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Foggia war diaries, dalla stanza di Seattle ai primi aerei su Auschwitz. Di Cosmo: "Ho scoperto storie incredibili"

Di Cosmo è originario di San Giovanni Rotondo. Laureato in Ingegneria elettronica a Torino, titolo conseguito anche presso l'università di Lione. I diari di guerra di Foggia coltivano l'obiettivo di raccogliere ogni tipo di testimonianza utile a ricostruire un pezzo di storia così importante della città.

"La storia dimenticata di Foggia, una città del Sud Italia che divenne uno dei principali teatri di guerra del secondo conflitto mondiale". È la descrizione che accompagna la pagina Instagram 'Foggia war diaries', un progetto nato da un'idea di Matteo Di Cosmo. Il titolo dice tutto. I diari di guerra di Foggia coltivano l'obiettivo di raccogliere ogni tipo di testimonianza utile a ricostruire un pezzo di storia così importante della città.

Di Cosmo è originario di San Giovanni Rotondo. Laureato in Ingegneria elettronica a Torino, titolo conseguito anche presso l'università di Lione, è uno dei figli della Capitanata andati fuori per motivi di lavoro e di studio e poi tornati a casa. Dopo una esperienza decennale al Cern di Ginevra, adesso lavora per un'azienda barese.

Parallelamente al suo lavoro, il giovane ingegnere garganico ha dato vita al 'Diario di guerra' - realizzato attraverso il recupero di un ampio materiale fotografico ottenuto grazie alla collaborazione di alcune università americane, canadesi, astraliane e inglesi - che evidenzia plasticamente il ruolo svolto dalla Capitanata negli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Un ruolo tutt'altro che marginale, a giudicare dai ripetuti raid aerei effettuati a Foggia dagli Alleati nell'estate del '43, che costarono la vita a migliaia di persone (una recente ricerca della Biblioteca 'La Magna Capitanata' ha identificato età e provenienza di oltre 2mila civili). Il capoluogo dauno era rilevante snodo ferroviario, oltre che base strategica utilizzata dalle truppe naziste per attaccare gli alleati nel Mediterraneo.

Ma il progetto riporta in vita anche ciò che accadde dopo l'uscita di scena dei tedeschi e l'ingresso a Foggia degli inglesi, comandati dal generale Montgomery, in seguito al quale gli Alleati individuarono l'area del Tavoliere come ideale per l'installazione dei campi volo (Airfields). I primi tredici costituirono il 'Foggia Airfield Complex', nei quali si insediarono anche canadesi e sudafricani. Di lì a poco sarebbe nata la Faab (Foggia Army Air Base). Gli alleati stanziati nell'area del Tavoliere si integrarono presto, collaborarono alla ricostruzione, aiutando la popolazione locale attraverso la distribuzione di viveri e la pianificazione di progetti scolastici per i bambini rimasti in strada. Foggia war diaries ricorda anche figure importanti, come Louis Libutti, sergente italoamericano (i genitori erano originari di Avigliano, nel Potentino) che avviò delle attività scolastiche insieme a Padre Mario Canova durante le quali i bambini foggiani iniziarono a imparare l'inglese.

Il progetto di Di Cosmo è nato per puro caso, durante una trasferta a Seattle: "Visitando il museo dell'aviazione notai la presenza di una stanza dedicata a Foggia. Iniziai delle ricerche che, per motivi di lavoro, accantonai per un po'. Era il 2016. Poi, durante la prima fase della pandemia, molte risorse presenti negli archivi americani, inglesi, ma anche canadesi, sudafricani e australiani, sono state digitalizzate dalle università locali e lì 'I diari' hanno preso forma". I post di Di Cosmo, accompagnati da dettagliate didascalie, hanno acceso immediatamente la curiosità dei foggiani: "Nella ricostruzione dei luoghi spesso mi vengono in aiuto gli stessi follower, che riescono a individuare a quali zone del Foggiano corrispondono i luoghi immortalati nelle foto".

Il contributo dei follower consente a Di Cosmo di visitare i luoghi presenti nel ricco archivio fotografico: "Ogni weekend torno a San Giovanni Rotondo, con i miei amici organizziamo delle vere e proprie escursioni nelle zone in cui erano stanziati i campi volo. Ci sono ancora molte testimonianze lasciate dai soldati, come alcune stelle della Us Airforce rinvenute in alcune campagne del Foggiano", spiega.

