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Il 'granello di polvere' che inceppò la Società Foggiana. A teatro il 'Nero Novembre' che legò le vite di Mario e Giovanni

Il debutto il prossimo 10 luglio, a Mattinata. Prodotto da AVL e Teatro della Polvere, lo spettacolo prende corpo grazie alla penna di Marcello Strinati e alla regia di Enzo Toma. Lo spettacolo è realizzato con il contributo della Fondazione Monti Uniti di Foggia e il patrocinio della Consulta provinciale della Legalità, Teatro pubblico Pugliese e Università di Foggia

Debutterà il prossimo 10 luglio, a Mattinata, nell’ambito della rassegna di teatro civile ‘Teatri di Luce & di Pace’, lo spettacolo ‘Nero Novembre’, ispirato alla vicenda umana e giudiziaria di Mario Nero, testimone di giustizia per l’omicidio di Giovanni Panunzio, l’imprenditore edile assassinato dalla mafia per essersi ribellato al pizzo.

Mario Nero, prematuramente scomparso lo scorso gennaio, fu il 'granello di polvere' che inceppò la macchina della Società Foggiana. La sua testimonianza disvelò l'esistenza della mafia a Foggia. Alla sua vicenda si ispira lo spettacolo ‘Nero Novembre’, una storia di coraggio e solitudine. Due elementi che hanno caratterizzato le battaglie di Giovanni Panunzio e Mario Nero, le cui vite si sono sfiorate ed intrecciate indissolubilmente la sera del 6 novembre 1992, quando l’imprenditore fu giustiziato in strada dai sicari della 'Società' e Mario Nero si trovò, casualmente, sulla stessa strada del killer.  Aveva 29 anni e, dopo una notte di dubbi e tormenti, decise di raccontare ciò che aveva visto.

Fece la cosa giusta. Ma da allora, per lui fu l’inizio di un calvario: rinnegato e ghettizzato dalla società; abbandonato, ad intermittenza, da quello Stato che doveva proteggerlo e non farlo sentire solo. Prodotto da AVL e Teatro della Polvere, in collaborazione con Il Piccolo Teatro di Foggia, Officina Teatrale - Teatro dell’Accorgersi e Scena aperta, lo spettacolo ‘Nero Novembre’ prende corpo grazie alla penna di Marcello Strinati e alla regia di Enzo Toma. Sul palco, ci saranno gli attori Umberto junior Contini, Stefano Corsi, Francesco Gravino, Simona Ianigro, Mimmo Padrone e Roberta Strazzella. Lo spettacolo è realizzato con il contributo della Fondazione Monti Uniti di Foggia e il patrocinio della Consulta provinciale della Legalità, Teatro pubblico Pugliese e Università di Foggia.

Mario Nero, una vita in pericolo per la verità 

LO SPETTACOLO | 'Nero Novembre' è uno spettacolo onirico, giocato sui ricordi e i continui flashback, con una  scenografia scarna e spoglia che ha l’unico scopo di esprimere la solitudine di un uomo. “La sfida più grande - ha spiegato a FoggiaToday il regista Enzo Toma - è stato non scadere nella retorica. E’ facile dichiararsi dalla parte della legalità, ma è più difficile comprendere cosa questo comporta nel concreto”, spiega. “Nel caso dell’allestimento teatrale, l’aspetto più delicato sarà riuscire a restituire al pubblico le emozioni, i conflitti, le paure delle persone coinvolte in questa vicenda: da Mario Nero alla famiglia Panunzio, fino all’intera comunità. Ho voluto pochi elementi scenici per dare spazio alla vicenda, alle situazioni, agli ambienti. Il movimento, l’uso della musica sono elementi essenziali dello spettacolo. Gli attori saranno tutti in scena, non esistono quinte; lo spettatore, quindi, sarà coinvolto a livello emozionale. Proverà e sentirà cosa vuol dire decidere di stare non dalla parte del male”.

“É un debutto per cui sento molta responsabilità: sono vicino alla famiglia Panunzio da molti anni e con loro ho condiviso questo percorso che mi ha portato alla realizzazione di questa opera che non è solo un omaggio a Giovanni, ma un vero e proprio chiudere il cerchio attorno a una vicenda che ha fatto male alla città e che, tuttora, ha ferite ancora aperte”, spiega, invece, l’autore del testo Marcello Strinati. “Mario Nero è un uomo a cui hanno tolto molto, il cui valore, di uomo onesto e integro, non è stato riconosciuto abbastanza. L’ambizione, con questo spettacolo, è quella di rafforzare la consapevolezza che, nonostante tutto, è sempre meglio non stare dalla parte del male”.

“Abbiamo aderito subito al progetto”, spiega Aldo Ligustro, presidente della Fondazione Monti Uniti di Foggia. “I temi della legalità e della memoria ci vedono da sempre particolarmente attivi e sensibili, con vari progetti sul territorio. Siamo convinti che la lotta alla criminalità non si faccia solo con la repressione, ma anche e soprattutto promuovendo la conoscenza e la consapevolezza di quelli che sono gli effetti nefasti sulla società e su ciascuno di noi. Per questo, nel quadro delle iniziative della Consulta provinciale per la Legalità, abbiamo deciso di sposare questo progetto sostenendo, con un linguaggio diverso - quello teatrale - un messaggio che non può che essere univoco”.

“Non potevamo non celebrare la memoria di quest’uomo, scomparso prematuramente nel mese di gennaio", aggiunge Giuseppe D'Urso, direttore del Teatro Pubblico Pugliese. "Onorare la storia e il coraggio di un uomo che si è complicato la vita per fare il proprio dovere di cittadino e dare un contributo all’accertamento della verità. Era doveroso da parte nostra e, devo ammettere, questa volta la città non è stata inadempiente: è stata lanciata l’idea ed è diventata collettiva. Ora l’impegno sarà continuare a perpetuare la memoria di quest’uomo e la sua testimonianza di legalità, a partire dalle scuole. E’ una eredità che non deve andare dispersa”.

La foto a corredo dell'articolo è tratta dal documentario 'La città ideale' di Antonio Fortarezza.

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