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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il Covid spegne la cultura, gli operatori dello spettacolo scendono in piazza a Foggia: "Noi esistiamo, chiediamo rispetto!"

Gli operatori della filiera culturale scendono in piazza: “Dopo 15 mesi di stop, è ora di dire basta” La manifestazione, il prossimo 18 maggio, alle 10.30, dinanzi agli uffici comunali di via Gramsci, a Foggia

Gli operatori della filiera culturale scendono in piazza: “Dopo 15 mesi di stop, è ora di dire basta”. E lo faranno il prossimo 18 maggio, alle 10.30, dinanzi agli uffici comunali di via Gramsci, a Foggia.

“Come è tristemente noto, a causa della pandemia Covid-19 tutto il comparto della cultura e dello spettacolo del mondo è stato fermato ed inibito ad operare da fine febbraio 2020”, si legge nella nota del gruppo. “Lo Stato Italiano ha approntato una serie di risorse per attenuare il danno economico inflitto dal blocco governativo, ma tali risorse non sono state sufficienti a sopperire al mancato periodo lavorativo e non hanno raggiunto il 75% delle figure del mondo della cultura e dello spettacolo”.

“A pagare le spese di 15 mesi di fermo imposto al comparto sono state e sono tuttora le piccole realtà, che lavoravano in silenzio dietro le quinte senza salire necessariamente su un palco, senza esibirsi, ma comunque fondamentali.  Quindi non i grossi eventi o gli artisti, ma tutta la filiera ha accusato un colpo mortale. Il 18 maggio 2020, un anno fa, su invito della Commissione Bilancio del Comune di Foggia e in pieno lockdown, presentammo un’istanza che chiedeva l’attuazione di aiuti integrativi rimodulando i fondi già a bilancio per le attività legate alla produzione culturale, spettacolo e attività connesse, senza escludere gli aiuti indiretti, come ad esempio il taglio di Imu e Tari”, ripercorrono.

“Gli aiuti presupponevano un censimento di tutti gli operatori indipendentemente dalla loro configurazione fiscale e poi un tavolo tecnico permanente della cultura e dello spettacolo, che analizzasse le disponibilità e le soluzioni per tenere in vita una filiera culturale fermata dalla pandemia e che, prima o poi, dovrà ripartire con il piede giusto e senza mai più subire errori. La nostra istanza non era un ‘prendere o lasciare’, ma un ‘vogliate tenerci tutti in considerazione’, proprio per non creare selezioni e preferenze innaturali, soprattutto in una fase delicata come questa, in cui non sapevamo, e non sappiamo neanche oggi, quando torneremo al nostro lavoro”.

“Dal Comune di Foggia non è mai arrivata alcuna convocazione o risposta, neanche per esprimere se si potesse progettare un cammino insieme o per manifestare empatia ed attenzione verso un settore che (continuano a dirci), sta molto a cuore a chi ci amministra. Il 14 aprile 2021 abbiamo sottoscritto in tantissimi il nuovo ‘Documento dalla Filiera Culturale di Foggia – La Filiera Culturale deve sopravvivere al Covid, ad ogni costo’ che ha analizzato tutte le problematiche irrisolte e che è diventato un documento di rilevanza nazionale, grazie alle suggestioni e alla realizzabilità dei contenuti. È addirittura entrato fra i lavori parlamentari dello Stato Italiano, come patrimonio intellettuale messo a disposizione di tutti, in spirito di condivisione. Da Foggia, quindi, stiamo già aiutando diversi colleghi tramite idee attuabili, ma sfortunatamente senza alcun aiuto dalle istituzioni più vicine”, denunciano.

“In conclusione, mentre il 18 maggio 2020 chiedevamo un atto di coerenza, per non far svanire il patrimonio artistico cittadino, a maggio 2021 - esattamente dopo un anno nefasto e, purtroppo, senza mai aver ricevuto dal Comune di Foggia un contatto o un tentativo di confronto adeguato ed efficace per la filiera culturale cittadina - siamo costretti a scendere in piazza per chiedere a gran voce ciò che stiamo aspettando da troppo tempo”.

Ovvero, un censimento capillare di tutte le attività operanti nel settore cultura, spettacolo e servizi connessi, indipendentemente dalla loro natura fiscale e con sede fiscale nella città di Foggia, l’istituzione di un Tavolo permanente del Settore Cultura e Spettacolo, invitando tutti i censiti, attraverso il quale si potrà esaminare e trarre ispirazioni e modelli per la successiva attività ordinaria e straordinaria dell’Ente nel campo della valorizzazione culturale, lo studio di soluzioni attuabili per sostenere economicamente in modo diretto o indiretto tutte le realtà operanti nella cultura, nell’intrattenimento e nello spettacolo, incluse le attività accessorie, che hanno sofferto un danno economico dimostrabile a causa del fermo del comparto iniziato a marzo 2020 e tuttora in atto in quasi tutto il pianeta. “Noi esistiamo, non possiamo più aspettare e chiediamo rispetto e ascolto dai Comuni e dalle Regioni d’Italia”.

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