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Martedì, 23 Aprile 2024
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"Foggia non è una città mafiosa, ma la mafia a Foggia c'è"

Il commento di Federica Bianchi di Libera, Alessandro Zito dell'Associazione 'Luigi e Aurelio Luciani' e di Giuseppe Chiappinelli della 'Buon Samaritano', in una nota nella quale esprimono solidarietà e vicinanza al procuratore Vaccaro

"Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al Procuratore Capo della Repubblica di Foggia, dott. Ludovico Vaccaro, per la posizione assunta ultimamente rispetto a tale argomento e per il contenuto delle sue recenti dichiarazioni e gli rivolgiamo la nostra più viva gratitudine per l’abnegazione e la passione con cui sta difendendo la nostra Città dall’aggressione criminale. E lo stesso ringraziamento va rivolto al Prefetto ed alle Forze dell’Ordine tutte per l’impegno profuso nella lotta alla criminalità organizzata sul nostro territorio". Così il coordinamento Provinciale di Libera Foggia, l'associazione antiracket 'Luigi e Aurelio Luciani' e la fondazione antiusura Buon Samaritano commentano la piaga della mafia e della mafiosità nel territorio di Capitanata, prendendo spunto da una recente sentenza, emessa dal Tribunale di Bari, che ha condannato tre persone legate alla criminalità organizzata di Foggia, alle quali è stato contestato il metodo mafioso. "Siamo certi che Foggia non è una città mafiosa ma, al contempo, non possiamo ignorare la presenza della “Società”, un’organizzazione mafiosa che intacca il sistema economico con gravissimo nocumento per l’intera collettività", il commento di Federica Bianchi di Libera, Alessandro Zito dell'Associazione 'Luigi e Aurelio Luciani' e di Giuseppe Chiappinelli della 'Buon Samaritano'.

La presenza della criminalità non può essere percepita come una questione soggettiva, alla luce delle diverse sentenze passate in giudicato: "Tanto, inoltre, può essere tranquillamente confermato dalle scriventi associazioni in quanto nella nostra storia associativa abbiamo incontrato numerosi cittadini vittime di estorsione ed usura, che ci hanno raccontato di essere stati minacciati e piegati dalla forza intimidatrice del vincolo associativo delle organizzazioni criminali, l’elemento che, secondo l’art. 416 bis, contraddistingue l’associazione di tipo mafioso. 2 Questa piaga deve essere debellata perché determina l’impoverimento del tessuto sociale ed economico della nostra città, impedendone lo sviluppo e la condivisione della legalità e della giustizia sociale".

Le tre associazioni aggiungono: "Le istituzioni e la società civile, unitamente ai familiari delle vittime di mafia e a coloro che hanno avuto il coraggio di denunciare atti di natura mafiosa, hanno dovuto attendere moltissimi anni affinché fosse riconosciuta e dichiarata la natura mafiosa delle organizzazioni criminali del nostro territorio. Tale conquista, venuta dopo lunghissimi anni di sottovalutazioni, deve rappresentare la bussola e la guida per le nuove generazioni, per coloro che intendono profondere il proprio impegno per l’affermazione dei principi di giustizia e di legalità. A costoro, che per la maggior parte non hanno vissuto personalmente le vicende degli ultimi 40 anni, dobbiamo consegnare una verità storica, basata su fatti oggettivi, poiché, diversamente, ci saremmo impegnati inutilmente per tutti questi anni".

Bianchi, Zito e Chiappinelli offrono la propria disponibilità a incontrare i giovani universitari "per offrire loro l'opportunità di confrontarsi su temi legati alla mafia del territorio e alla legalità con chi, da sempre, opera sul campo". Infine, la considerazione sul commissariamento del Comune: "L'opinione che è stato frutto di una volontà politica è irricevibile e mira a screditare l’operato di forze dell’ordine, di procure e prefetture e del Governo. Tutti, all’unanimità, senza un minimo distinguo, lo hanno ritenuto necessario ed ineludibile. Oggi più che mai abbiamo bisogno di conoscenza autentica, di continuare ad approfondire ed unire le nostre forze per sconfiggere la mafia e sradicare la sottocultura mafiosa che toglie libertà e non permette a questo territorio di crescere".

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