Foggia, ha fatto emergere l’esistenza di un’associazione finalizzata alla ricettazione e riciclaggio di autoveicoli pesanti, strutturata verticisticamente. All’interno dell’associazione criminale due soggetti avevano poteri di gestione, organizzativi e decisionali, mentre gli altri si occupavano dello smontaggio e sezionamento dei veicoli provento di attività illecita.

Uno degli in indagati, tra l’altro, era addetto alle vendite con il compito di procacciare potenziali acquirenti. La forza dell’associazione era proprio nel commercio di tali pezzi di ricambio. Le indagini hanno permesso di riscontrare lo smercio di pezzi destinati non solo al mercato nazionale, ma anche quello estero, in particolare molti destinati in Polonia.

Nel corso delle attività sono state recuperate ben 168 parti meccaniche di veicoli riconducibili a circa 70 veicoli pesanti proventi di furto, recuperandone 9 integri. Tra i vari soggetti coinvolti nell’associazione c’era anche chi aveva il compito di fornire supporto logistico mettendo a disposizione la propria autorimessa come deposito dei mezzi provento di furto.

Date le circostanze e le prove raccolte, l’autorità giudiziaria ha disposto misure cautelari e reali con il sequestro preventivo di un’autorimessa che è stata impiegata in via esclusiva dall’organizzazione come deposito dei mezzi provento di furto e delle parti meccaniche.

È stato altresì disposto il sequestro di beni e utilità di proprietà degli indagati, per un importo complessivamente pari al profitto stimato dell’attività illecita pari a circa 319.500 euro. Tra i destinatari delle misure cautelari, c’è anche una vecchia conoscenza dell’Arma: si tratta di un soggetto che il 16 settembre 1996, a seguito di una rapina, durante un conflitto a fuoco con i carabinieri di Pescara, ferì mortalmente il maresciallo capo Marino Di Resta, in servizio presso il Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Pescara.

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