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A Francesco Ginese, in via Frascolla il centro diurno per minori in memoria del 26enne che si dedicava agli ultimi

Tributo della città al giovane scomparso prematuramente in tragiche circostanze più di un anno fa, a soli 26 anni. La struttura porterà il suo nome affinché "possa ispirare nei giovani atti concreti di solidarietà e integrazione"

Il Centro diurno per minori di via Frascolla, al civico 16, a Foggia sarà presto intitolato alla memoria di Francesco Ginese. Lo ha deliberato con voto unanime la giunta comunale nella riunione del 13 ottobre.

A più di un anno dalla prematura scomparsa del giovane foggiano, vittima di un tragico incidente a giugno del 2019 a Roma, a soli 26 anni, l'amministrazione comunale sceglie di rendere un tributo alla sua memoria intitolando a suo nome, non a caso, la struttura comunale un tempo sede della seconda circoscrizione, perché "possa ispirare nei giovani atti concreti di solidarietà e integrazione" e invogliarli a "mettersi volontariamente a disposizione della collettività come ha fatto il giovane Francesco nella sua breve vita", queste sono le motivazioni contenute nella delibera.

Francesco si è contraddistinto per aver vissuto lo spirito della solidarietà e del volontariato con grande enfasi: "Impegno nel volontariato, disponibilità e apertura verso gli altri sono stati i tratti distintivi del ragazzo che, anche a Roma, si è prodigato generosamente per aiutare minori disagiati, clochard, senza tetto, migranti ed in generale chiunque fosse in stato di bisogno, sempre attento alle esigenze del prossimo, al servizio degli altri".

Nato e cresciuto a Foggia, figlio di una famiglia nota nella comunità foggiana e nelle associazioni di volontariato operanti sul territorio per l’impegno presso la parrocchia Gesù e Maria e le altre parrocchie e associazioni cattoliche, Francesco Ginese, giovane brillante ed ambizioso, fiero ed in prima linea in molteplici battaglie di solidarietà e umanità cristiana, aveva conseguito da ultimo la laurea magistrale alla Luiss di Roma. La sua morte ha scosso l'intera comunità. Nelle ore successive alla tragedia era partita una gara di solidarietà: in tanti si erano recati a donare il proprio sangue nella speranza di poterlo strappare alla morte.  

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