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Cronaca

25 novembre: "La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti"

Il 25 novembre si celebra anche nel capoluogo dauno. Affisso uno striscione sulla facciata della Camera del Lavoro

“La drammatica successione di episodi di violenza maschile sulle donne nel nostro Paese non sono un tema privato né tantomeno avvenimenti da relegare negli spazi di cronaca nera. Al contrario il tema della violenza sulle donne deve essere argomento di dibattito politico e culturale”. E’ quanto afferma Mara De Felici, segretaria generale della Camera del Lavoro di Foggia, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che come ogni anno si celebra il 25 novembre. Anche la Cgil di Capitanata aderisce alla giornata di mobilitazione e come avvenuto in tantissime sedi sindacali italiane ha esposto uno striscione sulla facciata della Camera del Lavoro che recita “La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti”.

La data fu scelta dalla conferenza femminista dell´America Latina nel 1981, e ricorda l’assassinio delle sorelle Mirabal nella Repubblica Dominicana da parte del regime di Trujillo: il 25 novembre del 1960 furono prima torturate e poi strangolate da militari mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione. Nel 1999 l´Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì questa giornata, con la risoluzione 54/134, al fine di sensibilizzare governi, organizzazioni governative e non governative, società civile e mezzi di informazione sul fenomeno sempre più frequente della violenza ai danni delle donne.

“I casi di maltrattamenti, di violenza fisica, sessuale, psicologica, sono oggi d’attualità nel nostro progredito occidente e nella maggior parte dei casi avvengono tra le mura domestiche o per mano di compagni, mariti, parenti. Senza differenze di ceto sociale o istruzione. Per questo sosteniamo che si tratta di una emergenza culturale e sociale, e non certo di sicurezza o ordine pubblico. E ovviamente chiama in causa gli uomini e il loro modo di rapportarsi con l’altro sesso”. Per la Cgil “il contrasto alle violenze deve partire da campagne di informazione e sensibilizzazione che interessino i più giovani, una vera e propria educazione al rispetto della diversità di genere e del corpo femminile. Servono poi risorse per i centri antiviolenza, per i consultori, politiche sociali mirate”, sottolinea Mara De Felici.

Esiste poi un’altra forma subdola di violenza che la Cgil ha sempre denunciato, “quella che – evidenziano le ricerche – ha creato un vero e proprio apartheid per le donne rispetto al mondo del lavoro soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. In Capitanata meno di una donna su cinque lavora, le donne hanno smesso in larga parte di cercare un’occupazione perché con il ricatto del bisogno sono sottoposte a mobbing, subiscono molestie, a loro sono riservati lavori precari e malpagati, pur avendo un livello d’istruzione mediamente più alto degli uomini hanno più difficoltà a raggiungere posizioni apicali e guadagnano meno”.

 

                                                      

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