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Cronaca

"Non voglio essere il prossimo Francesco Traiano"

Il 9 ottobre di un anno fa il cuore di Francesco Traiano smetteva di battere in un letto della Rianimazione degli ospedali Riuniti di Foggia dopo 23 giorni di agonia e di coma indotto. Un anno dopo Foggia lo ricorderà attraverso una manifestazione in piazza Cesare Battisti

Il 9 ottobre è una di quelle date che resterà impressa nella memoria dei foggiani, che ancora oggi, a distanza di un anno dalla rapina del 17 settembre 2020 ai danni del bar tabacchi ‘Gocce di Caffè’ di via Guido Dorso, non riescono ancora a spiegarsi il perché di tanta violenza nei confronti del titolare morto a soli 38 anni nel reparto di Rianimazione del policlinico Riuniti di Foggia dopo un delicato intervento neurochirurgico e 23 giorni di agonia in stato di coma indotto.

Domani la città si fermerà e rifletterà su un accadimento che ha scosso tutti, per come è maturato, per la spietatezza dei ragazzi coinvolti e arrestati emersa dalle intercettazioni, per il silenzio di chi sapeva ma non ha parlato nemmeno quando dall’ospedale è arrivata l’ufficialità del decesso di Traiano.

A partire dalle 19, in Piazza Cesare Battisti, si svolgerà una manifestazione in  ricordo del 38enne che aveva investito tempo e denaro nella sua città, che amava e in cui credeva molto. La vittima era anche il titolare di ‘Briciole di pane’.

“Una vera e propria  esecuzione per affermare il proprio potere, fenomeni sempre più noti in questa città. Il silenzio di  tutti noi dà sempre più spazio alla criminalità, insieme tutti dobbiamo far capire che la Foggia per  bene c’è e si sente Francesco, perché è davvero ingiusto essere uccisi mentre si fa il proprio  lavoro. L’unione fa la forza, allora iniziamo a manifestare assieme, non più solo attraverso social,  ma mettendoci la faccia. Anche in silenzio. Ma insieme. E’ arrivato il momento che oltre alla mia  voce ho bisogno della vostra per aiutarmi a dare la vera giustizia, quella esemplare, quella che  meritano, perché mio zio non meritava di essere ucciso solo perché lavorava. “Non voglio essere il  prossimo Francesco Traiano”, questa è la frase che ci deve spingere a scendere in quella piazza,  perché tutti non lo vorremmo. E allora facciamo risuonare dentro di noi questa frase e agiamo. Per  Francesco, e per noi, perché tutti siamo parte di questa rapina chi complice e chi vittima.” Il  commento di Alfredo Traiano, nipote di Francesco. 

“Noi dobbiamo dare un segnale netto alla città e all’opinione pubblica tutta. Se da una parte c’è  una generazione giovane che pratica la violenza come forma di realizzazione, che prova ad  infestare i luoghi pubblici con la rabbia e la sopraffazione, che uccide un giovane lavoratore, dall’altra parte ci sono ragazzi e ragazze che la mattina si svegliano per andare a scuola, per andare  a lavorare, nonostante siano spesso sfruttati e malpagati; noi vogliamo rappresentare questi  ragazzi, vogliamo farlo senza ambiguità e in questa manifestazione vogliamo chiedere a gran voce  giustizia per Francesco.  Detto questo, il fatto che la stragrande parte dei reati a Foggia sia commessa da giovani sotto i  trent’anni non può continuare a passare come un fenomeno inosservato. Abbiamo scritto tanto  sul tema, abbiamo provato a confrontarci con le istituzioni trovando spesso la porta chiusa.  Bisogna intervenire subito, lanciamo un messaggio chiaro: mai più storie come quella di 



 

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