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"Criminalità strafottente" in città, dove si uccide anche davanti al carcere

La dura nota del Sappe. Federico Pilagatti: "Il penitenziario è quasi terra di nessuno, i delinquenti possono permettersi di fare quello che vogliono, sia all’interno che all’esterno”

“Potevano decidere di freddarlo in qualsiasi posto ed in qualsiasi ora del giorno, considerato che Alessandro Scrocco era detenuto semilibero dal 2020, e usciva la mattina dal carcere di Foggia per farvi rientro la sera. Invece no, hanno scelto l’ingresso del carcere di Foggia per dimostrare la loro strafottenza e forse per mandare dei segnali” (il video).

Così Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe – Sindacato autonomo di polizia penitenziaria commenta l’efferato omicidio avvenuto ieri sera, in via delle Casermette, a Foggia. “Hanno potuto far ciò poiché il penitenziario foggiano è in uno stato di abbandono e degrado senza fine, voluto dall’amministrazione penitenziaria che nemmeno di fronte all’evasione di 73 detenuti, ha mosso un dito. Nelle scorse settimane - ricorda - il Sappe scrisse al commissario straordinario del Comune di Foggia, chiedendo un intervento per fare un po' di pulizia dalle erbacce che infestavano marciapiedi e strada, nonché provvedere a ripristinare l’illuminazione esterna poiché la zona è completamente al buio, nonostante il carcere ‘ospiti’ più di 600 detenuti di cui moltissimi appartenenti a clan malavitosi molto pericolosi”.

Le immagini video sul luogo dell'omicidio

“Sono intervenuti solo per la pulizia dei marciapiedi ma per l’illuminazione no, e ciò ha ancora di più aiutato i delinquenti che facendo leva sul buio, sulla mancanza di telecamere di sorveglianza dei parcheggi e della mancanza del servizio di sentinella sul muro di cinta del carcere, hanno potuto compiere l’omicidio senza troppi problemi. A Foggia lo stato ha inviato poliziotti, carabinieri, mezzi, ha addirittura aperto una sezione della Dia per contrastare la delinquenza organizzata che è diventata sempre più violenta e prepotente, mentre per il carcere nulla. E purtroppo i delinquenti lo sanno che ormai il penitenziario è diventato quasi terra di nessuno, per cui possono permettersi di fare quello che vogliono, sia all’interno che all’esterno”, conclude.

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