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Una panchina per due

Una panchina per due

A cura di Leonardo De Santis

Legalità e parole al vento (mentre la mafia a Foggia uccide tutto)

Dal blog ‘Una panchina per due’ di Leonardo De Santis e Michele Sisbarra

LEO: Leggendo i quotidiani  ed i settimanali nazionali, forse, non solo noi, ci accorgiamo che a Foggia all’assenza di “cultura della legalità” si va sostituendo una cultura dell’illegalità, soprattutto nelle fasce giovanili dove i modelli culturali si vanno sempre più impoverendo e la cultura del branco e della violenza la fa da padrone. Si legge su un’inchiesta di Repubblica.it: “Una trentina di gruppi, 78 omicidi, un migliaio di affiliati e all'attivo un clamoroso assalto a colpi di Ak-47 al bunker di una società per la raccolta dei soldi, con i camion e le ruspe incendiati per bloccare l'arrivo delle volanti. Si chiama "Società foggiana", controlla un'intera provincia e taglieggia 8 commercianti su 10. Pochissimi la conoscono, nessuno ne parla, come denuncia il nuovo Questore in una drammatica audizione davanti alla Commissione parlamentare sui i reati contro gli amministratori”.

Lontani sembrano i momenti bui del nostro passato. All’uccisione di  Marcone, Panunzio, Biagini si sommano i nuovi casi che si avviano a non avere una risposta, così come non la ebbero quelli passati. Aggiungiamo macchie indelebili nella vita della nostra Città, ma se vogliamo dare un senso a queste morti, a questi furti efferati, a queste quotidiane prevaricazioni, alla cultura del “pizzo”, se vogliamo cercare di prendere in mano il nostro futuro allora dobbiamo liberarci dalla retorica delle posizioni e finalmente affrontare un problema che è prima culturale e poi sociale.

La paura di rimanere vittime di un reato, le tensioni causate dai ritardi e dagli squilibri nei processi d’integrazione culturale, la sensazione d’emarginazione sociale, la percezione diffusa di insicurezza esistenziale, fisica ambientale e patrimoniale sono tutti fattori che, negli ultimi anni, hanno inciso profondamente sulla qualità della vita della nostra città.

MICHELE: La cultura dell'illegalità a Foggia è una forma mentis, atteggiamenti e azioni sono radicati nel nostro essere cittadini e si manifestano nei piccoli e grandi gesti della nostra giornata. È come essere pervasi da un leggero godimento nel professare il culto della sopraffazione, gesti che ci fanno sentire meglio, invincibili per attimi e perdenti nella vita. Voglio rileggerti qualcosa che ho scritto un po' di tempo fa, all'indomani dell'assassinio del diciassettenne De Rosa,  ma sintomatica dell'illegale modus facendi che si esprime sin dalla giovane età.

"Toraci gonfi ad ostentare una superiorità del corpo sulla mente, vuota spesso, troppo spesso. Nelle mani un boccale che ondeggia a seguire una gestualità clonata da uomini senza storia. Risate fragorose che mascherano l’infelicità delle loro anime. Si studiano le mosse dell’altro, a volte si copiano, altre si leggono come rituale di sfida nell’arena dell’insensata stoltezza.

Donne mostrate come trofei, ragazze in fiore da proteggere più che altro per misurare se stessi, nell’eterna sfida tra la ragionevolezza e l’ottusa forma dei muscoli. Questo c’è nella vita notturna, mattutina, pomeridiana di chi crea un gruppo per creare uno spazio di predominio. Quest’ansia di non sapere cosa si è, oltre all’incosciente superiorità della violenza sulla ragione, è quello che attraversa le viscere di molti ragazzi, figli del nulla e cresciuti nella società delle immagini e dell’insoddisfazione".

Quello che voglio dire è, che va bene il controllo del territorio, ma dobbiamo investire tutte le nostre energie nella formazione dei cittadini al culto della legalità e gli Enti locali devono davvero essere il primo e più importante presidio sul territorio per ridare ai cittadini la convinzione che quando si è nella legalità ci guadagnano tutti e il territorio prospera.

LEO: già, hai ragione, proprio per questo caro Michele proponemmo nella passata legislatura al Sindaco e a tutto il Consiglio Comunale l’Istituzione di una Consulta Permanente per la Legalità, non una sovrastruttura per burocratizzare l’azione comunale, ma un soggetto capace di produrre interventi coordinati tra le varie istituzioni e soprattutto un soggetto promotore di cultura della legalità in tutti gli ambiti educativi della Città. La proposta fu ratificata all’unanimità dal consiglio Comunale all’inizio della consiliatura, partì con un Forum che ebbe riunioni affollatissime di cittadini ed associazioni, per giungere all’elaborazione di un regolamento per la sua istituzione.

Oggi non vedo continuità né amministrativa, né culturale con il percorso intrapreso. Lo posso asserire partendo dal fatto che anche la promessa elettorale fatta a Libera, di aderire al progetto ‘Trasparenza a costo zero’ non è stata ancora mantenuta. Nei prossimi giorni verrà istituita l’associazione Antiracket, insieme a questo atto, mi sembra che sia necessario un segno tangibile da parte della classe politica foggiana, cominciando a lavorare per costruire un nuovo Cittadino ed una nuova idea di Città lontana da quel concentrato di paure e percezioni negative a cui è abituata.

MICHELE: quanto lavoro, quante energie profuse, riuscimmo a far venire anche il procuratore capo De Castris, e poi tutto si è infognato nelle commissioni, nell'arroganza di consiglieri che volevano individuare loro uomini anche in quella Consulta. Spero che la presenza di questa associazione antiracket sia di stimolo per i cittadini onesti e per coloro che sanno in cuor loro di voler cambiare. Per ora assistiamo a questo silenzio assordante della nostra amministrazione. Bye, bye.

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