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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Gialli per 48 ore, il pasticcio della Puglia 'maculata' e di Foggia 'zonizzata': "Siamo la barzelletta d'Italia"

Vige lo sconforto tra i ristoratori e i titolari dei bar. Perplessi gli abitanti della Capitanata. Perde la pazienza il sindaco di Ascoli Satriano che ha appreso dall'ordinanza le nuove misure per il suo comune

I pugliesi provano a non perdere l'equilibrio, sempre più precario, come sul tappeto del Twister, dove i giocatori si aggrovigliano tra i cerchi di colori diversi. La zona gialla è durata solo 2 giorni in venti comuni. Da Natale a Santo Stefano, per dirla con un vecchio adagio. In provincia di Foggia 14 comuni, a passo di gambero, tornano nella zona arancione: la città capoluogo Foggia, Lucera, sui Monti Dauni Ascoli Satriano, Accadia e Troia, nei Cinque Reali Siti Cerignola e Carapelle, sul Gargano San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, Monte Sant'Angelo, Manfredonia e la vicina Zapponeta, nell'Alto Tavoliere San Severo e Torremaggiore. Altri 47 comuni restano gialli.

La Puglia è l'unica regione maculata. Nella Bat hanno cambiato di nuovo colore Andria, Barletta, Bisceglie e Spinazzola. In provincia di Bari, solo Altamura e Gravina in Puglia sono rientrate nella fascia dello scenario di rischio 3.

L'area gialla e arancione a intermittenza è un flagello per bar e ristoranti che hanno fatto le provviste confidando in una riapertura di almeno due settimane o più. Era plausibile che venisse concesso almeno qualche giorno per riprogrammare, e invece no. Si richiude l'otto dicembre, con una postilla a piè di pagina: "La Regione Puglia, nei limiti dello stanziamento disposto dal Governo con il decreto ‘ristori quater’, farà fronte ai ristori per le categorie soggette a restrizione". Viceversa, alcuni ristoratori erano convinti di ripiombare nella zona arancione, e sono rimasti gialli, vivendo la stessa angosciante incertezza dei colleghi. Pianificare, anche solo nel breve periodo, di questo passo è impossibile. Alcuni addetti ai lavori parlano di "barzelletta", se solo facesse ridere. Ma che colpa hanno loro. Sono finiti in un tiremolla che ha generato altra imbarazzante confusione, paragonabile solo al caos scuola. L'esasperazione è sfociata in una vibrante protesta davanti alla prefettura di Foggia, oggi, con un water e la merce buttata, disperato messaggio al governo. È la mazzata finale. 

A tirare Michele Emiliano per la giacchetta sono stati anche i sindaci, ma non certo il primo cittadino di Ascoli Satriano Vincenzo Sarcone che oggi ha perso le staffe: "È giusto ed opportuno adottare alcuni provvedimenti restrittivi, però sarebbe stato altrettanto istituzionalmente opportuno che il presidente Emiliano avesse invitato alla videoconferenza che si è tenuta prima di fare questa ordinanza i sindaci dei comuni interessati. Chi ha rappresentato Ascoli Satriano e gli altri comuni? Chi è quel signore che ha parlato a nome del nostro comune e cosa ha detto?". Teoricamente, a rappresentarlo, per la cronaca, sarebbe stato il presidente della Provincia Nicola Gatta.

"Vi sembra giusto - osserva Sarcone - che i ristoranti di Ascoli debbano restare chiusi e a pochi chilometri, 3 o 4, i ristoranti resteranno aperti? Peraltro, se l'obiettivo era quello di contenere gli impatti sul sistema sanitario Emiliano non ha tenuto conto che tutti i comuni della provincia di Foggia fanno riferimento agli stessi ospedali, per la maggior parte ai Riuniti di Foggia". Poi, spulciando nell'ordinanza, trova l'unico punto in cui il governatore tiene nella dovuta considerazione i sindaci, sarebbe a dire quando afferma che possono applicare ulteriori restrizioni: "Che dobbiamo adottare Emiliano, il cavolo dobbiamo adottare?", domanda infuriandosi. Rispetto ai ristori, che si augura arrivino presto, fa rilevare che non si è ancora capito chi dovrebbe provvedere, se lo Stato o la Regione. "Speriamo che non facciano le solite chiacchiere". Domani chiederà ufficialmente una videoconferenza con il presidente Emiliano con gli altri sindaci interessati, al suo numero di telefonino, che "ha usato per chiedermi il voto prima delle elezioni regionali - afferma piccato - Già non risponde più, nemmeno ai whatsapp".

