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Giovedì, 25 Aprile 2024
C'era una volta il Foggia

C'era una volta il Foggia

A cura di Alessandro Tosques

Dall'inizio difficile alla vittoria del campionato: il Foggia dei record di Pasquale Marino

Dopo un inizio difficile la svolta nella trasferta di Brindisi con il primo dei nove successi consecutivi, record appena battuto dal Foggia di Stroppa. Da lì la cavalcata trionfale conclusasi con la promozione in C1

Per raccontare questa storia bisogna fare una piccola digressione. Partendo da un triste pomeriggio di giugno di 15 anni fa. Allo stadio ‘Falcone-Borsellino’ di Paternò la squadra di casa e il Foggia si giocano un posto nell’allora serie C1. La gara finisce 0-0, medesimo punteggio della gara d’andata giocatasi allo Zaccheria. Ma il miglior piazzamento nella regular season premia i siciliani. Era una finale playoff, tanto per confermare la storica idiosincrasia dei rossoneri per gli spareggi promozione. L’arbitro di quella partita era Andrea De Marco, che poi diventerà internazionale e ora fa l’opinionista tv a Mediaset. Nel Foggia giocava un certo Roberto De Zerbi, l’allenatore del Paternò era Pasquale Marino.

Dopo quell’incredibile trionfo, che suggellò il momento più glorioso della storia del Paternò (oggi milita in Promozione), a Foggia, un po’ come quest’anno, si cercò la via per riprovare a tornare in terza serie. Magari evitando di passare per i playoff. La scelta ricadde proprio sull’uomo che poche settimane prima aveva spezzato i sogni rossoneri. Pasquale Marino accettò la sfida seducente di riportare il Foggia in C1, dopo quattro anni di inferno nell’allora C2. Non sarebbe stato facile: perché i problemi societari che di lì a un anno avrebbero portato la società al fallimento, erano già evidenti. Nonostante tutto la società riuscì a non stravolgere l’organico, trattenendo i big, e puntellandolo con gli innesti funzionali allo spumeggiante 3-4-3, marchio di fabbrica del tecnico siciliano: ad arricchire una rosa già di livello per la categoria, giunsero il terzino Pietro Assennato, il portiere Francesco Rossi. Per l’attacco nessun grande bomber, ma un attaccante di manovra, dalla grande intelligenza tattica, e capace di fare gol pesanti: Renato Greco. A stagione in corso farà il suo ritorno, ormai a fine carriera, anche Beppe Di Bari. Completeranno l’organico i difensori Bonatti e Aquaro e il centrocampista De Rosa.

L’inizio sarà quasi un calvario, tra i succitati problemi societari che bloccheranno inizialmente il tesseramento dei nuovi acquisti, e la normale fase di rodaggio di cui necessitava la squadra. All’esordio felice con il Latina, seguirono il pari di Giugliano e il sorprendente tonfo interno con il Ragusa. Quando già la depressione cominciava a serpeggiare tra i tifosi, ad Andria andò in scena un assaggio del grande Foggia che di lì a poco la piazza avrebbe ammirato. I rossoneri ribaltano l’iniziale svantaggio portandosi sul 3-1 grazie anche a un super gol di Mariniello. Finirà 3-3 ma in città si respira un’aria nuova. E la macchina, finito il rodaggio, comincia a correre. 16 punti in 8 partite, prima del k.o. ad Acireale, preludio però alla grande vittoria con il Brindisi, che sarà l’avversaria del Foggia nella lotta al vertice. Il successo fu il primo dei nove consecutivi, record assoluto nella storia rossonera, battuto la scorsa settimana dal Foggia di Stroppa. Ma i punti di contatto tra quel Foggia e quello che è a un punto dall’agognato ritorno in B non finiscono qui.

Di quelle nove perle, resta negli annali e nell’immaginario collettivo la vittoria prenatalizia allo Zaccheria con la Nocerina, in quel momento capolista. Un successo firmato De Zerbi – con una chirurgica punizione sotto il sette che mandò in estasi la ‘Sud’ – e Greco, con una meravigliosa girata che fece impazzire la ‘Nord’. La promozione arriverà quattro mesi dopo in trasferta, con uno 0-0 al ‘Flaminio’ di Roma contro la Lodigiani.  Era il 27 aprile, quasi 14 anni fa. E sempre in terra laziale il Foggia di Stroppa potrebbe festeggiare la vittoria del campionato. Un anno dopo una finale playoff persa. Proprio come accadde al Foggia di Marino.
Squadra protagonista di una stagione indimenticabile, che stravinse il campionato grazie al bel gioco e allo spettacolare tridente De Zerbi-Greco-Del Core. Era il Foggia del metronomo Catalano, e del talento autoctono di Michele Pazienza, del jolly Mariniello, di Roberto Carannante, capitano col vizio del gol, dell’elegante Costanzo e del pendolino Brutto. A oggi resta l’ultima squadra ad aver conquistato una promozione vincendo il campionato. Primato che domani, finalmente, potrebbe cadere.

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