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Sabato, 20 Aprile 2024
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Maria Chiara Giannetta si prende il Sanremo dei record

La co-conduttrice della quarta serata di Sanremo, quella delle cover e dei record, conquista l'Ariston e gli italiani al fianco di Amadeus. Attrice nota al pubblico per Blanca e il capitano Anna Olivieri di don Matteo, ha mosso i suoi primi passi al Teatro dei Limoni di Foggia

Una grande serata, premiata anche dai dati d'ascolto (60,5% di share, record degli ultimi 27 anni), che ha visto tra le protagoniste la foggiana Maria Chiara Giannetta. La sua performance nella quarta serata del Festival di Sanremo (quella dedicata alle cover) è stata senza dubbio tra le più convincenti. A renderla magistrale, la logica difficoltà di dover salire sul palco il giorno dopo la mattatrice assoluta del festival Drusilla Foer. Un onere che non ha gravato minimamente sulla qualità ed efficacia della prestazione. 

E pensare che tutto è cominciato con un prologo non proprio entusiasmante. La presentazione di Amadeus e il riferimento ai "teatrini di Foggia" nei quali già all'età di 8 anni cominciò a esibirsi, avranno fatto storcere il naso a molti, specie a chi quei "teatrini" li conosce e li vive. Ma tant'è. A rimediare ci ha pensato la diretta interessata, semplicemente perfetta. Perché Maria Chiara è stata se stessa, affidandosi al proprio talento, senza arzigogoli né maldestri tentativi di andare oltre le proprie competenze, senza farsi sedurre dall'idea di banalizzare tematiche serie con monologhi stucchevoli, ma soprattutto calandosi alla perfezione in un contesto nuovo. Lei nei teatri ci è nata e si è formata, ma condurre la rassegna canora più importante del Paese è un'altra cosa. Che fosse una neofita della conduzione, non se n'è accorto nessuno. 

Già dall'ingresso in scena, con l'anaforico "cado, cado, cado" che ne ha accompagnato la prima discesa delle scale a velocità sostenuta, ha iniziato a distillare gocce di freschezza e simpatia, che in pochi minuti hanno fatto breccia tra gli spettatori. 

Sorrisi che si affastellano sin dal racconto del colloquio telefonico con Amadeus - che le propose la co-conduzione del Festival ricevendo come prima risposta un "Ci penso" - cui fa seguito la mini-gag sui tempi di lettura del testo di presentazione del cantante pronto a esibirsi. Seguirà uno dei momenti che sicuramente i foggiani non dimenticheranno: il saluto in rigoroso foggiano ai genitori, amici e foggiani tutti, con tanto di riferimento agli scagliozzi, a cui anche Amadeus si presta con risultati rivedibili. Non mancherà anche un dolce pensiero per Sant'Agata di Puglia, paese dei suoi nonni. 

"Abbiamo composto io e un mio amico, un dialogo tra due innamorati che si ingelosiscono e si tradiscono e abbiamo usato solo i testi di alcune canzoni", annuncia poco dopo la Giannetta, che con l'attore e collega di fiction Maurizio Lastrico (è il pm di Spoleto Marco Nardi in 'Don Matteo', ndr) dà vita a una delle gag più divertenti, un omaggio alla storia della musica italiana. 

Ma il momento più emozionante arriva a metà serata, quando si parla del personaggio di Blanca, la serie tv sulla poliziotta non vedente interpretata dalla Giannetta, che ha riscosso un grandissimo successo (è in fase di scrittura la seconda stagione, ndr). L'ha definita "un'esperienza unica", non tanto per la crescita professionale che un ruolo così delicato le ha garantito, ma per le lezioni di vita ricevute da coloro i quali l'hanno aiutata a diventare Blanca: "Ho passato tanti momenti completamente al buio e per farvi capire meglio l'esperienza che ho vissuto, volevo chiedere a voi tutti di chiudere gli occhi per pochi istanti e ascoltare. Quando dico di ascoltare, non intendo con le vostre orecchie, ma con tutti i vostri sensi; con i battiti del petto, il calore del vostro corpo e dell'ambiente intorno, il vostro respiro, annusare gli odori intorno a voi, il sapore che avete in bocca. Ora, avete capito un po' di cosa si tratta". 

A quel punto entrano in scena "gli angeli", persone non vedenti grazie alle quali Maria Chiara è riuscita a calarsi perfettamente nella parte di Blanca: "Quando ho iniziato questa avventura sono stata affiancata da cinque persone, i miei guardiani. Guardiano significa custodire, sorvegliare. Deriva da guardia che a sua volta deriva da guardare. E mi ha fatto sorridere perché i miei guardiani sono ciechi". 

