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Cronaca

Foggia ricorda Adolfo, l’avvocato che ha insegnato a donare strappato alla vita dalla leucemia

Adolfo Terner è morto venerdì scorso, aveva provato a combattere il terribile male che lo aveva colpito mesi prima, la ‘Leucemia Mieloide Acuta’. Attendeva un donatore, la testimonianza della cugina e collega Adriana

Una partita di calcio per ricordare Adolfo Terner, l’avvocato foggiano che una terribile malattia, la leucemia, venerdì scorso ha porta via. Durante l’incontro che si terrà questa sera presso la Chiesa del Carmine Nuovo, verrà affrontato anche il tema della donazione del midollo.

Il 7 dicembre, il giorno prima della sua morte, la cugina e collega Adriana scriveva su Facebook: “Scrivo per raccontarvi una storia, una storia di battaglie e di speranza. Racconta di un avvocato del Foro di Foggia, Adolfo, un giovane di talento, uno di quelli che nella vita si è costruito da solo, passo dopo passo. Uno di quegli amici che, anche quando non lo vedi per tanto tempo, basta uno sguardo per recuperare! Posso dirvi anche che ama gli animali, tipico degli animi gentili, che segue con passione la serie ‘Vikings’ e che da bambino aveva una discreta collezione di action figure dei ‘Cavalieri dello zodiaco’. Potrei dirvi tante cose, ma quella più importante è che Adolfo - dalla scorsa primavera - sta combattendo una battaglia durissima, una battaglia che si chiama “Leucemia Mieloide Acuta”. Un nome che porta con sè tanti aspetti negativi: la chemioterapia, tremenda e devastante, le ripetute trasfusioni, gli esami del sangue e l’isolamento. Eh sì, perché senza i globuli bianchi si diventa vulnerabili e quindi bisogna stare soli, senza contatto per mesi. Tremendo: proprio quando avresti più bisogno di un abbraccio, questo ti viene negato. Ma una cosa buona c’è, Adolfo può guarire! Ho detto proprio guarire. E, come lui, tanti altri che in questo momento stanno lottando contro questo male terribile. Ma il potere di guarire non appartiene ad Adolfo: lui ce la mette tutta, tiene duro e, vi assicuro, non è affatto facile. Il potere, prezioso, unico e raro, lo abbiamo noi, nel nostro midollo. Solo il trapianto di midollo può guarire Adolfo. So che a molti la parola “trapianto” spaventa, ma oggi è possibile ricorrere al sangue periferico, una procedura non invasiva, senza contare l’attenzione riservata alla “tutela del Donatore”!  Non pensate, però, che sia così facile trovare un donatore “compatibile”. La compatibilità è di appena 1 su 100mila, quindi non è affatto vero che “tanto ci sarà qualcuno che donerà il midollo per lui”, perché non è così: la chiave della sua guarigione potresti essere tu. Se volete aiutare Adolfo e tutti coloro che in questo momento sono in attesa del trapianto di midollo, potete contattare il centro trasfusionale della vostra città; a Foggia il numero è: 0881 732190. Qui potete anche chiedere informazioni se avete intenzione di donare il sangue, perché anche di questo c’è tanto bisogno. Visita il sito www.admo.it per maggiori informazioni. Potete trovarci su Facebook, abbiamo aperto una pagina e un gruppo “Forza Adolfo Forza Terner Donare Midollo Donare Sangue” che in poche ore hanno richiamato l’attenzione di amici, parenti e sconosciuti, ma non basta! Dobbiamo condividere gli appelli e, soprattutto, dobbiamo trovare quell’ 1 su 100.000. Sappiamo che ci sei! Non farci aspettare troppo!

Adriana ha ricordato così il post del giorno prima della morte di Adolfo: “Ho scritto queste righe la sera del 7 dicembre, con l’intenzione di condividerle l’indomani. Ho sentito Adolfo per chiedergli se gli stava bene, che dovevamo continuare a cercare il donatore, perché di sicuro lui c’era, da qualche parte nel mondo, forse vicinissimo. Poche ore dopo, però, Adolfo, nonostante l’entusiasmo, la speranza e tutte le forze che ha messo in questa battaglia, se n’è andato. Così, nella notte, senza preavviso. E ci ha lasciato tutti attoniti, increduli e vuoti. Quello che è successo nelle ore successive, fatte di lacrime, tristezza e ancora sgomento, è stato prendere atto della macchina “umana” che si era messa in moto. Che Adolfo aveva messo in moto. Noi volevamo un donatore per lui, qualcuno che gli salvasse la vita. Soprattutto adesso che le cose sembravano precipitare, di nuovo. Ma lui continuava a dire “donate comunque: il midollo e il sangue servono a tutti”. Aveva ragione, ma noi volevamo ostinatamente un donatore per lui. Chi non conosce questo tipo di attesa, disperata e tremenda, non può capire. Però lui ci ha assegnato questa missione: ha passato il testimone al papà, alla sorella, al fratello, ai nipoti, agli amici, a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato. Noi abbiamo il dovere di ricordare al mondo che ciascuno di noi è portatore di salvezza per qualcuno; che in questo momento, da qualche parte, qualcuno ha bisogno di noi, del nostro midollo, del nostro sangue per sopravvivere. É questo che ci rende “umani”: siamo fragili nel nostro corpo, ma forti nel momento in cui possiamo scegliere, scegliendo di donare”

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