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Dietrofront del sindaco, niente 'coprifuoco' a Castelluccio dei Sauri: revocata l'ordinanza di chiusura dei locali all'una

Bar, ristoranti e circoli privati non dovranno chiudere prima. L'opposizione consiliare aveva formalizzato oggi la sua contestazione, tacciando il primo cittadino di aver diffamato la comunità. Lui replica: "Nessuno si senta offeso"

Dietrofront del sindaco di Castelluccio dei Sauri Antonio Del Priore: è stata revocata l'ordinanza n. 8 del 23 giugno in vigore da oggi che imponeva la chiusura dei locali pubblici all'una e, oltre quell'ora, vietava la detenzione e il consumo di bevande alcoliche nelle aree pubbliche.

"Lo spirito del provvedimento era teso esclusivamente ad ottenere comportamenti più responsabili e rispettosi sia di tutti quei cittadini che quotidianamente lamentano situazioni di disturbo al riposo nelle ore notturne, che di rispetto delle aree pubbliche - ha scritto il sindaco in una comunicazione ai cittadini - Nessuno deve sentirsi offeso da frasi non accusatorie e che vanno interpretate", ha detto in riferimento alle esternazioni messe nero su bianco nell'ordinanza in riferimento all'abuso di alcol che molti cittadini non hanno evidentemente gradito.

"Ricordiamo - ha aggiunto - che la Legge di Stato impone il rispetto della quiete pubblica soprattutto dopo le ore 24. Pertanto confidiamo in una presa di coscienza da parte di tutti, titolari di attività compresi, al fine di non vederci costretti ad adottare provvedimenti futuri in linea con quello appena revocato".

I consiglieri di minoranza, questa mattina, avevano depositato e protocollato in Comune la loro contestazione a firma del capogruppo Carmela Ciotti. L'opposizione si è detta sconcertata e ha preso le distanze dai contenuti dell'ordinanza, in special modo dalle affermazioni contenute nella premessa.

"Riteniamo che questa ordinanza sia assolutamente grave e lesiva della dignità della popolazione oltre che penalizzante per la lenta ripresa dell'economia delle attività commerciali, soprattutto dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, bar, ristoranti, circoli privati - si legge nella contestazione - Affermare che i giovani di Castelluccio facciano un uso/abuso di alcol e droga è cosa grave e lesiva della loro dignità, della dignità di tutti, perché quei giovani a cui vi riferite sono figli, sono fratelli".

Nella memoria, i consiglieri osservavano, poi, come la sera in giro non ci fossero solo giovani, ma anche adulti e tante famiglie con bambini al seguito. "Tutte queste persone non sono depravate ma hanno semplicemente voglia di godersi le sere d'estate in tranquillità, non per questo devono essere bollati come alcolizzati perché bevono una birra in compagnia", hanno scritto, mortificati anche per la "brutta immagine" del paese restituita all'esterno. Peraltro, facevano notare come naturale conseguenza dell'ordinanza fosse l'esodo per trascorrere la serata in altri paesi "dove magari non sei giudicato un alcolizzato se a mezzanotte, col fresco, stai seduto su una panchina con gli amici a bere una birra".

Considerano diffamatoria l'associazione tra consumo di alcol e uso di sostanze stupefacenti, per quanto non abbiano alcuna intenzione di minimizzare il problema dell'abuso di alcol e droghe. Come valida alternativa, propongono campagne di sensibilizzazione e la richiesta di una più massiccia presenza di forze dell'ordine, soprattutto nelle ore serali.

Ma ripristinare il coprifuoco, a scapito delle attività appena riaperte, proprio no. L'opposizione aveva chiesto il ritiro immediato dell'ordinanza considerata "delirante" e un confronto urgente con la maggioranza, esprimendo vicinanza e a tutti gli esercenti e a quanti si erano sentiti offesi. Sull'esigenza di rispettare la quiete pubblica, invocavano un necessario compromesso.

"Noi dovremmo dare l'esempio, dovremmo sederci nei ristoranti del nostro paese, entrare nei bar del nostro paese, iscriverci nei circoli del nostro paese ed aiutare l'economia del nostro paese, non andare a spendere fuori e mettere gli altri nelle condizioni di farlo", hanno detto alla maggioranza.

Alla fine, ha prevalso il buonsenso, con l'invito a rispettare il prossimo che ha diritto di riposare, in un paese dove in tanti si svegliano all'alba per lavorare la terra, come ha tenuto a precisare lo stesso sindaco. Stasera i locali non dovranno chiudere all'una, la movida è salva, ma gli avventori sono avvertiti: niente schiamazzi notturni o "comportamenti disdicevoli", altrimenti si sa già come andrà a finire. Meglio abbassare la voce.

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