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Disturbi del comportamento alimentare, oltre 3 milioni di ragazzi ne soffrono: "Primi segnali già tra gli 8 e i 12 anni"

Al 'Notarangelo-Rosati' la seconda edizione dell'iniziativa promossa da Onlyfood e supportata dal fondo beneficenza Intesa San Paolo. Si è parlato di alimentazione con la psicoterapeuta Roberta Morlino promotrice della metodologia ideata da un gruppo di ricerca texano

Si chiama D.I.C.A. 2.0 - 'Dal disturbo alimentare alla consapevolezza del cibo locale' ed è un'iniziativa giunta alla seconda edizione all'istituto Notarangelo-Rosati di Foggia, promossa da OnlyFood e supportata dal fondo beneficenza Intesa San Paolo. D.I.C.A. è l'acronimo di Disturbi del Comportamento Alimentare, purtroppo sempre frequenti soprattutto tra gli adolescenti e si basa su una metodologia innovativa, ideata da Eric Stice e il suo gruppo di ricerca dell'Università del Texas.

Si è parlato di alimentazione con Ilenia Diana di Aps OnlyFood e di interiorizzazione dell'ideale di magrezza e perfezione della forma fisica e la pressione sociale ad essere magri, grazie a Roberta Morlino, psicoterapeuta esperta in prevenzione dei disturbi alimentari, che l'Istituto Superiore di Sanità ha inserito tra i problemi di sanità pubblica che, se non trattati adeguatamente, aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati, fino alla morte.

Il 40% dei disturbi alimentari, che solo in Italia interessa 3 milioni di persone, si manifesta tra i 15 e i 19 anni, ma nel post pandemia si è assistito ad un notevole abbassamento dell'età: i primi segnali possono comparire anche tra gli 8 e i 12 anni. Una bella iniziativa fortemente voluta dalla dirigente scolastica Irene Sasso, ben supportata da Lucia Arena, docente e referente dei progetti salute.

"Questo progetto di prevenzione si basa sul metodo della dissonanza cognitiva. Cerchiamo di fare un percorso con i ragazzi per parlare dell'insoddisfazione corporea e parlar male dell'ideale di magrezza e bellezza impostoci dalla società. Questa dissonanza tra il parlar bene da parte della società e il cominciare a parlarne male insieme ai ragazzi serve a far raggiungere loro una consapevolezza rispetto a una problematica che esiste. Da questa insoddisfazione deriva molto spesso un disturbo alimentare. Questo tipo di problematica si è accentuato soprattutto dopo l'emergenza Covid ed è anche per questo che abbiamo scelto questo momento storico e gli adolescenti come destinatari", ha commentato la dottoressa Morlino.  

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