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Una panchina per due

Una panchina per due

A cura di Leonardo De Santis

Elezioni Pianeta Scuola

Dal blog 'Una panchina per due' di Leonardo De Santis e Michele Sisbarra

LEONARDO. I cosiddetti decreti delegati sulla scuola sono una raccolta di sei leggi emanate in Italia tra il luglio 1973 ed il maggio 1974. Costituirono il primo tentativo di dare una effettiva, ordinata e coerente attuazione ai principi della nostra Costituzione concernente la scuola statale italiana ed hanno rappresentato di fatto il primo testo unico organico riguardante l'istruzione non universitaria nell'Italia repubblicana. Oggi la nostra attenzione sarà focalizzata su gli organi collegiali della scuola, cioè gli organi di gestione e autogoverno della scuola italiana.

Questi organi rappresentano le diverse componenti scolastiche – ovvero docenti, studenti e genitori – e hanno compiti diversi a seconda del loro livello: a livello base (consigli di classe e interclasse) hanno una funzione consultiva e propositiva; a livelli superiori (consigli di circolo/istituto e consigli provinciali) hanno una funzione deliberativa. In generale i componenti degli organi collegiali sono eletti da componenti della loro categoria di appartenenza; interesse particolare ha l’elezione dei rappresentanti degli studenti che parteciperanno agli organi collegiali. Gli animi, spesso sopiti di questa città , sono stati un po’ risvegliati dalla protesta degli studenti del Liceo Lanza – Perugini in merito alle agibilità concesse dal Preside degl’Istituti per l’espletamento della “campagna elettorale” , sono volati un po’ di “stracci”, ma non è a mio parere questo l’aspetto più importante da sviscerare, la contrapposizione tra Preside e studenti sta nelle cose e probabilmente è un buon segno , chiunque poi detenga le migliori ragioni.

Mi viene invece da pensare a questi momenti come l’unica fucina di preparazione al senso civico ed all’impegno politico delle prossime generazioni, sono finiti i tempi in cui le formazioni politiche , di ogni orientamento , creavano spazi e modi per formare gli attivisti ed i dirigenti del futuro. La politica italiana sembra calcare le orme di quella internazionale, una svolta generazionale, un ringiovanimento dei protagonisti, tuttavia a mio modestissimo parere a ciò non corrisponde un incremento qualitativo dell’azione politico-amministrativa. Quasi tutti i partiti hanno un responsabile per la formazione, ma questa non è più di massa, si scelgono i partecipanti e la scelta di per se comporta sempre una rinuncia. La scuola rimane l’ultima possibilità affinché non ci si ritrovi con un popolo inadatto ad affrontare temi complessi e d’importanza rilevante.

MICHELE. È vero, la Scuola, ovviamente pubblica, rimane unico baluardo di formazione civica ancorché politica, ammesso che i due termini siano tra loro distinguibili. Resta tuttavia oggettiva la deflagrazione di una scuola consapevole in tutte le sue forme di rappresentanza. I docenti sembra non abbiano più voglia di credere che la scuola sia anche il luogo per plasmare cittadini consapevoli oltre agli aspetti contenutistici delle singole discipline. I genitori, che non hanno mai brillato in partecipazione nelle scuole superiori, hanno attivato il processo di delega completa ad un'istituzione che fatica a farsene carico. Insomma, un'assenza di consapevolezza delle potenzialità che la scuola offre nel costruire le nuove generazioni.

Un abbandono figlio del disinteresse dei Governi centrali, una filosofia politica per cui costruire uomini è meno importante che allattare i poteri finanziari. In tutto questo si muovono gli studenti, cresciuti nella sfiducia delle altre rappresentanze scolastiche e apatici nella ricerca dell'impegno politico. Crescono così piccoli e sparuti politici che assumono comportamenti delle persone navigate che galleggiano nei partiti. Ricercano consensi e usano strategie per coinvolgere studenti per fini elettorali. Certo, questo non riguarda la totalità dei ragazzi ma, se si è pronti a clonare vecchi metodi, la generazione sarà già vecchia prima ancora di esserlo anagraficamente. Amara analisi? Credo che lo stesso impegno che i giovani profondono nell'associazionismo debbano averlo nell'impegno politico, cioè quotidiano e formativo, affinché la scuola torni ad essere il primo micro cosmo sociale.

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