Se vogliamo, Foggia è stata "zonizzata", per mutuare un'espressione del sindaco Franco Landella che è diventata un po' un tormentone dopo l'apparizione da Barbara D'Urso. Gli abitanti del capoluogo dauno e dei comuni della provincia sono rimasti interdetti. Beninteso, in nome della responsabilità tanti foggiani non fanno una piega: che sia gialla o arancione restano a casa. A San Giovanni Rotondo, la città di Casa Sollievo della Sofferenza, sono perplessi e i conti non tornano a tanti cittadini preoccupati. Se solo ci fosse stata più trasparenza, un'informazione sui contagi riferiti puntualmente alla popolazione e dati disaggregati per i comuni, forse non ci sarebbe stato il cortocircuito nella pubblica opinione. Oggi lo strano caso della mancata comunicazione dei dati da parte della Asl Bat e il vertiginoso calo dei numeri di Bari scompaginano i calcoli alla femminina

L'ordinanza è confortata dai dati del Dipartimento della Salute che ha condotto un'ulteriore analisi utile proprio a evidenziare le criticità relative ad alcuni comuni. Esiste, dunque, una mappa dell'incidenza nei singoli comuni. Sono stati presi in considerazione il numero assoluto di nuovi casi positivi rilevati nelle due settimane che vanno dal 16 al 29 novembre, il tasso di incidenza per ciascuna delle due settimane e il rapporto tra quel tasso di incidenza comunale con il tasso regionale. Risultato: a Foggia città il numero dei casi settimanali è superiore a 10 e il rapporto tra tasso comunale e tasso regionale è superiore a 2, che corrisponde ad un eccesso superiore al 100% rispetto al valore regionale; gli altri comuni soggetti alle nuove restrizioni presentano un numero di casi superiore a 10 e un rapporto tra tasso comunale e tasso regionale superiore a 1,3 per due settimane, che corrisponde ad un eccesso del 30% di incidenza comunale rispetto al valore regionale. Se fosse stata osservata l'ultima settimana, dal 30 novembre al 7 dicembre, la fotografia sarebbe stata diversa. 

La valutazione di rischio “alto” con riferimento alla probabilità di diffusione dell’epidemia e la valutazione di rischio “alto” con riferimento agli impatti sul sistema sanitario regionale attribuiti alla Puglia dall'Istituto Superiore della Sanità, sarebbero ascrivibili alle sole province di Foggia e Bat. 

L'organizzazione sanitaria che Michele Emiliano aveva magnificato in un post che gli era costato una valanga di commenti negativi non dimostra, a questo punto, nelle due province la stessa resilienza del resto della Regione o, perlomeno, l'ordinanza certifica che qualcosa qui non ha funzionato.

Come nel balletto di due giorni fa, quando prima esultava per il risultato della Puglia gialla merito del sistema sanitario che ha retto, poi scaricava la responsabilità della riclassificazione sul governo e da ultimo se la prendeva con i giornalisti-terroristi, anche questa volta ha un ripensamento. Il 2 dicembre, alla vigilia dell'ultimo dpcm, sosteneva, ospite di Stasera Italia, come il divieto di spostamenti tra i comuni fosse "surreale": "Se uno abita a Roma può muoversi in diverse località, se è di Bari un po' meno ma ci riesce, ma se uno abita in comuni di pochi abitanti è come vivere a Ventotene durante il fascismo". E al governo chiedeva una sola cosa: "chiarezza", in un periodo che considerava di vitale importanza. Surreale, è la parola giusta.

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