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Centinaia di studenti rispondono 'presente', ritorno in classe oltre le previsioni. Goduto: "Ma non è la scuola dei nostri sogni"

Rispetto alle precedenti ordinanze della Regione Puglia, sono molti di più i bambini tornati fisicamente in classe oggi all'Istituto Comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura di Foggia: il 65% nella scuola primaria e il 48% nella secondaria di primo grado

"Mi pare evidente ci sia una tendenza sempre più marcata verso la didattica in presenza". Sulla scorta dei numeri registrati all'istituto comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura di Foggia, la dirigente scolastica Mariolina Goduto osserva un orientamento diverso dei genitori rispetto alle precedenti ordinanze del presidente della Regione Puglia, "ormai numerosissime", che concedevano la facoltà di scelta. Si riduce la percentuale delle famiglie che hanno opzionato la didattica a distanza. 

Oggi erano fisicamente presenti in aula 228 alunni su 352 nella scuola primaria (il 65%) e 30 studenti su 62 delle classi prime della secondaria di primo grado (48%). Naturalmente, il dato non ha la pretesa di assumere valore statistico a livello generale, ma il suo è uno degli osservatori per provare a interpretare il trend.

"A conti fatti, a livello di razionalità e di probabilità ci saremmo potuti aspettare un risultato che fosse addirittura opposto rispetto a quello che abbiamo registrato". La dirigente non se lo aspettava, alla luce del quadro epidemiologico attuale. "Questa forse è la prima ordinanza emanata in zona rossa e in una situazione di eccezionalità determinata naturalmente anche dal peso che sta gravando sulle terapie intensive, considerato il numero di persone contagiate e probabilmente anche le ricadute che le varianti stanno avendo sulla popolazione più giovane. Ai genitori è stata concessa la possibilità di scegliere la didattica a distanza in situazioni meno complicate, con la regione collocata in zona gialla e un carico di preoccupazione e di ansia sicuramente ridotto, e questo - afferma la dirigente - mi ha indotto a riflettere: probabilmente non è quello che condiziona i genitori, forse le ragioni della scelta sono da ricercare altrove".

Lunedì la scuola ha aperto un form da compilare per richiedere la Dad. L'ordinanza n.102, emanata da Michele Emiliano per consentire la facoltà di scelta alle famiglie degli alunni della scuola primaria e delle classi prime della scuola media, era stata firmata solo lo scorso 4 aprile, quindi in poche ore gli istituti hanno dovuto predisporre i moduli e attrezzarsi per il ritorno in classe in modalità sincrona. La procedura si equivale un po' per tutte le scuole, alcuni istituti al massimo ha concesso qualche ora in più.

È stata una giornata un po' problematica, la dirigente Goduto non fatica ad ammetterlo. Il mondo della scuola in Puglia è sballottato tra ordinanze e decreti. "È una didattica in presenza molto tormentata". Aperture e chiusure a intermittenza - "anche forzate, che disponiamo d'intesa con la Asl per contagi e quarantene" - come l'alternanza tra Did, Dad e presenza, stanno mettendo a dura prova l'intero sistema che, indomito, ha resistito provando a contemperare tutte le esigenze.

Mariolina Goduto non si esime dall'esprimere la sua opinione, per quanto non intenda in alcun modo ingerire nelle scelte delle famiglie. Ha un'esperienza trentennale nel mondo della scuola, sempre schietta, non hai mai fatto mancare il proprio contributo nei dibattiti sul tema educativo, anche rispetto alle questioni più spinose.

Per la verità, tra le righe, la sua opinione traspariva vagamente anche dalla formulazione dell'avviso ai genitori pubblicato due giorni fa sulla bacheca dell'istituto. Nell'incipit si leggeva: "Si comunica che, nonostante il posizionamento della Regione Puglia in 'zona rossa', il D.L. 1 aprile 2021 n. 44 dispone, a partire da mercoledì 7 aprile, lo svolgimento 'in presenza' dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado". Più avanti si evidenziava lo spirito dell'ordinanza di Emiliano ("Il provvedimento ribadisce, ancora una volta, che a fronte degli interessi coinvolti nell’attuale ed eccezionale fase pandemica, è necessario assolvere primariamente al dovere di prevenzione e tutela del diritto alla salute").

Naturalmente, indipendentemente da come la pensa, ha applicato alla lettera le disposizioni. "È chiaro che applico la normativa con un rigore assoluto e rispetto tutte le scelte che oggi sono nella potestà dei genitori, non voglio entrare nel merito di quelle scelte e non devo farlo - afferma la dirigente scolastica - Certo, faccio le mie considerazioni. Gli studenti sono immobili, ingessati nei banchi, sono interdette tutte le esperienze importanti che hanno fatto grande il modello di scuola su cui noi da anni stiamo lavorando".

Si riferisce alla didattica museale, ai progetti di gioco-sport, alle uscite sul territorio, "non ci sono i laboratori che richiedono i contatti fisici, gli abbracci, gli scambi, le condivisioni. Non c'è più quel primato della dimensione affettiva ed emotiva che è uno dei capisaldi della scuola del primo ciclo. C'è la didattica in presenza, ma sicuramente questa non è la scuola dei nostri sogni. E tutti quelli che affermano il contrario e dicono che la scuola è un luogo sicuro stanno mentendo spudoratamente. O è così oppure io devo affermare che la scuola è un luogo sicuro come lo potrebbero essere i ristoranti, i teatri, i parrucchieri".

Pone, provocatoriamente, una serie di interrogativi per attivare una riflessione: "Perché nella seconda e la terza media è interdetta la didattica in presenza? Perché i ristoranti sono chiusi? Sono luoghi sicuri o no? E perché la prima media, invece, è un luogo sicuro? Allora, noi dobbiamo essere sinceri e onesti, dobbiamo raccontarci le cose come sono: l'apertura della scuola oggi risponde a un'esigenza di tipo sociale e basta. Le scuole dell'infanzia, con i più piccoli, quelli senza le mascherine, quindi senza i dispositivi di protezione individuale, sono aperte. Questa è prevenzione della salute? È protezione dei cittadini e dei minori o è la risposta a un'esigenza sociale? Se l'istruzione è fondamentale, se la didattica in presenza è un valore e se la scuola è un'istituzione non di supporto sociale ma di interesse educativo - conclude Mariolina Goduto - dovrebbero essere aperte le scuole di ogni ordine e grado e tutte le classi".

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