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"Ce l'avete fatta!". Lucia e Dorella, congiunte contro i pregiudizi (e il Covid): "Dovremmo avere tutti questo coraggio"

Mentre in tutt'Italia si continuano a rinviare le nozze, Lucia e Dorella hanno anticipato i tempi e ora sono ufficialmente congiunte, anche rispetto alla possibilità (si spera remota) di un nuovo lockdown, che con le sue regole stringenti, non sempre ha riconosciuto la loro consolidata unione. “E’ la realizzazione di un sogno"

Congiunte. Ufficialmente. Dinanzi alla legge, alle coscienze e alla società. Congiunte, finalmente, anche rispetto alla possibilità (si spera remota), di un nuovo lockdown, come quello che nel marzo e aprile scorsi, con le sue regole stringenti, non sempre ha riconosciuto la loro unione, seppure consolidata dal tempo e dalla lunga convivenza. 

Per questo motivo, mentre in tutt’Italia si continuano a rimandare matrimoni per l’emergenza Covid-19 in corso, Lucia e Dorella, andando controcorrente, hanno deciso di stingere i tempi e di anticipare le loro nozze: un balzo in avanti, dal 10 ottobre al 28 agosto, per ufficializzare una unione lunga 8 anni. La cerimonia si è tenuta a Lecce, dove vivono entrambe: Lucia, foggiana di 41 anni, impiegata amministrativa, si è trasferita nella città salentina per amore e lì ha trovato la sua dimensione; Dorella, 46 anni, infermiera, educatrice ed esperta dei processi formativi, viveva già lì per lavoro.

Quel lavoro che la vede ogni giorno nei reparti e nelle corsie di una struttura sanitaria, esposta quindi quotidianamente al rischio contagio. Tutte incognite e incertezze che hanno spinto le due donne ad anticipare il grande passo. Il loro ‘sì’ è stato pronunciato a cuore leggero, dinanzi ai familiari e agli amici più stretti (in ossequio alle norme anti-Covid). A festeggiare la loro unione, una piccola comunità arcobaleno al grido: “Ce l’avete fatta!”, sintetizzando in quella breve frase un vissuto e un percorso di difficoltà, coraggio e consapevolezza.

La loro storia, raccontano Lucia e Dorella, è iniziata il 6 gennaio del 2012. E ci hanno creduto entrambe, fortemente, sin dal primo momento. Al punto che Lucia, armi e bagagli, si è trasferita giù a Lecce, sorprendendo tutti. Ma il loro percorso non è stato sempre facile: “Il percorso di Dorella è stato difficile - spiega Lucia a FoggiaToday - poiché ha dovuto superare la chiusura mentale di un piccolo paese, l’ultimo della Puglia, e lo scetticismo di amici e parenti”. Diverso, invece, quello di Lucia: “Essere ‘fuggita’ da Foggia ha rafforzato il mio carattere. Dopo un periodo trascorso a Torino, la strada è stata tutta in discesa”, spiega. “Ho affrontato il mio percorso con serenità e consapevolezza”.

L’anello al dito e la firma sul registro segnano, per loro, un cambio di vita e di status importante. “Un passaggio culturale che andava celebrato”, spiegano. “Avere il coraggio di essere sé stessi, con i propri orientamenti sessuali, e far valere i propri diritti dovrebbe essere esso stesso un diritto. Dovremmo avere tutti questo coraggio”, rivendicano. E mentre la routine quotidiana e lavorativa ha ripreso a scandire i tempi e le giornate come sempre, loro riassumono così quella giornata che, senza rivoluzionare apparentemente nulla, ha di fatto cambiato tutto: “E’ la realizzazione di un sogno. Il desiderio di apporre una firma che sigla legalmente la costituzione di una famiglia. Una fede al dito che rafforza i sentimenti del cuore”. Loro ce l’hanno fatta.

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