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La perdita di un figlio e le difficoltà dell'amore

Si chiama 'Vieni tu giorno nella notte' e racconta la varie sfaccettature dell'amore. Il nuovo libro di Cinzia Leone

‘Vieni tu giorno nella notte’ è un libro d’amore. Non a caso il titolo scelto dalla giornaliste, scrittrice e disegnatrice Cinzia Leone per la sua ultima fatica letteraria è una citazione da ‘Romeo e Giulietta’ di Shakespeare. Un amore totalizzante, che mostra questo sentimento su cui si regge il mondo in tutte le sue sfaccettature, con tutte le sue sfumature. Si parte da quello filiale. Micol è la mamma di Arièl, ebreo italiano trasferitosi a Tel-Aviv che si è arruolato nell’esercito israeliano e che muore in un attentato. Un colpo al cuore per la donna che oltre al danno del lutto subisce la beffa di non poter riportare a casa il corpo del figlio perché i suoi resti sono indistinguibili da quelli del kamikaze.

Poi c’è l’amore passionale: Tariq, giovane massaggiatore arabo, è il fidanzato di Arièl. Si tratta di un amore complicato e osteggiato, ma che mostra che la convivenza pacifica fra arabi ed ebrei è possibile. Come quello (simbolico) che lega Arièl al kamizaze: l’amore per la divisa (militare per uno, giubbotto imbottito di esplosivo per l’altro) unirà e renderà una cosa sola l’ebreo e l’arabo. “Perché l’amore, della realtà se ne infischia e se ne libera appena si presenta l’occasione” spiega l’autrice durante la presentazione del libro nella biblioteca ‘La Magna Capitana’, in occasione di uno degli incontri della rassegna ‘Fuori gli Autori’ della libreria Ubik.

Accanto a loro, altri personaggi come la nonna, il papà e l’amica del militare. Tutti con il loro modo di amare, tutti con la propria idea di Arièl, che restituisce però una fotografia parziale del ragazzo, come se nessuno in realtà lo conoscesse davvero. Nemmeno la madre. E difatti è lei, Micol, che muove le trame della storia con la sua spasmodica ricerca di quello che il figlio ha fatto negli ultimi dodici mesi lontano da casa. Come in una sorta di gioco vita-morte, il corpo esanime su cui piangere e da seppellire viene momentaneamente sostituito da un corpo che vive nei ricordi, negli odori, negli oggetti, nelle parole, ma anche nelle ferite e nei rimorsi.

“Insieme ad Arièl – racconta la Leone – sono le donne le vere protagoniste di questa storia. Micol e le altre sono quelle che prendono le decisioni. Per il ruolo che ricoprono dovrebbero essere nemiche e invece fanno patti per riuscire a mettere insieme i pezzi, nel nome dell’amore e della vita che loro sono in grado di donare. Perché oltre ad essere donne sono madri”.

E così, mentre si mettono insieme le parti del corpo, le tessere della vita di Arièl prendono il loro posto nel puzzle, come anche quelle delle esistenze di tutti i personaggi che saranno costretti non solo a ridisegnare l’immagine del giovane che avevano nella testa, ma anche a crescere e prendere consapevolezza di sé. Insomma, dopo la notte arriva per tutti il giorno. Anche per Arièl che finalmente potrà essere se stesso senza maschere o sovrastrutture.

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