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In Puglia la Bat vuole la zona arancione. Lopalco frena: "Virus circola". Emiliano: "Pfizer e Moderna finiti"

La richiesta è giunta stamani da parte del sindaco di Barletta Cosimo Cannito. In Consiglio Regionale l'Assessore ha parlato di segnali di ripresa, ma sulle riaperture resta cauto: "Dobbiamo far calare la circolazione virale". Capitolo vaccini: finite le scorte di Pfizer e Moderna: "Dobbiamo aspettare mercoledì prossimo, siamo molto carichi di Astrazeneca"

“Negli ultimi due giorni abbiamo fatto 50.000 vaccinazioni e ci siamo completamente riallineati ai target che ci ha dato il Governo. Ogni Regione ha il suo progress di campagna vaccinale, e la polemica in un momento del genere non solo è inopportuno, ma è contrario proprio al minimo di collaborazione reciproca basata sul non creare disdoro inutile e, soprattutto, nel non ostacolare il lavoro e la legittimazione di chi, in questo momento, deve prendere decisioni durissime, difficilissime”, è quanto ha dichiarato il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano nel corso dei lavori del Consiglio Regionale.

Emiliano ha anche annunciato che oggi in Puglia sono terminati i vaccini Pfizer e Moderna: “Siamo ancora molto carichi di AstraZeneca. Capirete bene che promuovere la campagna vaccinale anche sul vaccino AstraZeneca è una cosa che stiamo facendo grazie all’aiuto dei Sindaci, della mobilitazione sociale. I sistemi di prenotazione sul web hanno dato risultati non buoni perché molta gente è in dubbio, soprattutto nella fascia da 60 a 79 anni, sul vaccino che deve essere fatto”.

Sul tema dei vaccini è intervenuto anche l'assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, il quale ha fatto il punto sulla situazione della campagna vaccinale in Puglia, replicando anche alle critiche sul basso numero di somministrazioni nella regione: "Sapete perché la Puglia sta indietro? Perché noi, nonostante abbiamo una macchina vaccinale che funziona molto bene, purtroppo abbiamo finito i vaccini e dobbiamo aspettare mercoledì per il prossimo arrivo di Pfizer. Fino a mercoledì non abbiamo Pfizer. Abbiamo AstraZeneca. Se noi abbiamo in pancia tanto vaccino AstraZeneca non è colpa della Regione Puglia, ma è colpa di tutti quei pasticci che sono stati fatti su questo vaccino".

A rallentare la campagna, secondo l'assessore, è stata la rimodulazione delle somministrazioni di Astrazeneca decise dal Ministero della Salute: "Noi avevamo programmato in maniera molto precisa, per non finire senza vaccini e per non trovarci nella difficoltà di dire “no, mi dispiace, abbiamo finito i vaccini”. Proprio per questo motivo noi avevamo pianificato l’utilizzo del vaccino AstraZeneca per determinate categorie per le quali, una dopo l’altra, il Ministero ci ha detto che non potevamo utilizzarlo. Avevamo pensato ai caregiver e quando abbiamo pianificato e messo da parte i vaccini per i caregiver, ci è stato detto: "no, mi dispiace ma AstraZeneca per i caregiver non li potete utilizzare. L’avevamo utilizzato per i cosiddetti servizi prioritari? Ci è stato detto: "non li potete utilizzare per i servizi prioritari". Quindi, la nostra pianificazione era corretta; è stato tutto sballottato per il pasticcio che è stato fatto su AstraZeneca. Fortunatamente, nel momento in cui noi siamo partiti con la vaccinazione dei settantanovenni, settanttottenni, quindi della classe di settant’anni, quel vaccino lo stiamo consumando, e lo stiamo consumando al ritmo di 25mila vaccinazioni giornaliere, cioè 5mila in più di quello che è il tetto massimo che ci ha dato il Generale Figliuolo, che ci ha dato 20.700 vaccini al giorno. Ha detto: non andate oltre questo tetto, perché se andate oltre questo tetto, i vaccini non ve li diamo. Ora, noi possiamo andare un po’ sopra questo tetto perché abbiamo la scorta di AstraZeneca. Altrimenti, noi staremmo già “sopratetto” col Piano vaccinale".

