Antonio Totta licenziato dalla SITA perché sindacalista
Il 49enne autista di San Marco in Lamis non lavora più dal 30 ottobre scorso. Sposato e padre di due figli, chiede giustizia e il reintegro in altra mansione
Far parte di un sindacato paradossalmente può essere controproducente. Lo sa bene Antonio Totta, ex autista della Sita licenziato due mesi fa e mai più reintegrato dall’azienda per la quale ha lavorato con passione, impegno e dedizione per ventisei anni fino al 30 ottobre scorso. I colleghi di lavoro lo descrivono come uno dei migliori autisti in circolazione.
Sottoposto ad una normale visita medica che si svolge annualmente, l’autista di San Marco in Lamis è stato giudicato inidoneo all’attività professionale.
CRONACA - Il 49enne, sposato e padre di due figli, sta vivendo un vero e proprio calvario. Lo scorso mese di settembre era stato già giudicato non idoneo da una commissione che successivamente lo ha subito reintegrato. Il 27 ottobre Totta viene sottoposto a nuova visita di controllo e il 30 mattina invia un fax all’azienda per avere dei chiarimenti in merito al documento di valutazione rischi della precedente visita.Qualche ora dopo la Sita gli comunica la sua inidoneità e il 2 novembre lo esonera perché non vi sono altre mansioni da ricoprire. Circolano indiscrezioni sul fatto che in realtà i posti ci siano, considerando che un dipendente è appena deceduto, mentre un altro è andato in pensione. Il 23 dello stesso mese Totta si sottopone a nuova visita a Roma presso la centrale Direzione Sanitaria, ma il 6 dicembre l’azienda gli comunica l’esonero definitivo.
Antonio Totta fa parte del sindacato RdB, scomodo alla SITA Spa. Sembra essere questa la vera ragione del suo licenziamento.