Sulla pagina Instagram si trova di tutto, dalle foto della città vista da 24mila piedi, alle immagini di civili in festa dopo la fuga dei nazisti.



 

Nella carrellata compare anche il video di un rodeo di muli e cavalli - risalente al 1945 - accompagnato da musica dal vivo, andato in scena nello stadio comunale (un anno prima che venisse intitolato a Pino Zaccheria, ndr).

Non manca, naturalmente, un resoconto dettagliato della città semidistrutta dopo i bombardamenti. 

Tante le storie che si celano dietro a ogni immagine: "Una ragazza che ora vive a Londra, ha individuato la casa dei suoi genitori in una foto del campo volo di Tortorella, situato a 9 chilometri a est di Foggia, dove operava il 99esimo Gruppo Bombardieri. A Pasqua farò visita ai suoi genitori", racconta a FoggiaToday Di Cosmo.

C'è anche un'altra foto significativa, quella di un bambino di 12-13 anni, vestito da 'Bat boy' (il portamazze nel baseball) insieme a quattro uomini del 740° squadrone di bombardieri: "È la mia foto preferita. Si tratta di Mario Capocefalo, un ragazzino di Cerignola. La sua è una storia straordinaria: si nascose in un camion di americani e si ritrovò poco dopo nel campo volo di San Giovanni, a pochi chilometri dal comune ofantino. Divenne la mascotte, imparò presto l'inglese e una volta cresciuto si trasferì a Roma dove fece carriera nel settore alberghiero. Uno dei suoi sogni, non ancora realizzato, è che a Cerignola venisse allestito un museo che ospiti il suo archivio ricco di foto e documenti. Purtroppoo è venuto a mancare pochi anni fa" (Ph. Library of Congress)

Mario Capocefalo_ PH. Library of Congress-2

Ma sono tanti gli episodi che certificano il ruolo strategico della Capitanata: "Molti non sanno che dalla base di San Severo decollarono gli aerei che fotografarono per la prima volta i campi di sterminio di Auschwitz", spiega Di Cosmo. Per tacere delle storie di integrazione. A Foggia erano in azione i Red Tails, noti anche come Tuskegee Airmen, ovvero il primo squadrone composto da afroamericani. 

Quella visita a Seattle è stato un autentico vaso di Pandora: "Più passa il tempo, più scopro storie incredibili. Un po' mi amareggia, perché ci sono tante cose che io e molti giovani non conosciamo. Tutto questo, malgrado in passato siano stati realizzati dei progetti di altissima qualità dedicati al secondo conflitto mondiale, ma che non hanno fatto breccia, forse per un approccio poco votato alla modernità. Il Foggia diaries war ha riscosso una eco vastissima, soprattutto tra i ragazzi delle scuole superiori e studenti universitari. C'è una grande voglia di conoscere la storia e il passato a noi più vicino", puntualizza Di Cosmo. 

Ecco perché 'Foggia war diaries' sarà sviluppato ulteriormente nel futuro. È già in cantiere una collaborazione con il Dipartimento di Beni culturali, per l'allestimento di una mostra e la realizzazione di una libreria digitale all'interno del quale creare un archivio di foto: "Sono anche in contatto con l'Università della Florida, ho scoperto che nei loro archivi cartacei ci sono dei documenti legati a tutte le truppe americane stanziate principalmente nel campo volo di Torretta. Ogni settimana mi inviano dei documenti che non erano mai stati digitalizzati prima d'ora". 

E a proposito di archeologia, di grande interesse, sono gli archivi di John Bradford, di stanza a San Severo durante la seconda guerra mondiale nell'Ala di ricognizione fotografica del Mediterraneo. Analizzando alcune foto scattate dai piloti della Raf (la forza aerea e spaziale del Regno Unito) fu il primo a scoprire la ampia presenza di siti archeologici sul territorio dauno: "Si potrebbe parlare di una storia nella storia. Dopo la guerra, Bradford abbandonò la carriera militare e decise di tornare a San Severo insieme alla moglie archeologa, dando inizio alle prime campagne di scavi. È un cerchio che si chiude: un evento drammatico come la guerra, che ha permesso agli archeologi di scoprire l'immenso patrimonio all'interno del nostro territorio".

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