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La stazione satellitare pugliese che salva centinaia di vite umane

La stazione satellitare italiana 'Cospas-Sarsa' di Bari alle dirette dipendenze funzionali del dipartimento della protezione civile ed operative del comando generale del corpo delle capitanerie di porto-guardia costiera, garantisce un servizio finalizzato alla salvaguardia della vita umana a beneficio dell’Italia e di altri 19 paesi (tra Europa, Asia ed Africa)

Sono state 381 le persone in pericolo di vita soccorse e salvate nel 2021 con il solo ausilio della tecnologia satellitare. Di queste, 306 in aree sottoposte alla  giurisdizione italiana. Nel complesso le operazioni di ricerca e di assistenza supportate sono state 30, delle quali nove relative a soccorsi marittimi riguardanti  incidenti aeronautici ed uno inerente ad un evento terrestre. 

Questi i numeri del bilancio annuale della stazione satellitare italiana 'Cospas-Sarsa' di Bari, che alle dirette dipendenze funzionali del dipartimento della protezione civile ed operative del comando generale del corpo delle capitanerie di porto-guardia costiera, garantisce un servizio finalizzato alla salvaguardia della vita umana a beneficio dell’Italia e di altri 19 paesi (tra Europa, Asia ed Africa), così da garantire la copertura di un’area che dal Mediterraneo centrale arriva fino al Corno d’Africa. Il dato appare, in termini di vite umane salvate, particolarmente significativo, risultando più che triplicato ove lo si raffronti con quello relativo agli anni  precedenti (98 persone soccorse nel 2020, 63 nel 2019, 59 nel 2018). 

L’attività della stazione satellitare italiana è svolta h24 per 365 giorni all’anno, da personale militare altamente specializzato attraverso due potenti antenne riceventi e una centrale operativa all’avanguardia. Gestiscono la ricezione, l'elaborazione e la distribuzione alle competenti organizzazioni nazionali di soccorso di messaggi di allerta, generati da trasmettitori satellitari di emergenza installati su vettori marittimi, aerei e terrestri. 

Il servizio italiano s’inserisce nell’ambito del  programma internazionale che a livello globale, fino ad oggi, è stato in grado di supportare circa 16mila operazioni di ricerca e soccorso contribuendo a  salvare, in tutto il mondo, oltre 55mila vite umane.  

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