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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Quel 3 gennaio di un anno fa che ha cambiato la storia di Foggia: non era una barzelletta!

Un anno fa la pubblicazione del video delle pistolettata a salve di Capodanno di Leonardo Iaccarino. Nel 2021, l'arresto dell'ex presidente del Consiglio comunale, le dimissioni e l'arresto di Franco Landella, l'arrivo dei commissari, lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose

E’ trascorso un anno dalla pubblicazione in esclusiva del video in cui Leonardo Iaccarino festeggiava la notte di Capodanno sparando quattro colpi in aria con la pistola a salve dal balcone della sua abitazione, mentre pronunciava la frase che di lì a poco avrebbe fatto il giro del web e del mondo: "Non è una barzelletta". La fotografia di quel momento, per nulla edificante per ammissione dello stesso Iaccarino, arriverà finanche in Brasile.

Già 24 ore prima, il 2 gennaio, la seconda carica più importante di Palazzo di Città era finita nella bufera quando aveva tentato di difendere il figlio ripreso nell’atto di compiere lo stesso gesto, bollandolo come “una goliardata di un 16enne”.

Iaccarino farà mea culpa, annuncerà le dimissioni, ma poi – “sommerso dall’affetto della gente”, non le ritirerà. Anzi, dirà di non averle mai presentate e proporrà di mandare a casa Landella. Si aprirà un conflitto aspro e feroce a distanza tra le due fazioni, già da tempo in evidente contrapposizione. La strategia 'Nankuru nai sa' di Iaccarino, i movimenti dei 'conciliatori' e la linea dei giustizialisti, segnerà le settimane di gennaio.

Il primo febbraio, in pieno lockdown, Iaccarino verrà sfiduciato via zoom dal Consiglio comunale tra “le famose lacrime di coccodrillo” di Consalvo Di Pasqua e il discorso dell’ultima colomba, l’ecumenico Antonio Capotosto.

Nel pieno della tormenta politico-amministrativa, il 10 febbraio, finiranno agli arresti l’ex consigliere comunale dei Fratelli d’Italia Bruno Longo, un funzionario comunale, un imprenditore e un medico in pensione, ritenuti responsabili di concorso nell’ipotesi di reato continuato di induzione indebita a dare o promettere utilità di cui all’art. 319-quater c.p., nell’ambito dell’operazione ribattezzata ‘Nuvola d’oro’.

Tre settimane dopo, il 3 marzo, il Tar respingerà il ricorso di Iaccarino, che nel frattempo aveva provato a radunare i consiglieri comunali nel tentativo di mettere fine, anzitempo, al governo Landella bis, nato nemmeno due anni prima saltellando e canticchiando "chi non salta un barese è". Il 17 dello stesso mese, in un’intervista rilasciata a Foggiatoday, l'ormai ex numero due di Palazzo di Città, sgancerà la bomba: “Verranno fuori fatti gravi e il Comune sarà sciolto”. L’esplosione non tarderà ad arrivare: il 30 aprile verrà arrestato insieme ad Antonio Capotosto e ad un imprenditore.

Soltanto due settimane prima - nel tentativo disperato e ultimo di dare un segnale rispetto ai gravi accadimenti - era nato il governo degli “esperti” composto da sette nuovi assessori e da due riconferme. Ciò nonostante, travolto dallo scandalo e indagato per corruzione, il 3 maggio Franco Landella si recherà in Procura per rilasciare dichiarazioni spontanee; mentre il giorno successivo presenterà le dimissioni con una promessa: “Per Foggia ed i foggiani ci sarò sempre”. Verrà arrestato con Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto e un imprenditore, il 21 dello stesso mese. I foggiani non gli perdoneranno quel "dono tradito".

Il 25 maggio è il giorno dell'insediamento a Palazzo di Città del commissario. Il 5 agosto il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, scioglie il Comune di Foggia per infiltrazioni mafiose, affidando successivamente, dal 26, la gestione della città a una commissione straordinaria a tre presieduta da Marilisa Magno. 

Il 9 ottobre, durante l’interrogatorio con la formula dell’incidente probatorio, Iaccarino confermerà le accuse al nemico Landella. L'ex sindaco di Foggia, 24 ore dopo, davanti al Tar del Lazio, impugnerà il provvedimento con il quale il Consiglio dei Ministri aveva decretato lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.

Il 29 ottobre il ministero dell’Interno chiederà l’incandidabilità per l'ex sindaco e altri nove consiglieri comunali: Leonardo Iaccarino, ex presidente del Consiglio comunale, Antonio Capotosto, Dario Iacovangelo, Consalvo Di Pasqua, Liliana Iadarola, Erminia Roberto, Bruno Longo, Pasquale Rignanese e Lucio Ventura (ex presidente del Consiglio comunale dopo Iaccarino). I loro nomi erano comparsi nella relazione che aveva accompagnato lo scioglimento avvenuto ad agosto, "un intreccio di sangue e interessi" (leggi qui).

L'udienza davanti al Tribunale di Foggia è stata rinviata al 25 gennaio. 

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