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Cronaca

Da 'Baccus' a 'Rodolfo', fino alle tangenti sui pomodori: gli affari della mafia foggiana nell'agroalimentare

Dai 24 arresti dell’operazione Baccus, ai dieci tra ‘Rodolfi vecchi’ e ‘Rodolfi nuovi’, fino al business dei Francavilla-Sinesi relativo alle tangenti sui camion di pomodoro che scaricavano alla Princes

Nella relazione della DDA di Bari emerge chiaramente il tentativo della mafia foggiana - sempre più 'mafia degli affari' - di infiltrarsi nel settore dell’agroalimentare

OPERAZIONE BACCUS. Il 16 luglio 2015, davanti al Tribunale di Foggia, si è concluso il dibattimento del procedimento penale 14219/09 Mod 21 nei confronti di Melandri Vincenzo (più altri), relativo all’operazione Baccus, circa l’infiltrazione della mafia foggiana nel settore vitinicolo, con la consumazione di numerosi reati in materia di usura, estorsione, frode fiscali e truffe comunitarie per oltre venti milioni di euro e la creazione, a tal fine, di un sodalizio criminale in cui operavano accanto a soggetti riconducibili alla mafia foggiana una serie di imprenditori del settore vitivinicolo foggiani ed il titolare di una importante azienda vitivinicola ravennate. La sentenza ha sancito la fondatezza dell’impianto accusatorio con il riconoscimento dell’aggravante di mafia di cui all’art 7 l. 203/91.

TANGENTI E ASSUNZIONI FITTIZIE. Il procedimento penale numero 10201/13 Mod. 21 nei confronti di Francavilla Emiliano (più altri) è una delle più importanti indagini sull’ infiltrazione mafiosa della ‘Società Foggiana’ in un settore altamente strategico dell’economia dauna, quale quello delle attività agricole. L’inchiesta si riferisce all’assoggettamento estorsivo posto in essere con metodo mafioso, in forma continuata e diversificata, ai danni di imprenditori e società operanti nell’indotto di un settore altamente strategico per l’economia locale, quale quello legato alla produzione e alla trasformazione alimentare dei prodotti dell’agricoltura, da parte di soggetti organici o comunque contigui alle batterie Sinesi/Francavilla (denominati convenzionalmente dalle vittime come i ‘Rodolfi Vecchi’) e Moretti/Pellegrino (denominati sempre convenzionalmente come i ‘Rodolfi Nuovi’.

Le pretese estorsive hanno avuto ad oggetto non solo la forzata elargizione di somme di denaro, con cadenza sistematica mensile, in favore dei principali esponenti delle due batterie sopra indicate, ma anche l’assunzione “fittizia”, quali lavoratori dipendenti delle aziende delle vittime, di soggetti indicati dalle compagini malavitose, divenuti quindi beneficiari di salari mensili senza fornire alcuna controprestazione lavorativa. L’assoggettamento delle vittime risulta ulteriormente documentato dal fatto che la compagine imprenditoriale non si è limitata a pagare tangenti (anche sotto forma di stipendi a fronte di prestazioni lavorative fittizie), ma era solita assecondare passivamente anche le richieste di assunzioni lavorative “effettive” avanzate dagli esponenti delle due batterie.

Va segnalato, a conferma della matrice unitaria che caratterizza l’operatività della Società Foggiana, il progetto di centralizzare la gestione della dinamica estorsiva mediante l’avvenuta costituzione di un consorzio, che sarebbe dovuto diventare lo schermo giuridico per offrire una parvenza di legalità al pagamento periodico della tangente che, in tal modo, sarebbe stata fatturata sotto forma di prestazione di consulenza.  

La richiesta di misure cautelari, sia personali che reali, è stata oggetto di integrale accoglimento (richiesta cautelare personale dell’ 01.03.2016  e richiesta di sequestro preventivo ex art. 12 sexies l. 1992 n. 356 del 31.03.2016 e dell’11.05.2016). L’accertamento dell’obiettivo condizionamento mafioso delle imprese sottoposte alla costante pressione mafiosa di tipo estorsivo ha indotto la DDA a chiedere e ad ottenere dal Tribunale di Foggia (Sezione Misure di Prevenzione), ai sensi dell’art. 34 del D.lvo 159/1, l’amministrazione giudiziaria del compendio aziendale relativo alle società di capitali facenti capo alle vittime, poiché il libero esercizio delle relative attività imprenditoriali agevolerebbe la consumazione delle attività illecite delle batterie ‘Francavilla/Sinesi’ e ‘Moretti/Pellegrino’.

TANGENTI SUI POMODORI. Il procedimento penale  n. 14440/15-21 Mod 21 nei confronti di Roberto Sinesi (più altri), ha fatto emergere un’ulteriore tentativo di infiltrazione della mafia foggiana nel settore dell’agroalimentare. Nella vicenda in esame tale infiltrazione si è tradotta nell’attuazione di una pratica estorsiva generalizzata ai danni degli autotrasportatori dediti al trasporto del pomodoro durante i mesi della campagna estiva del 2015. Motivo di estremo allarme sociale ha destato il fatto che la predetta attività delittuosa è avvenuta all’interno dell’area di parcheggio della ‘Princess’, ovvero di una delle più importanti e moderne strutture di lavorazione del pomodoro in Italia (da fonti aperte si evince che la fabbrica di Foggia occupa più di 1000 dipendenti con una lavorazione di  circa 300.000 tonnellate di pomodoro fresco all’anno all’interno di uno stabilimento di circa 120.000 metri quadri.). La richiesta cautelare del 26.4.2016 è stata poi accolta dal GIP. A seguito di una dichiarazione di nullità da parte del Tribunale del Riesame la predetta richiesta è stata successivamente reiterata e poi nuovamente accolta dal GIP.

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