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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il cortile e il pancotto

Il cortile e il pancotto

A cura di Massimiliano Arena

Liberiamo la Biblioteca Provinciale dalla politica

Dal blog 'Il Cortile e il Pancotto' di Massimiliano Arena

“In questo brutale contesto, l'utilità dei saperi inutili si contrappone radicalmente all'utilità dominante che, in nome di un esclusivo interesse economico, sta progressivamente uccidendo la memoria del passato, le discipline umanistiche, le lingue classiche, l’istruzione, la ricerca, la fantasia, l'arte, il pensiero critico e l'orizzonte civile che dovrebbe ispirare l'attività umana. Nell'universo dell'utilitarismo, infatti, un martello vale più di una sinfonia, un coltello più di una poesia, una chiave inglese più di un quadro: perché è facile capire l'efficacia di un utensile, mentre è sempre più difficile comprendere a cosa possano servire la musica, la letteratura o l'arte. Già Rousseau aveva notato che gli antichi politici parlavano senza posa di costumi e di virtù; i nostri non parlano che di commercio e di denaro”.

Questo brano è tratto dall'introduzione del manifesto di Nuccio Ordine dal titolo L'utilità dell'inutile. Il brano è inserito in un discorso più ampio, secondo il quale l'Europa dovrebbe condonare alla Grecia l'immenso debito che la stessa ha contratto con le istituzioni europee, a fronte dell'immensa eredità culturale e della ricchezza che la Grecia ha tramandato al mondo occidentale, proprio perché i segreti occidentali affondano le loro remote radici in quella civiltà greca. I debiti contratti con le banche e con la finanza possono avere la forza di cancellare con un colpo solo di spugna i più importanti debiti che, nel corso dei secoli, abbiamo contratto con chi ci ha offerto in dono uno straordinario patrimonio artistico letterario, musicale, filosofico, scientificamente e architettonico?

Parafrasando potremmo chiederci se il mero dato economico e i debiti fuori bilancio siano tali da avallare la chiusura di musei e biblioteche ed in particolare la chiusura della Biblioteca Magna Capitana, che ha salvato la tradizione dauna e ha conferito una identità sociale e culturale al capoluogo dauno. Alessandria d’Egitto e Sarajevo, e chissà quante altre biblioteche. Quando si vuole condannare una civiltà alla povertà, si distrugge il patrimonio culturale di quella civiltà, rappresentato dalla biblioteca. Per tale ragione non possiamo permettere che la politica sia inerte dinanzi alla questione culturale.

In verità, mi solletica di più l'idea di una cultura assolutamente slegata e indipendente dal potere politico, sostenuta soltanto dalla collettività sulla quale essa insiste e che la stessa arricchisce. Anche perché dalla classe politica attuale, fatta per lo più da sepolcri imbiancati che non riescono a guardare più in là di un metro dal proprio naso incipriato, non ci si può aspettare più di tanto in termini di visione e di prospettiva. Come possiamo immaginarci un politico che valuti l'importanza di un investimento culturale sulle giovani generazioni, aspettando la ricaduta in termini di crescita sociale di qui a 10 anni? Molto più facile trovare un amministratore che devolva una mensilità del proprio stipendio per salvare una squadra di calcio, anziché per salvare un museo o una biblioteca.

Più facile trovare forse di Adriano Olivetti o il Brunello Cucinelli, i quali con estrema arguzia hanno intuito ciascuno nel proprio ambito che il profitto delle proprie aziende non poteva esistere senza l'elevazione sociale culturale della comunità nelle quali le stesse insistevano.
In attesa di avere il miracolo di un politico che cerca di fondare la propria linea programmatica o più semplicemente una campagna elettorale sul rilancio della cultura come acceleratore sociale ed economico; in attesa della grazia di un imprenditore illuminato che voglia salvare la biblioteca Magna Capitana e i musei,  sarebbe auspicabile una presa di coscienza di madri, padri, educatori, insegnanti che si facciano carico della salvezza della nostra identità culturale, e quindi lancino una campagna di crowfunding e di crowdsourcing dal basso per salvare la biblioteca e liberarla dai legacci della politica. E se ciò non dovesse accadere, che nessuno un giorno si svegli meravigliandosi di 11 attentati in altrettanti esercizi commerciali nell'arco di due giorni. Perché la sociologia è una scienza esatta.

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