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Stranieri residenti in aumento. In provincia di Foggia sono 31.180, in Puglia 135.356 pari al 3,4% della popolazione

Il dossier statistico Immigrazione 2021 realizzato dal centro studi e ricerche Idos, con un focus sui dati della Regione.

È stato presentato questa mattina a Bari presso la sede della Cgil Puglia - in contemporanea con tutte le altre regioni italiane - il dossier statistico Immigrazione 2021 realizzato dal centro studi e ricerche Idos, con un focus sui dati della Regione.

All’iniziativa hanno portato il saluto istituzionale il console generale di Albania a Bari, Gentiana Mburimi, il console generale della Romania a Bari, Lucretia Tanase, il console generale di Georgia, Vato Andguladze, l’assessore al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico e della Regione, Rosa Barone.

A introdurre i lavori il responsabile dipartimento immigrazione regionale della Cgil Puglia, Azmi Jarjawi, che ha ricordato come il sindacato, “insieme a un cartello di oltre quaranta associazioni e organizzazioni impegnate sul tema immigrazione, ha presentato una proposta articolata per il prossimo Piano regionale per l'integrazione degli immigrati. La pandemia ha avuto un impatto drammatico sugli immigrati producendo alti tassi di impoverimento in termini economici, di istruzione e di salute dovuti alla precarietà e fragilità delle loro pregresse condizioni di vita e di lavoro, determinata anche dalla parzialità e dalla limitata efficienza delle politiche e delle azioni fino ad ora operate e che non hanno favorito la loro auspicata integrazione-inclusione nel tessuto sociale. Allora chiediamo che le politiche regionali abbiano una visione complessiva, devono servire a orientare il territorio verso un modello di integrazione inclusivo che riconosca pari dignità e parità di diritti e di opportunità, mettendo al centro le persone e i loro bisogni di emancipazione, partendo dall'abbattimento delle barriere che impediscono o limitano il riconoscimento dei diritti dei cittadini immigrati e il loro accesso alle prestazioni socio lavorative, sanitarie, formative e culturali”. A curare il dossier statistico per la Puglia è stato Antonio Ciniero, docente dell'Università del Salento, che ha sottolineato come “i dati italiani e quindi quelli regionali vanno inquadrati in quella che è la governance europea delle migrazioni, ricordando che da quando è venuta meno la missione Mare Nostrum la rotta delle migrazioni del Mediterraneo centrale è diventata quella che registra il numero più alto di vittime e questo non è accettabile. Abbiamo alle spalle un anno difficile, perché la crisi legata pandemia non ha colpito tutti in modo omogeneo: nella nostra regione se si guarda al mercato del lavoro le ricadute negative più pesanti l’hanno avuta le donne straniere, la cui quota di disoccupate è passata dal 38,3% al 53,1%”.

Al 31 dicembre 2020 i residenti stranieri in Puglia erano 135.356, il 3,4% della popolazione totale. Dato costante negli ultimi tre anni. La provincia in cui vive il maggior numero di cittadini stranieri è Bari (40.955) seguita da Foggia (31.180), Lecce (26.206), Taranto (14.405), Brindisi (11.707), Barletta Andria Trani (10.903). E in tutte le province si registra un sostanziale equilibrio di genere tra i residenti stranieri.

La maggioranza assoluta, il 54,8%, è di origine europea (il 33,9% di un Paese Ue). Segue l’Africa con il 23,7%, l’Asia con il 18,1%. I primi cinque paesi per numero di residenti sono Romania (33.970, il 25,1% del totale dei residenti stranieri), l’Albania (20.850, 15,4%), Marocco (10.106, 7,5%), Cina (6.032, 4,5%), Senegal (4.625, 3,4%).

Quanto al mercato del lavoro, il tasso di occupazione è simile tra stranieri e italiani (rispettivamente 46 e 46,2%) mentre i tassi di disoccupazione degli stranieri è quasi il doppio rispetto a quello degli italiani: il 22,7% contro il 13,6. Il 51,3% degli occupati stranieri svolge un lavoro manuale non qualificato, il 63% è impiegato nei servizi, il 25% in agricoltura. Sono invece titolari di un’impresa individuale in 16.348.

Quanto ai processi di integrazione, sono 20mila i cittadini stranieri residenti in Puglia che dal 2008 al 2020 hanno acquisito la cittadinanza italiana, 1.797 solo nell’ultimo anno. I figli nati da genitori stranieri residenti sono stati attorno alle 1.500 unità, dato costante nell’ultimo triennio. Nell’anno scolastico 2019/20 erano 18.745 gli studenti con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole di ogni ordine e grado e oltre la metà di loro è nata in Italia.

A seguire si è svolta una tavola rotonda sulle politiche regionali per l'immigrazione, coordinata da Rossella Matarrese, consigliera dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia, alla quale hanno partecipato tra gli altri il Presidente del Forum del Terzo Settore Davide Giove e il Segretario Generale alla Presidenza della Regione Roberto Venneri.

A concludere i lavori è stato Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia. “Il riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza è ovviamente correlato alla possibilità di reclamare i diritti sul lavoro. In Puglia sappiamo che vi sono situazioni in cui addirittura la dignità delle persone deve essere riconosciuta, penso a chi vive nell’ombra, nei ghetti, a quei lavoratori stranieri vittime di un caporalato che specula sul bisogno di tanti uomini e tante donne. Ma in questa regione c’è anche un partenariato socio-economico che dialoga con le istituzioni per aggredire criticità, una rete associativa straordinaria che si spende quotidianamente per dare risposte o accompagnare le persone al soddisfacimento di bisogni piccoli e grandi. Fa la sua parte ogni giorno anche la Cgil, rappresentando i lavoratori ma anche favorendo progetti con i consolati per favorire accesso a servizi dei cittadini stranieri, o assieme con l’Inail promuovendo azioni di informazione sulla sicurezza, rivolta a lavoratori stranieri con opuscoli anche”. Quel che serve per la Cgil “è uscire dalla sola visione emergenziale, costruendo politiche di inclusione anche attraverso una migliore strutturazione dell’intermediazione pubblica del lavoro, anche per sconfiggere quelle percezioni che vedono nell’immigrazione solo un problema e non una straordinaria risorsa, e un passo iniziale potrebbe essere proprio l’attivazione dell’Osservatorio regionale. Poi certo servono leggi a livello nazionale che favoriscano la cittadinanza: il 50% degli studenti che frequentano le scuole in Puglia è nato in Italia. Dando ad esempio ai cittadini stranieri la possibilità di votare e scegliere i propri amministratori. Tema di civiltà e diritti, ma anche economico, perché sottrarre quei lavoratori succubi di datori di lavoro senza scrupoli o vittime di caporalato significa anche recuperare risorse alla collettività che altrimenti finiscono in circuiti criminali. E dossier come questo ci permettono di dimensionare i fenomeni, di parlarne con cognizione di causa e costruire quindi servizi e risposte adeguate”.

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