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L'orgoglio ritrovato di Monte, la 'Bellezza' dopo lo scioglimento per mafia. D'Arienzo: "Come San Michele dobbiamo distruggere il drago"

Il punto del primo cittadino e coordinatore regionale di Avviso Pubblico, a margine del Festival Michael, che rappresenta un’altra prestigiosa vetrina per veicolare un messaggio di legalità necessario, per inorgoglire il territorio e costruire nuove consapevolezze.

Per Pierpaolo d’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo, la legalità è sia il punto da cui partire che l’obiettivo, totalizzante, cui tendere. Una bussola che orienta tanto la sua attività politica e amministrativa quanto il suo impegno nella squadra di Avviso Pubblico, di cui è coordinatore regionale.

Ci crede fermamente. Non è un caso che il simbolo della città dei due siti Unesco sia l’Arcangelo Michele: “Lui ha sconfitto il drago e ci ricorda ogni giorno che il bene può trionfare sul male”, ricorda. E, probabilmente, è questo il pensiero che lo spinge ad andare avanti, nonostante gli attentati, nonostante le minacce di morte (quel teschio umano recapitato con tanto di biglietto ad esplicitarne, come se ce ne fosse bisogno, il significato), nonostante i fucili che, di tanto in tanto, tornano ad armarsi in città, e il sangue che da decenni macchia la  comunità (è di ieri mattina l’ultimo agguato registrato sul territorio).

Come primo cittadino predica e promuove la legalità, in tutti gli ambiti possibili. Chiama i fenomeni con il loro nome: Non si chiama faida. Le pecore e le capre non c’entrano più niente. Si chiama mafia. E ammazza le persone. Con i suoi malaffari ha macchiato un territorio con il sangue. Lo ha massacrato, rovinando l’immagine più bella dei luoghi dove siamo nati”, denunciava qualche tempo fa in un accorato post su Fb.

Come coordinatore regionale di Avviso Pubblico, invece, guarda con preoccupazione agli accadimenti che stanno riguardando il resto della Capitanata. In particolare, l’accesso della Commissione Antimafia nel Comune di Foggia, città capoluogo, e la serie di inchieste che stanno travolgendo l’amministrazione. Potrebbe essere l’antifona di un film già visto “ma dobbiamo far sì che la commissione svolga con serenità il suo lavoro”, taglia corto.

Il suo obiettivo è contribuire a riscrivere la narrazione del territorio, a cambiarne il segno. Come? Iniziando ad “accendere quotidianamente l'orgoglio di ogni montanaro, di ogni garganico e di ogni pugliese per il proprio territorio”, spiega convinto. “È casa nostra. Per questo va difesa da chiunque voglia minacciarla”. E alla criminalità organizzata contrappone la comunità organizzata. Il Festival Michael rappresenta un’altra prestigiosa vetrina per veicolare il suo messaggio, inorgoglire il territorio, costruire nuove consapevolezze.

Sindaco, siamo nel vivo della programmazione di Michael, il festival del patrimonio culturale, spirituale, naturale, enogastronomico della città dei due siti Unesco. Una manifestazione trasversale che, attraverso il suo simbolo, celebra la storia e lidentità del territorio. Cosa vuole rappresentare questo evento?

Promuovere Michael per noi significa promuovere la nostra identità, la nostra cultura e la nostra storia. Sin dalla sua prima edizione il Festival è stato pensato come un grande contenitore culturale che celebra le nostre eccellenza e i nostri turismi e si è posto nell'ottica di diventare lo spazio in cui progettare e creare reti con i più importanti centri dedicati all'Arcangelo Michele. Così sono nate le reti con la Val di Susa (Sacra di San Michele) e Mont Saint-Michel in Francia con i quali stiamo lavorando ad un progetto internazionale per una visione comune di promozione e internazionalizzazione.

Ledizione 2021 riserva ampio spazio al tema della legalità. Una scelta netta che rappresenta essa stessa una presa di posizione. Perché, oggi più che mai, è necessario parlarne a più livelli e a quanti più ‘pubblicipossibili?

Sin dal nostro insediamento come amministrazione, ci siamo posti come obiettivo quello di porre la legalità al centro del nostro operato. La nostra è una comunità che desidera fortemente un riscatto da quella terribile piaga che è la mafia garganica, che ha minato la vita di un intero territorio. Nel 2015, poi, lo scioglimento del Consiglio comunale è stato un altro duro colpo per la città, che merita molto altro. La criminalità purtroppo si insedia nelle menti e nelle azioni, bisogna con forza combattere per lasciare un territorio organizzato contro questo cancro che si prende tutto. Per questo, in prima persona e con l'intera amministrazione, mi sto battendo fortemente affinché questi temi siano affrontati nelle scuole, negli incontri pubblici e, grazie alla collaborazione con Avviso Pubblico e Libera, stiamo realizzando un cammino che ci rende molto fieri. Michael è un grande attrattore e vetrina e, per il suo ruolo, rappresenta il "luogo" giusto per continuare a promuovere una cultura della legalità che sia il più trasversale possibile. E poi il nostro Arcangelo ha sconfitto il drago e ci ricorda ogni giorno che il bene può trionfare sul male. “Monte Sant’Angelo comunità organizzata” è il claim che abbiamo scelto con il Tavolo permanente sulla legalità, un percorso che condividiamo dal 2018 con le scuole, le parrocchie, le associazioni, che ringrazio di cuore per il loro impegno e contributo. Insieme. Tutti insieme.

