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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca San Severo

Gentile e Kyenge messe alla porta, visita negata al centro accoglienza. Mbaye: “Nulla da nascondere”

Mbaye Ndiaye, il vicepresidente di Casa Sankara, prova a far chiarezza sull’episodio del 23 agosto, quando ad Elena Gentile e Cècile Kyenge è stata negata la visita all’Arena di San Severo, centro d’accoglienza per migranti

Dopo gli episodi registrati presso il centro migranti di via San Marco Evangelista ‘Arena’ di San Severo, gestito di recente dall’associazione Ghetto Out di Casa Sankara, all’indomani della visita conoscitiva sull’accoglienza in Capitanata annunciata e conclusa dalle europarlamentari, Cècile Kyenge ed Elena Gentile, l’organizzazione territoriale dell’Ugl Foggia si dice “preoccupata e sorpresa” in relazione a uno “scenario di integrazione tratteggiato all’interno della cooperativa apparso diverso, se non del tutto mutato, rispetto al progetto di albergo diffuso promosso poco meno di un anno fa dal governo regionale pugliese”.  

Per il segretario provinciale Ugl Gabriele Taranto, “occorre fare immediata chiarezza innanzitutto sotto il profilo informativo, nel caso venga confermata la presenza o meno di circa quaranta ospiti privi di permesso di soggiorno, come denunciato a mezzo stampa da alcuni amministratori comunali locali. Troviamo inaccettabile rassegnarsi al solo dubbio o sospetto che intorno a fondi destinati almeno in via teorica alla gestione dell’integrazione si aggirino potenziali e non ben precisati interessi economici funzionali alla criminalità organizzata locale”.

Il sindacalista prosegue: “Come sindacato riteniamo più che opportuna l’esigenza di spiegazioni manifestata dai rappresentati politico-istituzionali promotori del sopralluogo nei vari centri per immigrati e richiedenti asilo di Capitanata. Non si comprende ancora se l’Arena sia solo un centro per richiedenti asilo, o un centro integrato di accoglienza anche per immigrati economici in possesso di regolare permesso di soggiorno già assunti da imprese agricole del posto. Lo stesso dicasi sul sistema di gestione dei fondi, a quanto ammontino e come vengono spesi. In attesa e con l’auspicio che questi dubbi vengano presto dipanati in qualità di segreteria, intendiamo sollecitare nei prossimi giorni una discussione intorno ai tavoli tematici che si terranno in Prefettura a Foggia, come previsto dal Protocollo d’intesa sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura”.

Non si è fatta attendere la risposta di Mbaye Ndiaye, il vicepresidente di Casa Sankara, il quale, rivolgendosi alle europarlamentari che la mattina del 23 agosto scorso volevano visitare l’Arena di San Severo che ospita i migranti, spiega che il sopralluogo non è stato possibile a causa di una serie di incomprensioni: "Non abbiamo nulla da nascondere. Le europarlamentari Cecile Kyenge e Elena Gentile possono visitare l’Arena quando vogliono. Non può essere un malinteso a gettare ombre sul lavoro che stiamo svolgendo con la Regione per eliminare la piaga del caporalato e dello sfruttamento degli immigrati”.

Porte chiuse all’Arena di San Severo all’arrivo di Kyenge e Gentile

Spiega Mbaye Ndiaye: “La mattina del 23 agosto ci siamo recati a Nardò in occasione dell’intitolazione del piazzale antistante al villaggio d'accoglienza per lavoratori migranti, realizzato a Masseria Boncuri, alla memoria di Stefano Fumarulo, dirigente regionale alle politiche per le migrazioni e per l'antimafia sociale. In quella giornata, per una serie di incomprensioni alle europarlamentari non è stato permesso di accedere alla struttura. Una circostanza che secondo i volontari che si occupano della struttura di accoglienza non deve generare strumentalizzazioni.

Mbaye tira le orecchie a Kyange e Gentile

“Anche io – prosegue Mbaye – ho scritto alla mail dell’On. Kyange per affrontare la questione Caporalato e non ho mai avuto risposta. All’On. Elena Gentile voglio dire che due anni fa  in un incontro a Torremaggiore con Don Ciotti, sollecitata ad occuparsi della chiusura del ghetto perché era stata sia assessore ai servizi sociali e sia assessore alla sanità della Regione Puglia, lei affermava che con i bagni e l’acqua al Ghetto le cose erano migliorate. Intanto noi con Stefano, le istituzioni e le forze dell’ordine abbiamo smantellato il Ghetto: la Regione non spende più 2 milioni di euro l’anno e i migranti vivono in situazioni più dignitose. In più oggi noi a quella gente offriamo una casa vera non fatta di cartone oltre ad acqua e bagni. Inoltre oltre il 60 % degli immigrati di cui ci occupiamo ci hanno consegnato copia del loro contratto di lavoro. Quindi la strada che stiamo perseguendo, quella indicata da Stefano Fumarulo, è quella giusta anche se noi non percepiamo i 35 euro al giorno per ogni migrante. Con il consigliere comunale Dino Marino non voglio entrare in polemica, ma se ci siamo visti il giorno prima della loro visita perché non me lo ha detto? Sarebbe stato tutto più semplice e si sarebbe evitato una baraonda inutile sulla vicenda. Elena e Cecile, noi non abbiamo nulla da nascondere, vi aspetto per definire nuovi percorsi ed attività da programmare per ridare dignità e fiducia ai migranti”.

Elena Gentile su FB: “Non ci hanno consentito di visitare la struttura, un centro di accoglienza finanziato con risorse pubbliche a San Severo”

Il commento dell’europarlamentare Elena Gentile

"Con Cecile abbiamo visitato a Foggia, a Monteleone, a Lucera le strutture di accoglienza realizzate negli anni in Capitanata. Non solo accoglienza ma anche percorsi formativi e politiche attive per il lavoro che aprono il cuore alla speranza. Ma a San Severo l'impressione che qualcosa non funzioni ha spento l'entusiasmo e la speranza. Non ci è stato consentito l'ingresso in una struttura pubblica di accoglienza. Doveva essere la risposta di " civiltà" alla vergogna del Ghetto. Il ghetto si è ripopolato in fretta. Altri " piccoli ghetti " sono sorti. Questa è stata la "non risposta" del governo regionale. Al presidente Emiliano chiederemo lumi.

Il commento di Dino Marino
 

“Capisco che per le cose che ho denunciato il personaggio in questione voglia delegittimare il mio operato, facendo passare il messaggio che ci siano tra me e loro contatti stretti e frequenti. Ebbene, visto che non ho mai avuto il dispiacere di parlare con lui, nè prima né, tantomeno, nei giorni scorsi, utilizzo questo mezzo per comunicare formalmente che mi sono rivolto al mio legale per depositare una querela nei confronti di Mbaye Ndiaye e che altrettanto farò nei confronti di chi cercherà di delegittimare la mia azione politica volta alla ricerca della verità e condotta nel nome della legalità. Invece di provare ad associare il mio nome al loro e di far quasi passare il messaggio che io sarei contiguo e connivente con lui, il signor Mbaye ci rendesse edotti, con prove concrete e non con vuote chiacchiere, della provenienza e di come vengono spese le somme che utilizzano per gestire circa trecento cinquanta persone, giacché nessuno può credere alla fandonia che loro non prendono soldi”.

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