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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Vigilia e feste a metà, l'ordinanza dei commissari divide i foggiani: sempre meglio del 2020!

Foggia si spacca sull'ordinanza del commissario in vigore da oggi e fino al 9 gennaio sull'obbligo di mascherine all'aperto, il divieto di feste e musica alla vigilia

È entrata in vigore oggi e resterà tale fino al 9 gennaio prossimo. L’ordinanza “Anti-movida” firmata dai commissari sta facendo discutere da quando è stata ufficializzata ed è destinata a far discutere anche nei prossimi giorni.

Tanti i punti di vista dei foggiani, tra chi la ritiene giusta per scongiurare comportamenti poco consoni alla situazione attuale che si sta vivendo (certificata dall'aumento costante dei contagi), chi sostiene invece sia una misura eccessiva. Ci sono poi anche vaccinati che si ritengono penalizzati, no-vax che – si fa fatica a capirne i motivi – gongolano, come se il provvedimento non li riguardasse.

Tra le varie correnti di pensiero c’è anche quella che paventa il pericolo che gli assembramenti all’esterno si tramutino in sovraffollamento dei locali al chiuso.

Ma c’è un aspetto che in molti, più o meno inconsapevolmente, hanno ignorato negli ultimi mesi: quando il ministro Speranza, lo scorso giugno, firmò la nuova ordinanza sulla zona bianca, l’obbligo di mascherina all’aperto fu eliminato, ma non del tutto: “L’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, anche all’esterno, resta fermo, tra l’altro in ogni situazione in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o quando si configurino assembramenti o affollamenti”. Obbligo a cui, evidentemente, hanno ottemperato in pochi già nelle settimane successive, come testimoniano i festeggiamenti per la vittoria della Nazionale ai campionati Europei di calcio, e non solo. Sarebbe bastato farsi un giro nei pressi di alcuni locali del centro per assistere ad assembramenti sistematici in cui la presenza della mascherina non era contemplata. Tante persone, a Foggia così come nel resto del Paese, hanno interpretato in maniera del tutto personale il passaggio in zona bianca, immaginando l’eliminazione dell’obbligo di dpi all’aperto senza condizioni. E invece…

Alla luce di questa interpretazione distorta di una norma già in essere, la misura intrapresa dai commissari non si può considerare eccessivamente restrittiva. Al limite, una forma di cautela che tra l'altro non rappresenta un unicum in Italia. Viene difficile, infatti, immaginare di vedere le vie principali del centro riempite da foggiani composti, attenti e mascherati. Basterebbe fare un passo indietro alle ultime vigilie pre-Covid. Migliaia di persone riversate in strada a trascorrere il pomeriggio del 24 tra ripetuti giri di alcolici di varie gradazioni e coni di fritti gustati in uno degli stand di Libando a Natale, mentre sui diversi palchi allestiti i vari dj-set trasformavano il centro in una mega-discoteca all’aperto. Un modo di trascorrere la vigilia che mons. Pelvi condannò fermamente durante l’omelia di Natale del 2017: “Oggi il vescovado è stato infestato dagli olii, non quelli crismali, bensì solo quelli di frittura”.

Qualcuno ricorda anche il post, dai numerosi giovani alticci e barcollanti, per i quali il primo vicolo era buono per urinare o vomitare, all’ornamento natalizio supplementare dei rifiuti disseminati per strada: ”Era diventata una cafonata, virus o non virus, vaccino o non vaccino, la Vigilia non è il carnevale di Rio”.

Tralasciando il modo personale di festeggiare il Natale, sul quale non è il caso di lanciarsi in moralismi non richiesti, una riflessione si può fare rispetto alla scorsa vigilia, quella dei locali chiusi, del coprifuoco, degli spostamenti confinati alle “comprovate esigenze”. Restrizioni che quest’anno non ci saranno e sono sufficienti per tornare ad apprezzare e vivere uno dei momenti più attesi dell’anno in un’atmosfera di pseudo-normalità, che neppure l’estensione dell’obbligo di mascherina all’aperto anche alle zone più periferiche può intaccare.  

Sarebbe opportuno, invece, scongiurare che i divieti si tramutino in occasione di assembramenti al chiuso, dove resterà possibile consumare cibo e bevande. E questo spetterà alla buona fede degli esercenti, a una capillare azione di controllo delle forze dell’ordine e, perché no, a un comportamento più responsabile dei foggiani. Non è impossibile.

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