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Cronaca Cerignola / Via Ofantina

Grazie a 'Mercurio' la polizia intercetta auto rubata, la segue e si ritrova in un 'cimitero' di mezzi 'cannibalizzati': tre arresti

Scoperta ennesima centrale per il riciclaggio di auto rubate: arrestate tre persone, tra cui due operai sorpresi nell'atto di 'tagliare' un mezzo appena rubato. Denunciati il titolare della rimessa e la moglie di uno dei coinvolti

Polizia segue una macchina rubata e si ritrova in un 'cimitero' auto cannibalizzate. E' successo lo scorso 13 settembre, a Cerignola - 'capitale' per questo tipo di reato - dove gli agenti dellaSquadra Mobile, del Commissariato e del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale”, nell’ambito di mirati controlli volti al contrasto dei reati contro in patrimonio e, in specie, i furti di autovetture, hanno arrestato per il reato di riciclaggio due persone del posto, rispettivamente di 58 e 30 anni, entrambe con precedenti specifici, ed un soggetto bulgaro, di 41 anni, incensurato.

Più in particolare, gli investigatori - avvalendosi del sistema Mercurio, in dotazione agli operatori di controllo del territorio del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale” che, come noto, offre una risposta in tempo reale alle interrogazioni in banca dati -  notavano un noto pregiudicato per reati contro il patrimonio a bordo di una Fiat 500 L che, dai sistemi citati, risultava denunciata per sottrazione a Troia ad inizio mese.

L’esperienza investigativa ha portato subito gli operanti a sospettare che il soggetto a bordo dell’auto rubata stesse cercando di “piazzarla” sul mercato illecito. Tale intuizione si rilevava più che fondata in quanto, dal successivo servizio di osservazione e pedinamento, si appurava che la 500 L faceva ingresso in una autorimessa sulla Via Ofantina di Cerignola, seguita, a breve distanza, da un Volkswagen Polo guidata da una donna. Valutata l’opportunità di effettuare un controllo nell’autorimessa e predisposto il dispositivo di rinforzo in funzione di chiusura delle vie di fuga, gli operatori facevano ingresso nell’area.

La scena che nell’immediato si presentava alla vista degli investigatori confermava tutti i sospetti: tutti i presenti, infatti, alla voce “polizia”, si davano celermente alla fuga, tra cui, in particolare, i due operai che erano già intenti nell’operazione di “taglio” della Fiat 500 L, ma venivano tutti prontamente bloccati. L’attività di ispezione dell’autovettura, nonché la perquisizione dell’intera area davano contezza di una vera e propria centrale di riciclaggio.

Da un lato, l’autovettura si presentava già con il pannello e la targa posteriori rimossi - atti tipicamente prodromici all’intento di occultamento della provenienza illecita del bene - dall’altro lato, disseminati per l’intera area venivano rinvenuti 12 pezzi tra centraline, cambi e propulsori, alcuni con la matricola dolosamente abrasa. Alla luce del quadro probatorio emerso il pregiudicato che aveva portato la 500 L all’autorimessa ed i due operai che erano stati colti nella flagranza degli atti volti a “ripulire” il provento di furto venivano tratti in arresto per il reato di riciclaggio.

Tutti i pezzi “scottanti” , invece, venivano attribuiti al titolare dell’autorimessa che veniva deferito all’Autorità giudiziaria in stato di libertà per i reati di ricettazione e riciclaggio. Un’altra segnalazione all’Autorità Giudiziaria veniva fatta per la donna, poi rivelatasi la compagna del pregiudicato a bordo della 500 L, che aveva seguito l’auto rubata per poi offrire un mezzo “pulito” con cui lasciare il deposito insieme al compagno. 

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