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Cronaca

Amiu: 320 lavoratori firmano. Gli esclusi: “Chiediamo solo di lavorare”

Nonostante il ritiro della denuncia per tre lavoratori la porta di Amiu è rimasta sbarrata. Il servizio partirà da venerdì primo febbraio

Amica-Amiu: ultimo atto. Da venerdì, 1 febbraio, gli ex dipendenti della fallita azienda di igiene urbana e della sua derivata per la differenziata, Dauniambiente, torneranno a lavorare in città.

E' partita oggi e si concluderà domani la lunga processione dei 320 lavoratori che l'azienda barese ha richiamato in servizio e che stanno sottoscrivendo in queste ore il nuovo contratto di lavoro.

A tempo indeterminato e part-time ((vincolato naturalmente al tempo di permanenza di Amiu a Foggia, 12-18 mesi), il nuovo contratto ricalca quello generale sottoscritto a Bari il 27 dicembre scorso presso la task force regionale quando, dopo una sfiancante trattativa, si capitolò sul demansionamento tecnico di tutte le unità lavorative, condizione inderogabile, questa, imposta da Amiu per razionalizzare e ridurre il costo, enorme, del personale e riportare la gran parte dei lavoratori per strada.

Il clima non è dei migliori alla Fiera di Foggia, luogo scelto per la stipula dei contratti. A qualche metro di distanza, ironia della sorte, la sede di Amica, fallita, sbeffeggiata, violata ancora nella notte da chi ha pensato bene di appiccare il fuoco ad una decina di cassonetti che si trovavano all'interno.

La tensione aleggia. I lavoratori, soprattutto coloro che non hanno goduto nel tempo di promozioni facili, si fanno i conti in tasca, sanno che "ci perdono" ma hanno anche ben compreso che ormai nel "calderone" ci son finiti tutti: il fallimento non ammette distinguo. Possono solo ripromettersi, da oggi, di vigilare sul futuro.

E' questo il principale tema di discussione di alcuni conciliaboli formatisi in sala: "da venerdì vedremo" avverte qualcuno. Con loro anche i sindacati, a più riprese sconfessati in questa dolorosa vertenza, divenuta l'emblema del fallimento della politica e di una città.

Ma, se non altro, ci siamo. Si firma, si torna al lavoro dopo un lungo mese di emergenza gestito alla meno peggio dall'unità di crisi istituita dal Comune di Foggia.

"Da venerdì inizia il servizio dopo un percorso molto difficile per voi ma anche per noi. Da venerdì dovete riprendervi la dignità di lavoratori e di azienda, per questo vi chiediamo collaborazione. So che dovrete affrontare dei sacrifici e che dovete stringere i denti. Ma dobbiamo dimostrare alla città che siete ancora voi i padroni del servizio che quanto accaduto non è colpa vostra" li accoglie così in mattinata il direttore generale dell'Amiu, il foggiano Antonio Di Biase che alla "sua" città chiede pazienza "perché – ammette - le prime due saranno settimane difficili, dovremo riorganizzare tutto, dentro e fuori".

Amiu avrebbe già pronte le divise e tutto l'occorrente per i lavoratori mentre sarebbe in dirittura d'arrivo l'acquisto di oltre 200 cassonetti in città, compresi quelli per la differenziata, che - promette Grandaliano - verrà rilanciata. Obiettivo, 20 per cento in un anno. Tutto sommato, insomma, è buona giornata. Meno, molto meno per coloro, però, che da quell'accordo sono rimasti fuori, esclusi.

Amiu: le firme dei 320 lavoratori alla Fiera di Foggia

30 in tutto, una parte a causa di fedine penali compromesse, 12 per aver denunciato la task force di truffa ed altri reati in Procura. Di questi, tre ritirarono la denuncia a stretto giro di posta "non appena comprendemmo l'errore commesso" dichiara Roberto D'Alessandro, da 12 anni in Amica. "Abbiamo firmato quell'atto perché eravamo disperati, temevano di perdere il lavoro, erano giorni confusi in cui nessuno ci faceva capire niente. Abbiamo firmato una denuncia che non sapevamo dove ci avrebbe portati, volevano solo il nostro lavoro".

Quindi l'ennesimo appello disperato al sindaco e a Grandaliano: "Ci assumiamo le nostre responsabilità, pagheremo se c'è da pagare ma chiediamo di non far ricadere le colpe anche sulle nostre famiglie e sui nostri figli. Siamo lavoratori. Chiediamo solo di lavorare". Ai tre, nonostante il ritiro della denuncia, la porta di Amiu è rimasta sbarrata.

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