Dopo Monte SantAngelo, Mattinata, Manfredonia e Cerignola, lattenzione della Commissione antimafia è ora concentrata sul Comune di Foggia per verificare eventuali condizionamenti della mafia sui meccanismi di governo della città. Sta seguendo la vicenda? Quali preoccupazioni condivide con i colleghi di Avviso Pubblico?

Certo, seguiamo la vicenda e anche con grande attenzione. Dobbiamo solo lasciare svolgere con serenità il lavoro alla Commissione…

A lei, al suo progetto politico, fu affidato il compito della ricostruzione dopo lo scioglimento del comune di Monte SantAngelo, primo caso nel territorio. Qual è stato laspetto più difficile di affrontare?

Lo scioglimento è stato un duro colpo per la città. L'aspetto più difficile da affrontare è stato sicuramente ridare fiducia ai miei concittadini e chiedere loro di riporla in me e nella mia squadra. Oggi vedo una città diversa rispetto ad allora. Mi sembra una città più orgogliosa, più fiduciosa e piena di voglia di fare, con un associazionismo molto attivo e con tantissimi giovani che lavorano, anche volontariamente, per la città e per i temi della legalità. La strada è ancora lunga ma stiamo cercando di dare quelle risposte che ci chiedevano anche per restituire una nuova immagine alla nostra città e devo dire che grazie alle tante iniziative, ai tanti progetti proprio come Michael, che abbiamo messo in campo con l'assessorato alla cultura e al turismo, Monte Sant'Angelo oggi è innanzitutto la Città dei due Siti Unesco.

Attentati, minacce e intimidazioni, anche gravi, hanno cadenzato un periodo del suo percorso di amministratore. Questo faccia a faccia con la criminalità è una costante per gli amministratori tanto dei piccoli, quanto dei grandi centri? Come viene percepito il ruolo di amministratore?

Atti vili di questo genere continuano a minare la serenità di tanti amministratori che, con il loro operato, cercano di lavorare per il bene della comunità e di opporsi a qualsiasi condizionamento affinché alle parole seguano i fatti. Sono da sempre convinto che le istituzioni debbano essere un esempio, non si può condannare con le parole e poi scappare nei fatti. Da quando sono sindaco ho vissuto momenti bellissimi, ma anche dei veri e propri incubi a causa di questi atti e minacce che mi sono pervenute, ma mai mi sono sentito solo nell'affrontare le mie battaglie. La solidarietà della città, oltre che al sostegno della mia famiglia e della mia squadra, mi ha dato la spinta a non fermarmi, a non piegarmi. Ogni parola di supporto dei miei concittadini, ogni stretta di mano o pacca sulla spalla di quanti mi hanno detto "forza, ci fidiamo di te" sono per me un monito ed una fonte di grande coraggio. Quando guardo i miei figli e i giovani della città penso a quello che vorrei lasciare loro e questo mi dà la forza di andare avanti anche quando i prepotenti cercano di mettermi paura.

Quando si scioglie un comune per mafia, quali sono le ripercussioni (economiche, gestionali, sociali) che si ripercuotono nel resto della provincia, nei comuni vicini di casa?

Non è facile rialzarsi dopo uno scioglimento di un comune per mafia. Le ripercussioni sono tante: dalla totale sfiducia nella politica e nelle istituzioni, al grave danno di immagine che diventa anche danno economico per territori come il nostro a forte vocazione turistica, fino allo sfaldamento del tessuto sociale che vive con grande imbarazzo e fastidio una situazione del genere, ci si sente etichettati. Di certo è una situazione che colpisce tutti.

Parlando, quindi, di legalità agita in che modo è possibile riscrivere la narrazione del territorio? Da dove cominciare e quali devono essere le azioni concrete da mettere in campo?

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di unarma contro la rassegnazione, la paura e lomertà. Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più labitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Da qui siamo ripartiti, prendendo in prestito le parole di Peppino Impastato, che ricorderemo proprio tra qualche giorno, il 9 maggio.

Il nostro è un territorio meraviglioso ricco di storia, cultura, bellezze monumentali e paesaggistiche di valore inestimabile, due siti Unesco e grandi eccellenze enogastronomiche. Due Siti Unesco in Italia li abbiamo solo noi e Tivoli.

Ogni giorno bisogna ricordarsi tutto questo. Credo sia importante accendere quotidianamente l'orgoglio di ogni montanaro, di ogni garganico e di ogni pugliese per il proprio territorio. È casa nostra. Per questo va difesa da chiunque voglia minacciarla. È necessario continuare a educare alla legalità i nostri giovani perché non conoscano quello che abbiamo visto noi da ragazzi. E poi chiaramente bisogna lavorare per non lasciare spazi vuoti nel tessuto sociale in cui la criminalità si insedia, penso al lavoro, alle periferie dimenticate, penso a quanti chiedono aiuto e per questo meritano ascolto e sostegno. È un impegno importante - qualcuno direbbe è un'utopia folle - ma io ci credo e continuerò nel mio piccolo a portare avanti le battaglie di legalità che sono felice siano condivise da tanti. Ecco, credo sia necessario ripartire da loro, da quei tanti che si impegnano per un futuro diverso, migliore, di speranza.

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