rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Attualità Casalvecchio di Puglia

"L'ingiustizia palese" secondo don Ciro Miele, il parroco pro Ddl Zan: "Chi decide che uno è meno essere umano dell'altro?"

Chi non l’ha presa bene è don Ciro Miele, parroco della chiesa dei santi Pietro e Paolo Apostoli, che non solleva certa politica e la chiesa, dalle responsabilità del fallimento sul dibattito intorno al Ddl Zan, definendo, l’epilogo, “un’ingiustizia palese”

“Sarebbe stato uno strumento importante, non solo sul versante punitivo, ma soprattutto su quello educativo: il contrasto al bullismo di tipo omofobo è stato sacrificato”. Ieri, a Foggiatoday, Vladimir Luxuria commentava così la ‘tagliola’ del Senato al Ddl Zan.

Il tentativo naufragato in uno dei due rami del Parlamento, di estendere l’aggravante per chi incita o commette atti di violenza legati a questioni di etnia, razza e religione, anche ai reati di odio nei confronti di gay, lesbiche, trans e disabili, ha fatto insorgere la comunità Lgbt. A Foggia il 1 novembre gli attivisti e i cittadini manifesteranno per le vie della città.

Chi non l’ha presa bene è don Ciro Miele, parroco della chiesa dei santi Pietro e Paolo Apostoli, che non solleva certa politica e la chiesa, dalle responsabilità del fallimento sul dibattito intorno al Ddl Zan, definendo, l’epilogo, “un’ingiustizia palese”. 

Un colpo al cerchio e l’altro alla botte, il parroco è dell’opinione che temi così complessi andrebbero analizzati da chi possiede un minimo di preparazione e di competenza. Nulla a che vedere con un Parlamento abbastanza impreparato su tutto. Ergo, argomenti come quelli contenuti nel ddl Zan, non possono essere trattati con leggerezza, perché . spiega Don Ciro Miele a Foggiatoday - “c’è l’uomo di mezzo, in carne ed ossa”. E Gesù, evidenzia, “quando deve scegliere tra la legge e l’uomo, sceglie sempre l’uomo”.

Il docente di Teologia Fondamentale presso l’Issr Metropolitano ‘San Michele Arcangelo’ di Foggia, e di Ecunemismo presso l’istituto superiore interdiocesano di Scienze Religiose Nola-Acerra, ribadisce quanto espresso a caldo sui social dopo l'esultanza "becera" dei senatori del no al Ddl Zan: “Solo chi ha raccolto le lacrime di mamme di omosessuali bullizzati, come il sottoscritto, o quelle di ragazzi e ragazze sull’orlo del suicidio per i maltrattamenti subiti, può capire che non si può far finta di niente. Non ci si può rassegnare all’idea che ci siano esseri umani considerati meno esseri umani degli altri. No, non ci si può rassegnare. La storia ce ne chiederà conto. Ed anche il buon Dio. Altroché!”

Nel mirino di don Ciro finisce anche la Chiesa: “Dovremmo essere esperti in umanità. Quando i precetti, gli obblighi, i divieti prendono il sopravvento, si smette di guardare negli occhi l’uomo, i suoi bisogni, le povertà. Il Parlamento a quale tipo di chiesa si appella? Degli obblighi e dei divieti? Gesù quando deve scegliere tra la legge e l’uomo sceglie sempre l’uomo. Dobbiamo agire, vangelo alla mano, prendere le nostre decisioni, assumendocene le responsabilità. Come chiesa dovremmo mostrare il lato umano, quelli che ci ha insegnato Gesù, di stare vicini alla gente”

Il parroco pro Ddl Zan non dimentica l’esistenza di una parte della società emarginata e calpestata o che non vede riconosciuti i suoi diritti. D'altronde, aggiunge, “chi decide che uno è meno essere umano dell’altro?”.

L'educatore, da sempre a stretto contatto con le nuove generazioni che definisce “la parte debole della società", ritiene che i ragazzi siano più sensibili e preparati degli adulti sui temi dei diritti, dell'ecologia e del sociale. "Il problema non è credere o non credere, ma pensare o non pensare. E noi, abbiamo credenti che purtroppo non pensano" conclude don Ciro Miele.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"L'ingiustizia palese" secondo don Ciro Miele, il parroco pro Ddl Zan: "Chi decide che uno è meno essere umano dell'altro?"

FoggiaToday è in caricamento