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Cronaca

Sanitaservice: Antonio Di Biase si difende dalle accuse di peculato

L'amministratore unico: "L'addebito mensile del fringe-benefit, al fine di utilizzare l'autovettura anche per esigenze personali, avvalora la legittimità dell'operato del sottoscritto"

Attraverso un comunicato stampa, l’amministratore unico di Sanitaservice, il 62enne Antonio Di Biase, respinge le accuse di peculato d’uso continuato motivando l’utilizzo, anche personale, dell’autovettura aziendale, una BMW X3 di proprietà della Srl della Asl, sequestrata dalla Digos di Foggia su disposizione del Gip del Tribunale.

Il Giudice delle indagini preliminari, pur affermando e ribadendo la “natura privata e non pubblica della società” (società privata in mano pubblica) e riconoscendo esplicitamente la legittimità delle modalità di assegnazione dell’autovettura aziendale, ha comunque ritenuto che al sottoscritto fosse stata assegnata l’autovettura in questione in ragione dell’ufficio ricoperto: “amministratore della società Sanitaservice srl cui era stato affidato anche il servizio pubblico del 118”, amministratore cioè di una società che, per lo svolgimento del servizio, si avvale delle prestazioni dei soccorritori, persone queste da considerare incaricati di pubblico servizio. Si assume così che l’utilizzo promiscuo dell’autovettura, per fini aziendali e per fini privati, avrebbe “causato un danno economico all’ente pubblico, (in termini di carburante utilizzato, usura del veicolo, ecc.)” spiega l’amministratore di Trinitapoli.

Di Biase concentra la sua difesa in 4 punti: il primo è che “l’assegnazione dell’autovettura all’amministratore risulta effettuata per tutte le incombenze dell’ufficio, mai utilizzata, né utilizzabile, per eseguire prestazioni di soccorso nell’ambito del servizio 118.  La vicenda concernente l’uso  dell’autovettura non ha mai compromesso, né avrebbe potuto, la funzionalità del servizio pubblico 118. In nessun modo". 2). "Per l’uso promiscuo dell’autovettura e quindi anche per l’uso del bene per esigenze personali (fringe benefit), all’amminstratore è mensilmente addebitata la somma stabilita dalle norme che disciplinano la materia (cfr. D.Lgs. 2/9/1997 n. 314). Gli addebiti eseguiti sono rispettosi delle tariffe predisposte dall’ACI, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale e sono quelle utilizzate dalla Sanitaservice per la determinazione del fringe-benefit, cioè della retribuzione in natura che deriva dalla concessione in uso ai dipendenti dei veicoli aziendali che vengono destinati ad uso promiscuo per esigenze di lavoro e per esigenze private. Nel periodo gennaio/agosto 2011 è stata addebitata la complessiva somma di euro 1.125,65". 3) "Non si è prodotto alcun danno economico a carico dell’ente pubblico, né è possibile che si produca, atteso che il compenso corrisposto alla Sanitaservice per i servizi strumentali resi in favore della ASL è stato fissato a prescindere da specifici costi (ivi inclusi quelli relativi alle spese di gestione delle autovetture). Le modalità di utilizzo dell’autovettura in questione sono ininfluenti rispetto all’entità dei corrispettivi dovuti dalla Asl". 4) "La scelta operata, l’acquisto dell’autovettura e il sostenimento delle spese di gestione da parte della società (al netto del cd fringe benefit), è oltremodo meno onerosa dell’alternativa del pagamento della indennità chilometrica a tariffa Aci per l’uso dell’auto privata dell’amministratore”.

Alla luce del procedimento penale in atto, Di Biase precisa che “che la qualificazione di ‘incaricato di pubblico servizio non può essere automaticamente estesa all’amministratore e che l’autovettura sequestrata non era certamente adibita allo svolgimento delle prestazioni di soccorritore nel servizio 118”   

Il rimpianto e il dispiacere  è che nel corso delle indagini, alla Sanitaservice Srl non è stata offerta la possibilità di fornire chiarimenti e produrre la necessaria documentazione” è il commento amaro dell’indagato – che aggiunge - “L’addebito mensile del fringe-benefit, al fine di utilizzare l’autovettura anche per esigenze personali, avvalora la legittimità dell’operato del sottoscritto.  Spiace evidenziare che tale circostanza non sia stata appurata dagli organi di indagine e conseguentemente non rappresentata né al P.M., né al GIP”.

“Sono fiducioso che alla luce dei chiarimenti che potrò offrire all’A.G. la vicenda verrà rapidamente chiarita” conclude Di Biase.

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