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Genitori dei fuorisede e figli lontani vogliono il Gino Lisa: la Società Civile spedisce 1300 firme al Comune di Foggia per reclamare 'Il Volo'

Il comitato di cittadinanza attiva inoltrerà la petizione alla commissione straordinaria. Nel documento i cittadini chiedono di ripristinare la scultura di Gianfranco Rizzi

Genitori di fuorisede per motivi di lavoro o di studio, costretti a viaggi della speranza per andarli a trovare, e figli che rientrano appena possono: è il principale identikit dei foggiani che hanno firmato la petizione targata La Società Civile per recuperare la scultura Ali Sospese e, contestualmente, chiedere la riattivazione dei voli dal Gino Lisa.

Sono 1300 le firme allegate al documento che domani il comitato di cittadinanza attiva inoltrerà alla commissione straordinaria del Comune di Foggia. Le ha raccolte in tre giorni: da venerdì 12 a domenica 14 novembre ha piazzato un bel chioschetto in legno in piazza Giordano e ha avviato una campagna di ascolto, prima ancora che una raccolta firme. Lo ha fatto alla vigilia del seminario promosso dal comitato Vola Gino Lisa 'La Capitanata si unisce', anche per spingere la partecipazione e incoraggiare lo spirito di comunità. 

"È andata benissimo", conferma la presidente Lucia Aprile che, per deformazione professionale, si è cimentata anche in una piccola statistica: sono stati lì 16 ore, a ritmo di una firma ogni minuto e mezzo. Per gestire l'affluenza ci sono voluti almeno sei iscritti al comitato a presidiare il gazebo, e se non fosse stato per la pioggia di sabato i numeri delle sottoscrizioni sarebbero anche più alti.

"La maggior parte delle persone che hanno firmato erano genitori che vanno a trovare i figli fuori per l'università o per motivi di lavoro, in periodi che esulano dalla finestra del turismo estivo, o i figli stessi che rientrano. Sono stati davvero tantissimi, e questo ha sorpreso anche me - confessa Lucia Aprile - poi, ovviamente, c'era anche chi ha firmato per motivi non necessariamente personali ma perché crede che sia un'infrastruttura importante, ma tantissime erano famiglie che hanno l'esigenza di spostarsi e che col treno allungano di parecchio i tempi oltre a spendere somme considerevoli".

La scultura era il pretesto, per quanto ci tengano davvero. "Crediamo che sia uno dei simboli non solo dell'aeroporto, ma proprio della nostra comunità: andrebbe recuperato e restituito ai cittadini. Non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto e chiederemo alla commissaria con una pec, allegando i pdf delle firme che non sono autenticate ma hanno almeno un valore simbolico, il ripristino di questa scultura e di ricollocarla in un posto di pregio, non necessariamente all'interno dell'aeroporto, anche all'esterno dove la competenza è comunale".

In una paginetta, la Società Civile ha condensato Il Volo e i voli. "Vogliamo che l'aeroporto torni a funzionare a pieno regime, innanzitutto con la sede regionale della protezione civile", istanza che il comitato inoltra, in questo caso, a Regione Puglia e Aeroporti di Puglia. 

I foggiani hanno dimostrato di avere voglia di partecipare al dibattito sull'aeroporto di Foggia. Molti continuano a domandarsi perché non sia ancora operativo nonostante i lavori siano finiti. Qualcuno ha allungato la lista delle infrastrutture da attenzionare, aggiungendo la ferrovia. Gli anziani, che di promesse ne hanno sentite tante, pare siano stati i più disfattisti.

"Mi aspettavo che si sarebbe aperto un bel confronto di comunità che era quello che ci interessava più delle firme: scendere in strada e parlare con i nostri concittadini, che poi è anche una delle finalità, da statuto, del nostro comitato - afferma Lucia Aprile - È stata una bella esperienza, sicuramente da replicare".

Il testo della petizione

"Ali Sospese, il diritto di riavere i simboli della nostra identità" è il titolo della petizione che arriverà, per prima cosa, nella casella di posta certificata del Comune di Foggia. "La Società Civile - si legge nel testo - si fa promotrice di chiedere, con l’aiuto della cittadinanza, che tutte le istituzioni preposte si facciano carico di: riportare alla sua posizione naturale, o a posizione altrettanto prestigiosa, la scultura 'Il Volo' dello scultore Gianfranco Rizzi, che per anni ha caratterizzato l’ingresso dell’Aeroporto Gino Lisa; ripristinare i voli civili dall’Aeroporto Gino Lisa perché è assurdo che un’infrastruttura perfettamente funzionante non debba essere utilizzata per lo sviluppo economico del territorio; convincere la Regione e AdP che l’aeroporto di Foggia non è in contrapposizione a quello di Bari, perché AdP si è impegnata a sviluppare la rete aeroportuale pugliese dando ad ogni aeroporto della rete le stesse possibilità di sviluppo; riportare a Foggia la sede regionale della Protezione Civile, condizione per cui il ministero delle Infrastrutture ha inserito l’aeroporto di Foggia nel Sieg (Servizi di Interesse Economico Generale); ricordare alla Regione Puglia che non avrebbe avuto senso spendere14 milioni di euro dei contribuenti per allungare la pista a 2000 metri se l’aeroporto deve rimanere inattivo; ricordare ad AdP che ha avuto nel 2002-2020 1.200 milioni di fondi Ue, che sono stati erogati su base pro-capite del territorio, quindi a Foggia (16% della Puglia) spettavano 200 milioni. La maggior parte di questi soldi sono stati utilizzati per gli aeroporti di Bari e Brindisi. A Foggia e Taranto sono andati pochi spiccioli. Ricordare e ricordarsi che il Gargano fra turismo vacanzieri e turismo religioso ha il doppio delle presenze rispetto alle altre province della Puglia. E questo senza aeroporto. L’aeroporto potrebbe soprattutto attivare il turismo destagionalizzato".

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