rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Uccidere i cinghiali può provocare danni ancora maggiori"

No degli animalisti di Lndc all'abbattimento degli ungulati

Piera Rosati, presidente di Lndc ‘Animal Protection’, si schiera contro la proposta di abbattere i cinghiali, specie presente in Puglia - secondo Coldiretti - con 250mila esemplari. Lo fa con una lettera indirizzata al presidente della Regione Michele Emiliano e all’assessore all’agricoltura Donato Pentassuglia. “Ho letto dell’incidente che ha coinvolto un ragazzo a Castellaneta e sono ovviamente rammaricata per il giovane che è rimasto ferito, ma un episodio isolato non può tradursi in un giudizio di conclamata pericolosità e aggressività di questi animali. Se fossero davvero così numerosi e così aggressivi, di certo sarebbero stati registrati altri e ben più gravi casi”

A onor del vero gli agricoltori denunciano anche la distruzione dei raccolti e il pericolo ungulati sulle strade, che hanno provocato numerosi incidenti, e, purtroppo, anche vittime. Secondo Rosati – soprattutto in considerazione del fatto che finora non è stato registrato alcun caso di peste suina africana (l'approfondimento), sarebbe del tutto pretestuoso utilizzare “questa minaccia per giustificare la richiesta di ridurre la popolazione di cinghiali tramite abbattimenti cosiddetti “selettivi”.

Tuttavia, aggiunge, “la diffusione del virus della Peste Suina Africana è sicuramente una grande preoccupazione per le Istituzioni così come per tutti noi coinvolti nella protezione degli animali e nella promozione dei loro diritti. Sicuramente è necessario monitorare con molta attenzione la situazione per prevenire la diffusione del virus, rispettando le misure di prevenzione della psa disposte dalla Direzione Generale della Sanità animale del Ministero della Salute”

La strada degli abbattimenti “selettivi” di cinghiali - “che, troppo spesso, sono in realtà un modo per dare il semaforo verde all’uccisione indiscriminata di questi animali” per la presidente di Lndc, non è la soluzione, perché, spiega, “la società in cui sono organizzati i cinghiali ha una struttura molto precisa e l’uccisione dell’esemplare sbagliato può causare danni ancora maggiori in termini di crescita della popolazione. Ad esempio, uccidere la matriarca comporta che tutte le altre femmine vadano in estro, riproducendosi così in maniera incontrollata. Questo perché la presenza della matriarca inibisce l’estro delle altre femmine del gruppo sociale, dato che è l’unica “autorizzata” a riprodursi. Allo stesso modo, abbattere i maschi più adulti lascia spazio ai giovani più forti e più fertili”.

In conclusione, “le misure per controllare e contenere la diffusione del virus e della popolazione dei cinghiali in generale devono sicuramente essere prese ma devono vertere su altri sistemi, in primis la rimozione della spazzatura dalle strade che attira numerosi esemplari fino in città”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Uccidere i cinghiali può provocare danni ancora maggiori"

FoggiaToday è in caricamento