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Cronaca

Poliziotti "aggrediti" dai migranti. La Questura conferma: "Calci e pugni prima che girassero i video"

Per questo motivo un gambiano è stato arrestato. L'aggressione era stata denunciata dal SAP, versione smentita (almeno nei calci e nei pugni) dai video dei migranti. La posizione della Questura è netta

Da una parte le relazioni di servizio trasmesse all’autorità giudiziaria; dall’altra sparuti documenti video, testimonianze dirette ma frammentarie, che raccontano - almeno in parte - quanto accaduto nel primo pomeriggio dello scorso 5 ottobre, nei pressi del Centro accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone.

Ovvero l’arresto di un giovane gambiano dopo un lungo e pericoloso inseguimento, e l’accerchiamento da parte di decine e decine di migranti dei due operatori di polizia impegnati nell’attività di servizio. Nel mezzo, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, “un’aggressione con calci e pugni” subita da due poliziotti della Stradale di Cerignola in servizio, messa nero su bianco nella relazione di servizio e certificata da referti medico-ospedalieri per rispettivi 15 e 30 giorni di prognosi, quest’ultima per un setto nasale rotto.

Un caso denunciato e portato alla ribalta dal Sindacato Autonomo di Polizia, ma prontamente smentito da 'Campagne in lotta' che ha tirato fuori i video che sconfesserebbero l’accaduto: "Gravissime illazioni ai danni degli abitanti del Ghetto di Borgo Mezzanone”, avevano tuonato dal comitato. “Si è cavalcata la notizia per invocare espulsioni immediate e proseguire nella campagna di criminalizzazione degli immigrati che li contraddistingue da sempre”.

La vicenda, intanto, ha avuto importanti ripercussioni sul piano politico: il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha decretato, come prima applicazione del decreto che porta il suo nome, l’espulsione dall’Italia per il gambiano, che in Italia aveva chiesto protezione umanitaria ("La giornata comincia bene: protezione Negata! E adesso, come giusto, si potrà espellere! Fuori dall'Italia questi delinquenti, dalle parole ai fatti", aveva twittato il leader del Carroccio). “Ho avuto modo di visionare tre video”, commenta il questore di Foggia, Mario della Cioppa. Si tratta del documento pubblicato alcuni giorni fa su FoggiaToday e altri due postati sul sito Terredifrontiera e ripresi da molte testate. “Si tratta di una documentazione parziale, perché si riferisce alla fase finale di una attività di polizia che è durata molto più a lungo di una manciata di minuti”. 

Una attività che lo stesso questore, raggiunto da FoggiaToday prova a schematizzare in brevi tratti: “Un’attività iniziata con un posto di controllo al quale una macchina non si è fermata tentando di investire uno degli operatori; che è proseguita con inseguimento durato alcuni km, con picchi fino a 140 km/h e con speronamenti all’auto di servizio fino all’ingresso nella cosiddetta ‘pista’ (baraccopoli nei pressi del Cara, ndr)”. E' qui che l’auto del 26enne Omar Jallow (“risultato privo di patente, senza revisione nè assicurazione e con precedenti specifici”, puntualizza) si è schiantata contro un manufatto ed è qui che il 26enne gambiano è stato bloccato dalla polizia. “Ma è riuscito a liberarsi - prosegue Della Cioppa - con spinte e calci per fuggire a piedi, ancora inseguito dai due operatori, che lo hanno placcato mentre continuava a dimenarsi”. 

Si arriva quindi al nodo della vicenda, che non esiste nei filmati rilanciati dal comitato 'Campagne in lotta', ma che è descritta con dovizia di particolari negli atti di polizia trasmessi all’autorità giudiziaria prima di ogni disamina. “E’ in questa fase di placcaggio, ovvero quando gli operatori hanno ammanettato l’uomo ad un solo polso, che c’è stato un accerchiamento da parte di decine e decine di immigrati non documentato dai video”. Nel tentativo di sottrarsi all’arresto, il 26enne è caduto trascinando con sé uno degli operatori e ferendosi ad un braccio su un cumulo di vetri e rifiuti di vario genere. “In questa seconda fase, ovvero durante l’accerchiamento, decine di immigrati hanno partecipato al tentativo di liberare il ragazzo con spintoni, calci e pugni nei confronti dei poliziotti. Ma tutto ciò - puntualizza il questore - non c’è nel video”. 

