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Cronaca Manfredonia

Rubavano auto e minacciavano proprietari: "Se vuoi la macchina paga". Tre arresti

Le indagini di polizia e carabinieri tra Manfredonia e Macchia nell'ambito dell'operazione 'Cavallo di Ritorno'. Gli indagati preferivano piccole auto e colpivano gli anziani, poi avviavano la trattativa per la restituzione del mezzo

Alle prime luci dell’alba, è stata portata a termine un’operazione congiunta - commissariato e compagnia carabinieri di Manfredonia - che hanno eseguito tre misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica.

L’operazione, denominata “Cavallo di ritorno”, ha portato all’arresto di tre soggetti pregiudicati originari di Monte Sant’Angelo, ma residenti nei comuni di Manfredonia e Mattinata. Si tratta di Matteo La Torre, detto “Terremoto” di 43 anni, Giuseppe Miucci detto “Caradonna” di 44 e Giuseppe Colafrancesco di anni 46, tutti gravati da precedenti penali per reati contro il patrimonio.

Diversi, invece, i reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare: estorsione, furto, ricettazione e violenza privata. Le indagini sono partite da un articolo del 29 agosto 2013 pubblicato su un giornale locale nel quale che trattava il tema della recrudescenza dei fenomeni di furti di auto con metodo del cavallo di ritorno nei comuni di Manfredonia e Monte Sant’Angelo.

Sulla scorta di questo articolo, i carabinieri di Manfredonia hanno analizzato alcuni dati forniti dalla stazione di Monte Sant’Angelo nel periodo luglio e agosto 2013 circa i furti di auto avvenuti nel territorio del comune garganico. Nel periodo in esame si erano verificati sei furti di auto, cinque dei quali proprio nella località di Macchia; inoltre, tre erano state rinvenute tra le zone del  quartiere Monticchio di Manfredonia e la confinante Macchia.

In più, una delle vittime, riferiva che dopo il furto della propria vettura, era stata avvicinata prima da una persona che gli aveva detto: “Se vuoi la macchina fatti vedere al bar a Monticchio”, ma non piegandosi alla richiesta, aveva ritrovato nella buca delle lettere un biglietto manoscritto dal contenuto minaccioso: “Te - lo - dico per – l’ultima - volta - se - vuoi - la - macchina - vieni – a – Monticchio –da – solo – altrimenti – fuochi   capito”.

Manfredonia, operazione 'Cavallo di Ritorno': le foto degli arrestati

A seguito di tali pressioni e minacce la vittima del furto ha deciso di versare la somma di 1500 euro ad una persona identificata come uno degli arrestati (Giuseppe Miucci). Le indagini dei carabinieri sono state quindi indirizzate verso il soggetto, già gravato da diversi precedenti penali. Nel contempo, gli agenti del commissariato di Manfredonia, avevano iniziato a svolgere i primi accertamenti e le prime indagini sul fenomeno dei furti dei veicoli e dei successivi ritrovamenti “casuali” da parte dei proprietari.

In particolare si stava già indagando sul furto di una vettura, avvenuto sempre nel rione Monticchio, per il quale il proprietario, il giorno successivo, dichiarava di aver rinvenuto il proprio veicolo “fortuitamente”. Grazie all’impianto di videosorveglianza cittadino ubicato nei pressi del luogo dove era avvenuto il furto, gli agenti hanno identificato l'autore, corrispondente a Matteo La Torre.

Considerando le modalità di rinvenimento del veicolo, si ipotizzava che il furto fosse servito allo scopo di poter avanzare una richiesta estorsiva nei confronti del proprietario, e quindi La Torre poteva essere uno dei soggetti coinvolti in tale fenomeno. Ben presto le indagini condotte congiuntamente da carabinieri e polizia, sono convogliate in un unico filone, con una serie di monitoraggi nei confronti dei due uomini.

Nel corso dell’attività di indagine, durata circa due mesi, si è acclarato che i due, insieme a Colafrancesco, si erano resi responsabili di innumerevoli episodi di furti d’auto finalizzati alle successive richieste estorsive, ricettazione ed estorsioni. Si trattava, per lo più, di furti di autovetture di piccola cilindrata, più semplici da rubare. Le vittime, soprattutto anziani, venivano contattate successivamente oppure si rivolgevano loro stesse ai ladri.

A questo punto iniziava la “trattativa” per stabilire la somma per la restituzione dei mezzi, accompagnata da minacce di ritorsioni qualora i malcapitati si fossero rivolti alle forze di polizia. Nel corso dell’attività, sono stati registrati anche episodi di estorsioni nei confronti di proprietari terrieri ai quali La Torre e Miucci, dopo aver danneggiato e saccheggiato loro i casolari di campagna, chiedevano soldi in cambio della loro “protezione”.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, hanno consentito di raccogliere numerosi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. L’impianto accusatorio è stato pianamente condiviso dal G.I.P. che ha emesso i provvedimenti restrittivi nei confronti degli indagati. Dopo le formalità di rito gli stessi sono stati tradotti in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

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