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Storie di migranti, di aggressioni e sofferenze. Storie di integrazione e di chi ce l'ha fatta: "Qui ho trovato una famiglia"

Presentato stamani il 28esimo rapporto Immigrazione Caritas Migrantes dal titolo "Non si tratta solo di migranti"

"Stavo andando a lavorare con alcuni miei amici in bicicletta, quando fui colpito con una pietra da un ragazzo foggiano", racconta un ragazzo, mostrando le cicatrici al volto.

"Sono venuto in Italia sul barcone, dopo un viaggio durato due mesi. Ora lavoro alla Princes, raccolgo i pomodori", racconta un altro migrante. "A Foggia ho trovato la famiglia e un lavoro, sono venuto qui per cambiare la mia vita", spiega un ragazzo di nazionalità africana.

Storie di immigrazione, di ragazzi che hanno lasciato la propria terra per inseguire prospettive di vita migliori. Ma il fenomeno dei rifugiati, di chi raggiunge l'Italia attraversando il Mediterraneo sui barconi, non viene raccontato come si dovrebbe. Sì, perché quando si parla di immigrazione in Italia, la descrizione del fenomeno - a partire dai numeri - andrebbe rivista. Lo conferma il rapporto sull'immigrazione, presentato questa mattina presso la sede della Caritas a Foggia.  

I cittadini stranieri residenti in Puglia al 31 dicembre 2018 sono 138.811, il 3,4% della popolazione pugliese, un dato pressoché stabile da 4 anni. La provincia che registra il maggior numero di residenti stranieri è Bari (43.058), seguita da quelle di Foggia (31.709), Lecce (26.646), Taranto (14.446), Brindisi (11.761) e Barletta Andria Trani (11.191). Gli stranieri pugliesi sono una popolazione molto giovane: solo il 3,9% ha più di 65 anni, i minori sono 18,2%, il 78% è in età attiva (18-64 anni). Sono questi alcuni dei dati più importanti contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione 2019 curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS giunto alla ventinovesima edizione che quest’anno ha per titolo ‘Non si tratta solo di migranti’. Il Dossier rappresenta la più longeva e importante pubblicazione statistica sul tema migratorio in Italia. I dati di quest’anno sottolineano la strutturalità del fenomeno in Italia e in Europa: i residenti stranieri in Europa sono 39,9 milioni, in Italia 5.255.503, l’8,7 per cento della popolazione residente (2018); 2.445.000 sono gli occupati stranieri in Italia, il 10,6 per cento del totale lavoratori e 602.180 le imprese condotte da stranieri in Italia, il 9,9 per cento delle aziende complessive.

Nessuna invasione, come evidenzierebbe qualcuno: "Il numero di migranti è aumentato di circa 100mila unità, ma siamo molto lontani dall'invasione che in molti casi viene indicata", precisa Simone Varisco, autore del rapporto sull'immigrazione. 

Il titolo del dossier è piuttosto eloquente, "Non si tratta solo di migranti". Perché il fenomeno dell'immigrazione non riguarda solo chi raggiunge l'Italia dall'Africa molto spesso sui barconi: "Nella maggioranza dei casi si pensa all'Africa, a chi attraversa il Mediterraneo sui barconi, ma si tratta di una parte ben specifica che è minoritaria rispetto al fenomeno dell'immigrazione che è assai più ampio", spiega Varisco. 

Infatti, in Italia il fenomeno dell'immigrazione coinvolge in larga misura cittadini europei: "Le comunità più importanti a livello numerico sono europee, come quella rumena e albanese. Ma sono in aumento anche le comunità ucraine e cinesi. Questo non viene raccontato a causa di un appiattimento della narrazione del fenomeno, che viene associato solo alla realtà dei richiedenti asilo e dei barconi". 

Negli anni è cambiato anche il concetto di integrazione: "Deve essere visto come qualcosa di duplice, un arricchimento reciproco, che non vuol dire abbandonare la propria identità, ma neppure chiedere agli altri di farlo", continua Varisco secondo cui una buona integrazione può portare evidenti vantaggi: "Si può generare una convivenza mediante il mutuo scambio per una crescita comune. Questo accade in ambito religioso". E sfata un altro mito, che vede la maggioranza degli immigrati di religione musulmana: "In realtà, la maggioranza è di religione cristiana, cattolici e ortodossi". 

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