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Cronaca

Caos in pronto soccorso, detenuto aggredisce medico psichiatra e colpisce poliziotti con un'asta "E' la 14esima volta a Foggia"

La denuncia arriva dal sindacato Sappe. Gli agenti se la caveranno con pochi giorni prognosi. Si tratta della 14esima aggressione in danno dei poliziotti penitenziari di Foggia dall'inizio dell'anno: "Non può lavorare così", lo sfogo. "Siamo pronti ad una manifestazione di protesta molto eclatante"

Poliziotti aggrediti in pronto soccorso da parte di un detenuto psichiatrico. Lo denuncia il Sappe, Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria: "Siamo a 14 aggressioni, dall’inizio dell’anno, da parte di detenuti avvenute nel carcere di Foggia. Detenuti perlopiù psichiatrici, che si scagliano senza alcuna pietà contro i poliziotti inermi che non possono nemmeno difendersi in maniera adeguata, poiché verrebbero subito denunciati per violenza e tortura", sbotta il segretario Federico Pilagatti.

L'ultimo episodio, in ordine di tempo, risale al pomeriggio di ieri, 17 novembre, quando - su richiesta dello psichiatra in servizio al carcere di Foggia - un detenuto di origini foggiane, 31enne con problemi psichiatrici, verso le 16 è stato accompagnato presso l’ospedale di Foggia. "Qui il detenuto sarebbe stato ospitato in una stanza appartata per non creare problemi alle persone presenti nel pronto soccorso, in attesa dello specialista per la visita".

"Poco dopo è arrivato lo psichiatra dell’ospedale che ha posto alcune domande al detenuto. Quest'ultimo, invece di rispondere, ha cominciato ad inveire contro lo stesso, cercando di colpirlo con un'asta per la flebo presente nella camera. Prontamente e coraggiosamente sono intervenuti i poliziotti, che si sono interposti tra i due al fine di evitare che venisse colpito il medico. Purtroppo l’asta ha colpito i due poliziotti che hanno riportato contusioni sulla schiena con prognosi di alcuni giorni".

Nel frattempo sono intervenuti altri agenti, che sono riusciti a bloccare il detenuto e riportare sotto controllo situazione. "Questa ennesima aggressione dimostra come sia fallita la gestione sanitaria dei detenuti psichiatrici da parte dell’Asl di Foggia, nonché la politica nazionale che ha voluto la chiusura degli ospedali psichiatrici ma che non ha offerto alcuna alternativa, se non le Rems che dovevano gestire questi detenuti ma che, nei fatti, non sono adeguate", continua Pilagatti.

"Per cui i detenuti con problemi psichiatrici sono poco curati, se non abbandonati, nelle sezioni detentive a stretto contatto con gli altri detenuti, a cui creano enormi problemi e che debbono poi essere risolti dai poliziotti in servizio, a cui non spetta questo compito e non hanno alcuna preparazione tecnica. Ormai la delegittimazione dell’unico baluardo a garanzia delle Istituzioni nelle carceri, ha ingenerato nei detenuti la convinzione che possono fare tutto quello che vogliono, con arroganza e prepotenza, mentre i poliziotti che cercano di far rispettare le leggi e la legalità sono sottoposti, giornalmente, a minacce, aggressioni verbali e di fatto".

"Purtroppo tutto ciò accade anche perché un'istituzione voluta da un certa politica quali i 'garanti dei detenuti', non si preoccupa di verificare in maniera corretta quello che effettivamente accade nelle carceri, ma fanno solo da cassa di risonanza con lo scopo di affossare del tutto la sicurezza e l’Istituzione carceraria. Proprio per questo il Sappe non ci sta più, e dopo varie riunioni con i poliziotti di Foggia, sta organizzando una manifestazione di protesta molto eclatante, poiché non più possibile lavorare in grave carenza di organico ed in forte pericolo tra l’incudine dei detenuti sempre più violenti e prepotenti, ed il martello dell’amministrazione penitenziaria pronta a colpire qualsiasi comportamento di difesa, adottato per riportare la legalità ed il rispetto delle leggi", conclude.

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