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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Commissari sordi alle proteste contro la chiusura delle scuole dell'infanzia: scatta lo stato di agitazione del personale

Nessuna risposta alla controproposta e alla richiesta di incontro dei sindacati formalizzate lo scorso 20 gennaio. Preoccupazione per le lavoratrici addette ai servizi ausiliari che “si ritroveranno senza più alcuna prospettiva occupazionale"

Scatta lo stato di agitazione di tutto il personale docente ed ausiliario delle scuole dell’infanzia e dell’asilo nido comunali. Lo hanno proclamato Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, dopo aver preso atto della “della indisponibilità dell’amministrazione comunale ad un confronto costruttivo su decisioni e temi così delicati e importanti come, appunto, il servizio educativo scolastico”.

In un documento inviato al prefetto di Foggia, alla commissione straordinaria e a Roma, alla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, i sindacati ripercorrono le tappe dal 23 dicembre, data in cui le organizzazioni sindacali, confederali e di categoria della funzione pubblica e della scuola sono state convocate per una informativa sulla razionalizzazione del servizio educativo scolastico comunale, dettata dai numeri delle iscrizioni.

In quella riunione, precisano i sindacati, l’amministrazione palesava la volontà di razionalizzare il servizio, “senza, però, evidenziare la volontà della commissione straordinaria di azzerare il servizio educativo scolastico con la dismissione di tutti i plessi ad oggi funzionanti”. Già da allora, le sigle presenti “hanno più volte evidenziato la contrarietà ad una lettura dei numeri superficiale, che non teneva conto delle possibili ricadute sociali da valutare più attentamente rispetto ad una razionalizzazione intesa come graduale e non radicale, soprattutto in un periodo storico a forte dispersione scolastica”.

Alla luce della necessità di un approfondimento anche relativamente al futuro delle professionalità presenti nel servizio, la commissione straordinaria ha riconvocato le organizzazioni sindacali il 27 dicembre per analizzare eventuali proposte sulla razionalizzazione. “Viste le date così ravvicinate e ricadenti in periodo festivo, nonché data la novità dell’argomento e la celerità richiesta per la definizione di un proposta alternativa – scrivono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - le sigle sindacali presenti nella riunione del 27 dicembre hanno rimarcato la necessità di una razionalizzazione graduale che tenesse conto degli aspetti di rilevanza sociale di alcuni plessi, tendendo a salvaguardare i plessi scolastici laddove le richieste di iscrizione continuano ad essere superiori alla capienza massima prevista”.

Ma il 10 gennaio, con le iscrizioni alle scuole statali già aperte, la commissione straordinaria ha pubblicato la delibera che dispone la chiusura di tutti i plessi delle scuole dell’infanzia e dell’unico asilo nido comunale. Dopo una serie di incontri con i lavoratori e con le famiglie interessate, il 20 gennaio hanno inviato una proposta dettagliata con una richiesta di incontro per cercare un punto di intesa rispetto ad una decisione “tanto inaspettata quanto immotivata”. Non hanno ricevuto alcun riscontro, circostanza che, secondo i sindacati, “potrebbe anche configurare profili di condotta antisindacale”.

“Le mancate risposte dell’Amministrazione a qualsivoglia confronto e la totale indisponibilità anche solo a rimodulare il provvedimento di chiusura del servizio, con le inevitabili e prevedibili gravi ripercussioni sulle famiglie e sul personale interessato e, fatto ancor più grave, con le pesanti, altrettanto prevedibili, ricadute sui livelli occupazionali, in particolare di quelle lavoratrici addette ai servizi ausiliari che si ritroveranno senza più alcuna prospettiva occupazionale – scrivono i segretari Mario La Vecchia (Fp Cgil), Marcello Perulli (Cisl Fp) e Luigi Giorgione (Uil Fpl) - impongono alle scriventi organizzazioni sindacali di proclamare lo stato di agitazione”. Chiedono la formale attivazione della preventiva procedura di raffreddamento e conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e della Legge 83/00 e successive modifiche e non escludono “altre forme più incisive di protesta”.

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