Il tasto ‘Rec’ sarebbe stato schiacciato subito dopo, quando gli operatori, fra strilli e spintoni, riescono a ri-bloccare il ragazzo e a portarlo con una manetta verso l’auto di servizio. “Qui inizia il video: si vedono gli operatori impegnati ad ancorare, per sicurezza, l’arrestato alla ruota dell’auto di servizio (perché era l’unico caposaldo) per non farlo fuggire nuovamente. In questa fase non si evince l’aggressione, ma la concitazione dovuta ai tentativi di spingere via l’arrestato”.

Concitazione, urla e rabbia: “Lasciatelo stare, non è un animale”, gridano verso i poliziotti. Hanno agito correttamente? La domanda è lecita. “In queste circostanze, la modalità operativa prevista è l’ammanettamento”, spiega il questore. “Ma in quella condizione, con centinaia di persone che ti pressano, ti spingono, ti hanno anche tirato calci e pugni per liberare la presa del soggetto, è chiaro che usi l’estremo rimedio che, se vogliamo, è stato anche ‘intelligente’: ovvero ancorare l’arrestato all’unico punto fermo presente”. Ovvero la ruota dell’auto di servizio.

In un altro video, postato su Terradifrontiera, si vede Jallow a terra, legato al cerchione dell’auto. “Qui la situazione è più distesa perché erano intervenuti altri 12 agenti tra Reparto Prevenzione Crimine e Stradale per creare una ‘bolla’ di sicurezza”. La posizione della questura è netta: “un nutrito gruppo di extracomunitari accerchiava gli operatori colpendoli con calci e pugni, al preciso scopo di garantire la fuga del fermato, nel frattempo ammanettato ad un polso. Tutte queste fasi non sono oggetto dei video postati sul web”.

La documentazione video non dimostra l’aggressione, ma può costituire materiale utile per riconoscere ed identificarne gli autori. “Ci stiamo lavorando, anche se non è semplice: la sezione di polizia giudiziaria della Polizia Stradale sta facendo tutto il necessario insieme alla Procura di Foggia”. Intanto, negli uffici di viale Primo Maggio, è stato aperto un doppio fascicolo: uno finalizzato ad individuare gli autori della presunta aggressione ai poliziotti, l’altro circa la correttezza e la legittimità delle modalità operative.

Ha avuto modo di confrontarsi con gli operatori coinvolti nella vicenda?, chiedo. “Appreso il fatto, ho contattato l’agente che ha riportato la frattura del setto nasale. Ho trovato un operatore di polizia splendido, equilibrato sebbene comprensibilmente provato. Parliamo di una delle migliori pattuglie: sono stati coraggiosi, hanno rischiato molto”. Per Jallow, intanto, è caduta l’accusa di lesioni (in concorso). Risponderà della sola resistenza a pubblico ufficiale. “E’ un segmento non di mia competenza, non sono abituato a commentare le decisioni dei giudici. Intanto, è stato condannato a un anno di reclusione, con custodia cautelare. Rispetto le visioni e non entro nel merito”.

Lunedì, intanto, a Foggia arriverà il segretario nazionale del SAP, l’onorevole Gianni Tonelli che, insieme all’on. Rossano Sasso porterà la solidarietà del sindacato ai due poliziotti rimasti feriti. Insieme agli agenti, terranno una conferenza stampa per ripercorrere quanto accaduto lo scorso 5 ottobre aggrediti cui seguirà un incontro con il questore Della Cioppa.

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