Guerra di mafia a Vieste, al via il processo sull'omicidio Fabbiano: alla sbarra Giovanni Iannoli
L’imputato, presente in videoconferenza dalla casa circondariale di Siracusa, dove è attualmente detenuto, è difeso dagli avvocati Giulio Treggiari e Michele Arena. Il processo è di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Bari
Aperto il dibattimento per il processo a carico di Giovanni Iannoli, accusato dell?omicidio del giovane Antonio Fabbiano, freddato in un agguato nell'aprile del 2018, a Vieste. L?imputato, presente in videoconferenza dalla casa circondariale di Siracusa, dove è attualmente detenuto, è difeso dagli avvocati Giulio Treggiari e Michele Arena. Il processo è di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Bari.
Questa mattina, in corte d?Assise, a Foggia, dinanzi al giudice Mario Talani, si sono costituite parti civili una delle quattro parti offese individuate nel procedimento penale (l'unica presente in aula, rappresentata dall?avvocato Diego Petroni) e il Comune di Vieste per il tramite dell'avv. Michele Fusillo.
Esclusa la sussistenza di questioni preliminari da discutere, sono state presentate dalle parti le richieste probatorie: consegnate, quindi, le liste dei testi che si intendono ascoltare, chieposte a fondamento dell?attività investigativa. La difesa, in particolare, ha chiesto l?inserimento e la trascrizione di una serie di captazioni, sia telefoniche che ambientali, tratte dal brogliaccio relativo al tentato omicidio in danno del viestano Marco Raduano, poichè ritenute di possibile interesse per il caso in oggetto.
Chiesta, infine, dalla pm della procura di Foggia, Rosa Pensa, la sospensione dei termini cautelari, richiesta cui si sono accodati i patroni di parte civile, ma alla quale si è opposta la difesa. Sul punto la Corte si è riservata, rinviando la decisone alla prossima udienza, prevista a metà aprile.
L'omicidio di Antonio Fabbiano del 25 aprile 2018
Antonio Fabbiano, classe 1993, è stato ucciso un agguato avvenuto la sera del 25 aprile in via Tripoli a Vieste, nella zona del porto cittadino (le immagini video). Raggiunto con numerosi colpi di pistola al torace e all'addome, era deceduto qualche ora dopo in ospedale. Per gli inquirenti era vicino al gruppo degli "scissionisti" guidato dall'ex luogotenente di Angelo Notarangelo, Marco Raduano, ferito in un agguato un mese prima. A quella data Vieste contava otto omicidi, quattro agguati falliti e una lupara bianca dalla morte di Cintaridd avvenuta nel gennaio 2015.
Per l'omicidio dell'allora 25enne e del contestuale tentato omicidio di Michele Notarangelo, il 9 agosto dello scorso anno, nel giorno del quarto anniversario della strage dei fratelli innocenti Luigi e Aurelio Luciani, i carabinieri del nucleo investigativo e personale della squadra mobile della questura di Foggia, hanno eseguito un?ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari nei confronti di Giovanni Iannoli, classe 1986.
Quel giorno, infatti, Antonio Fabbiano si trovava a piedi insieme a ?Cristoforo?, quando un commando composto da almeno due soggetti, di cui uno armato di AK-47, arma da guerra comunemente conosciuta come kalashnikov, e l?altro armato di pistola, aveva sparato in direzione dei due ragazzi colpendo in maniera fatale Fabbiano, mentre Notarangelo era rimasto miracolosamente incolume.
Un?importante conferma di natura tecnico-scientifica era pervenuta dalle analisi specialistiche eseguite dai Ris di Roma su 14 bossoli di Ak 47 repertati dalla sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo carabinieri di Foggia sulla scena del crimine, a seguito delle quali era emersa la compatibilità dei bossoli con il fucile mitragliatore con il quale, il precedente 21 marzo 2018, lo stesso Iannoli aveva già attentato alla vita di Raduano.
Nell?ordinanza di custodia cautelare, il Gip del Tribunale di Bari aveva riconosciuto la sussistenza dell?aggravante mafiosa, sia con riferimento al cosiddetto ?metodo mafioso?, sia riguardo all?agevolazione della compagine organizzata facente capo a Girolamo Perna, nell?ambito della guerra di mafia intercorsa con la fazione contrapposta facente capo a Marco Raduano. In ultimo, si erano aggiunte le dichiarazioni rese dai primi collaboratori di giustizia dell?area garganica, dapprima Giovanni Surano, alias 'Lupin' e dall'ex capo clan Danilo Pietro Della Malva, alias 'U? meticc'.