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Giovedì, 28 Marzo 2024
Sunday Morning

Sunday Morning

A cura di Michele Fiscarelli

SWITCH OFF!

Dal blog Sunday Morning a cura di Michele Fiscarelli

Taluni hanno accolto la notizia etichettandola “Cronaca di una morte annunciata”; talaltri hanno atteso l’epilogo della vicenda per esprimere il proprio cordoglio. Tra scegliere di non scegliere e operare correndo il rischio di sbagliare, Teleblu ha deciso di non deludere le aspettative di quanti pronosticavano un suo contributo al depauperamento dell’occupazione in Capitanata.Simsalabim, dal cilindro spuntano… non una, non due, bensì tre lettere di licenziamento che hanno destato incubi nel corso di una notte di mezza estate. Vi sarete imbattuti nel profluvio di lacrime, commenti e messaggi di solidarietà giunti da ogni dove all’indirizzo dei giornalisti destinatari della missiva. Il ritornello faceva più o meno così: "Con l’interruzione delle trasmissioni da parte dell’emittente televisiva crolla un pilastro dell’informazione". E senza soluzione di continuità: "Ferma condanna all’attacco ordito ai danni della democrazia, della libertà di informazione" e compagnia bella! Insomma chiacchiere, tante chiacchiere per accaparrarsi un posto al sole. Non sono stati sufficienti l'avvento della Rete (dal citizen journalism alle social media companies) né la razionalizzazione delle frequenze televisive ad imporre agli editori riforme strutturali in grado di innovare il sistema. Senza falsa retorica né demagogia, un’impresa nasce per generare profitto e, allorquando contabilizzi risultati economici d’esercizio tali da non portare utili a nuovo, è necessario che l'imprenditore si assuma la responsabilità di cessare l'attività, ammettendo l’insuccesso.

Né il decremento delle risorse umane impiegate nell’esercizio dell’impresa né i compromessi accettati da tecnici e giornalisti sia in termini di dilazione dei pagamenti che di riduzione degli emolumenti sono stati sufficienti alla ristrutturazione dell’industria giornalistica che, quantomeno a livello locale, ha puntualmente evitato di fare sintesi attraverso processi di fusione ed acquisizione che avrebbero potuto contribuire al consolidamento del settore. Quattro emittenti televisive ed una serie di quotidiani e portali di informazione sono evidentemente troppi, quando chi produce notizie deve fare i conti col malvezzo degli utenti che attribuisce valore all'informazione, remunerandola a costo zero. La sfida lanciata dalla Rete avrebbe imposto scelte più coraggiose sul fronte delle inchieste, dell’analisi e delle opinioni, della programmazione dei palinsesti nonché dell’implementazione di nuovi format progettati per un pubblico sempre più digitale, sempre più social.Senza ombra di dubbio, resta il dramma di chi è costretto a deporre il proprio taccuino mentre le notizie corrono senza sosta, dimentiche di chi nel giornalismo ha riposto il sogno di una vita.


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