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Cronaca

Francesco Positano, 11 anni fa la morte ancora impunita del caporal maggiore di Foggia: 8 militari a giudizio, processo al via in ottobre

Seguita dalle avvocatesse Annarita Antonetti e Lucia Frazzano, la famiglia Positano è in attesa dell'inizio del processo a carico di 8 militari. Il processo inizierà in autunno, ad ottobre, dinanzi al giudice del Tribunale di Roma, competente per i reati commessi in ambito internazionale

Sono passati 11 anni dalla morte del caporal maggiore Francesco Saverio Positano, militare foggiano impegnato in una missione di pace in Afghanistan.

A ricordarlo, con una cerimonia religiosa, sono stati i familiari del giovane militare che, in tutti questi anni, si sono strenuamente battuti per perseguire la verità, senza mai arrendersi all'idea che Francesco fosse morto in seguito ad una caduta - accidentale o conseguente ad un malore - da un mezzo militare Buffalo.

Seguita dalle avvocatesse del Foro di Foggia, Annarita Antonetti e Lucia Frazzano, la famiglia Positano è in attesa dell'inizio del processo a carico di 8 militari, due dei quali accusati di omicidio colposo, gli altri per falsa informazione a Pubblico Ministero. Il processo inizierà in autunno, ad ottobre, dinanzi al giudice del Tribunale di Roma, competente per i reati commessi in ambito internazionale.

Un risultato, quello del rinvio a giudizio, che la famiglia del caporal maggiore deceduto a pochi chilometri da Herat, ha centrato dopo una battaglia lunga oltre 10 anni, cercando di ricostruire a ritroso, attraverso i legali, il possibile scenario nel quale è avvenuto il decesso. Tutto ciò partendo solo da uno stringato certificato di morte, scritto in inglese, giunto dall'Afghanistan.

La causa più plausibile è l'investimento, seppur accidentale, del militare. E a corroborare la tesi sono giunte, nel tempo, anche le immagini scattate sul luogo della tragedia e le risultanze degli esami dei Ris che smentiscono quanto dichiarato per anni dai testimoni: Francesco non cadde dal mezzo, battendo fatalmente la testa al suolo, questa la tesi da smentire; con molta probabilità, fu investito dal mezzo militare e, con precisione, dalla ruota anteriore destra, che fu immediatamente ripulita.

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