Maria Chiara Giannetta Sanremo 2-2-2

E quei guardiani sono con lei sul palco, a cominciare da Michela Cota, originaria della Capitanata come la Giannetta (di Mattinata), nonché capitana della squadra di calcio dei non vedenti della Roma: "È stata la prima persona che ho contattato. Io non sapevo da dove iniziare, così lei mi ha mandato un video che la ritraeva mentre si occupava delle faccende di casa. Ho scoperto che vive con un tempo dettato soltanto da lei, non dal mondo, non dagli altri. Gestisce il tempo a suo piacimento, non corre, non ha fretta. E io, invece? Quanto mi affanno, quanto sono abituata a correre dietro al tempo. Ho scoperto, grazie a lei, che quando voglio posso fermarmi". 

Maria Chiara Giannetta Sanremo-2

Poi è la volta di Marco e Sara, conosciuti nei teatri di posa di Blanca: "Sono posti assurdi, pieni di scale e corridoi stretti. Ho potuto vedere come Marco e Sara si muovevano con calma e attenzione. E non avevano difficoltà a chiedermi di aiutarli. E quante volte, per orgoglio o per non apparire debole, non ho mai chiesto aiuto. Che stupida". 

Segue la campionessa paralimpica Maria: "Una valanga. È nata in Puglia, odiava che le dicessero che cosa non potessa fare. Lei faceva di tutto, correva, andava in bici, usciva con gli amici. Poi a 19 anni, contro tutto e tutti, sale su un treno per Roma, senza cane e senza bastone. La mattina trova lavoro in un call center, il pomeriggio si allena per correre. È il 1996, Maria partecipa ai giochi paralimpici di Atlanta; è in finale e tocca correre i 100 metri. Maria in posizione e trema, mi sembra assurdo che questa donna possa avere paura. Eppure, quando sente lo sparo non parte. Quella sera torna in albergo, sa che dovrà correre i 400 metri e sa che sarà la sua ultima occasione. Arriva terza. Nella sua carriera ha vinto due bronzi e un argento". 

Infine, Maria Chiara parla di Veronica, il cui contributo è stato fondamentale soprattutto per la conoscenza del mondo dei cani guida: "Veronica e il suo cane sono una unica entità. Ho potuto vedere come la protegge, come la avverte quando c'è un marciapiede o degli scalini o degli ostacoli bassi. Allora, ho pensato di chiederle «Veronica, come fai con li ostacoli alti, tipo i rami o i pali?» e lei mi ha risposto, ridendo «Quelli te li prendi in faccia»".

 "Blanca è tutti loro", ha aggiunto l'attrice foggiana. "È l'incaponirsi di Michela, il potersi fidare di Marco e Sara, l'ironia di Veronica, il salto nel vuoto di Maria. E io ho imparato che è bello mettersi un vestito elegante e truccarsi, però è anche bello andare oltre ciò che si vede. Ho imparato ad ascoltare oltre ciò che vedo, oltre i miei pregiudizi, i miei imbarazzi, i miei disagi, le mie paure. E ho scoperto che quello che non conosco è una ricchezza infinita che mi rende umana. E voi vi siete messi per qualche istante nei panni dei miei guardiani. Io l’ho fatto per diversi mesi e ve lo assicuro, è stata una figata".

"Grazie a Maria Chiara, che ha interpretato in maniera reale e sentita il personaggio Blanca. E grazie a mamma Rai per aver dato voce a tutti noi, perché bisogna fare tanta cultura. Non perdiamoci di vista, mi raccomando", la chiosa autoironica di Michela Cota. 

Il ringraziamento giunge anche dalla Capitanata e dalla Puglia, al cui capiente bagaglio di talenti mamma Rai (con Checco Zalone e Maria Chiara Giannetta) ha attinto per produrre un'edizione da record.

Quel che è certo è che al 72esimo festival di Sanremo, con il contributo di Maria Chiara è stato posto all'attenzione di tutti il risultato ottenuto dal duro lavoro di realtà come il Teatro dei Limoni e non solo, che si sono assunti l'arduo compito di costruire un luogo in cui ci sia spazio solo per la cultura, per i talenti da indottrinare e lanciare. E per quel senso di normale civiltà che una malsana minoranza si diverte a oltraggiare sistematicamente. 

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