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"E' un gioco al massacro". Bar e ristoranti tornano ad illuminare vicoli e strade: "Potrebbe essere l'ultima volta"

Risorgiamo Italia, alle 21 i titolari di bar e ristoranti accenderanno le insegne e le luci dei locali in segno di protesta, e forse di speranza

Anche alcuni imprenditori della ristorazione della provincia di Foggia, questa sera, a partire dalle 21, "per l'ultima volta" parteciperanno alla manifestazione di protesta 'Risorgiamo Italia'. Alle 21 i titolari di bar e ristoranti accenderanno le insegne e le luci dei locali in segno di protesta, e forse di speranza. Mercoledì 29 consegneranno le chiavi della città ai sindaci dei rispettivi comuni. Adesioni a San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo.

Le motivazioni della protesta

"Torneremo ad illuminare le strade ed i vicoli delle nostre città con l’energia positiva sprigionata dai nostri locali. Vogliamo esprimere la con un gesto simbolico la nostra volontà di tornare in piena attività. Produrre, generare occupazione e regalare emozioni sono la nostre vocazioni, assicurare un contributo produttivo al sistema paese, la nostra missione. Dalle vetrine e su i prospetti di ogni locale sarà visibile un cartello di unione ed esortazione #risorgiamoitalia. Ognuno manifesterà la propria protesta con foto, video messaggi ed atti dimostrativi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica alle ragioni della nostra causa comune. Il nostro rammarico è che tutto ciò potrebbe accadere per l’ultima volta.

Le nostre attività sono state chiuse per decreto, i ricavi sono stati azzerati, siamo stati privati del nostro lavoro e delle libertà. Consapevoli del dramma sanitario che si stava abbattendo sul paese, abbiamo accettato questi enormi sacrifici di buon grado. Oggi, con una sola voce, vogliamo manifestare in migliaia la delusione di chi è stato lasciato solo con le proprie spese, i dipendenti, gli impegni economici pregressi e le incertezze future. A fronte della nostra grande disponibilità, l’azione del governo fino ad oggi si è dimostrata tardiva ed insufficiente. Ci è stata premessa liquidità e non ci sono arrivate neanche le dovute garanzie. Quando si parla di fase due o  fase tre, vengono contemplati parametri insostenibili, distanze incolmabili con una riduzione del 70% dei coperti disponibili e tutte le responsabilità a carico dei gestori. Aprire con il 30/40% dei ricavi ed il 100% dei costi. Per i locali di pubblico spettacolo la data della riapertura non è nemmeno al orizzonte. Questo è un gioco al massacro cui non vogliamo partecipare. Senza le dovute garanzie non riapriremo! 

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