Nel corso dei lavori si è parlato anche di zona arancione e di riaperture di determinate attività, come i ristoranti. A tal proposito, l'epidemiologo ha ribadito l'importanza di avere una buona copertura vaccinale, molto più efficace rispetto al semplice ricorso ai test rapidi: "Le attività di ristorazione, di bar e di somministrazione di bevande stanno soffrendo di più perché sono quelle attività in cui purtroppo è più facile che si verifichi il contagio. Mentre, io posso, con delle norme non farmacologiche (mascherine, igiene delle mani, distanziamento), tenere aperto un negozio di abbigliamento nella stessa condizione epidemiologica di circolazione del virus, purtroppo il bar e il ristorante hanno un problema in più, che è legato al fatto che sono delle attività che si compiono senza mascherina e soprattutto toccando le superfici. Siamo consapevoli del fatto che il tampone veloce riduce il rischio, ma non lo azzera. Attenzione, se io faccio un tampone non sono sicuro al 100 per cento di non essere portatore.".

"Noi dobbiamo cercare di fare tutti gli sforzi - ha aggiunto Lopalco - attraverso la vaccinazione e attraverso anche le misure non farmacologiche, cioè il rispetto delle regole e purtroppo anche le chiusure, per uscire dalla zona arancione, perché zona arancione non significa un semplice colore, zona arancione significa che il virus sta circolando e che c’è ancora una forza dell’infezione alta. Dobbiamo abbassare la forza dell’infezione, e quando abbasseremo la forza dell’infezione potremo permetterci sicuramente delle libertà, grazie alla vaccinazione e grazie anche a un uso intelligente del tampone. In quel momento noi potremo davvero dire: possiamo far ripartire pezzi importantissimi della nostra economia. Ecco perché ci dobbiamo impegnare a far calare la circolazione virale”.

Capitolo riaperture e fasce. Per Lopalco la zona rossa è stata fondamentale "per evitare un'ondata pandemica che sarebbe stata disastrosa". E non nasconde l'ottimismo per il futuro, parlando di segnali positivi: "I segnali che noi abbiamo in questo momento in Puglia sono segnali relativi al fatto che siamo effettivamente riusciti a bloccare e a fermare l’ondata pandemica. Ci sono dei buoni segnali di ripresa, dei segnali di abbassamento dei casi, di un allentamento sul settore ospedaliero, che già comincia a farsi sentire. Ovviamente, voi sapete meglio di noi che le decisioni sulle fasce, sulle aperture, su quello che ci possiamo permettere sono decisioni governative, perché alle Regioni sono stati tolti tutti i poteri di allentare determinate precauzioni. Quindi, noi siamo abbastanza ottimisti nel dire che, nel momento in cui noi passeremo e torneremo in una fascia di rischio bassa, potremo, anche in virtù dei sacrifici fatti e anche in virtù delle coperture vaccinali che riusciremo ad ottenere, perché le coperture vaccinali sono buone, checché se ne stia dicendo in giro, noi riusciremo a permetterci, anche rispetto ad altre Regioni italiane, probabilmente delle aperture migliori, più libere e ‒ non è escluso ‒ anche più anticipate rispetto al resto del Paese".

Una risposta quasi implicita alla richiesta formulata dal sindaco di Barletta Cosimo Cannito al presidente Emiliano di rivedere la permanenza in zona rossa della provincia di Barletta-Andria-Trani: "Gli operatori del terziario e non solo sono stanchi ed esasperati. Chiedo a Emiliano, al Prefetto della Bat e al Ministro Speranza interventi decisivi per consentire al nostro territorio di cominciare a tornare alla normalità". 

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