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Foggia può diventare una città a misura di bambini. La voglia di riscatto del comitato di Occhionero: "Noi ci siamo"

Tante le realtà presenti, “e altre stanno aderendo”, spiega Rachele Occhionero, portavoce del comitato cittadini per i bambini di Foggia, la cui recente “battaglia” intrapresa per la riapertura dei parchi giochi comunali ha finalmente trovato una risposta positiva da parte del commissario prefettizio

Foggia non è una città a misura di bambini. E le evidenze sono molteplici, al di là della classifica prodotta da Il Sole 24 ore sulla qualità della vita per bambini, giovani e anziani. Le tre graduatorie, realizzate su scala provinciale, hanno soltanto messo ulteriormente a nudo le problematiche di una provincia e del suo capoluogo, quasi endemiche.

Di fronte a queste imbarazzanti evidenze, le reazioni possibili sono due, la rassegnazione passiva e il tentativo di rialzarsi. Alla seconda categoria appartengono i rappresentanti dell’associazionismo foggiano che nella giornata di giovedì scorso si sono riuniti presso la piscina Veltra di Foggia.

Un tavolo di confronto per provare a trovare soluzioni permanenti alle diverse problematiche che affliggono la città soprattutto per quel che concerne bambini e adolescenti. Tante le realtà presenti, “e altre stanno aderendo”, spiega Rachele Occhionero, portavoce del comitato cittadini per i bambini di Foggia, la cui recente “battaglia” intrapresa per la riapertura dei parchi giochi comunali ha finalmente trovato una risposta positiva da parte del commissario prefettizio: “Dal 23 giugno sono riaperti tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20”.

Ma da fare c’è ancora tanto: “Questo comitato che si è riunito il 24 ha colto la necessità di avviare innanzitutto una rete di confronto sul tema dell’infanzia, per poi decidere quali azioni intraprendere concretamente”.

Il tavolo di confronto ha posto subito l’attenzione sull’emergenza sociale che ha travolto la città. Gli episodi di violenza che vedono protagonisti i ragazzini sono sempre più frequenti.

Gli attori protagonisti dell’incontro hanno evidenziato quattro punti sui quali intervenire: la costruzione di una città a misura di bambini, una cura reale dell’ambiente attraverso la raccolta differenziata, la tutela del verde pubblico e la denuncia di discariche abusive e sversamenti velenosi, la realizzazione di un adeguato piano urbanistico che preveda aree e servizi dedicati all’infanzia, e la riqualificazione dei numerosi spazi comunali attualmente in stato di abbandono, che potrebbero diventare spazi in cui giocare, fare sport, organizzare attività ludiche e dedicate soprattutto a bambini e adolescenti che vivono in realtà problematiche.

Obiettivi che saranno perseguibili dopo la costituzione di un organismo istituzionale, ovvero una Consulta, con la quale firmare un protocollo di intenti con le istituzioni: “Purtroppo le ultime esperienze in tema di infanzia e adolescenza risalgono alla Giunta Ciliberti, con l’ingresso nella Rete delle città educative, grazie alla quale vennero avviate una serie di azioni che coinvolgevano i centri diurni, gli oratori, le scuole. Da 14 anni c’è il vuoto assoluto”, fa presente la Occhionero.

Non è affatto difficile trovare un nesso tra i sempre più crescenti casi di vandalismo e bullismo e il vuoto di servizi dedicati ai più: “Spesso si tratta di ragazzi che non hanno nulla da fare. Abbiamo bisogno di spazi che favoriscano una rieducazione dei giovani, luoghi in cui offrire attività formative e di sviluppo delle relazioni sociali”.

E a proposito di relazioni, l’emergenza Covid non ha sicuramente aiutato: “Da madre e da educatrice penso che il Covid abbia influito notevolmente. La reclusione, la mancanza di socialità, l’impossibilità di stare insieme e di condividere, hanno accresciuto gli episodi di degrado. Il bullismo a volte si attiva anche così. Si va contro l’altro, contro il diverso che sta fuori dal gruppo. La mancanza di socialità non fa che potenziare questo tipo di dinamiche”.

Adesso, però, è giunto il momento di dare una sterzata netta. C’è una fetta importante della città che non intende più restare in ginocchio. Toccato il fondo, serve rialzarsi: “L’incontro è servito ad attuare un primo approccio, a dire “Noi ci siamo”, ad attestare la volontà di esserci per questa causa. I cittadini sono stanchi, hanno voglia di riscatto. Sto avvertendo questa bella partecipazione, la volontà di non stare più fermi ad attendere che qualcuno ci salvi”.

Il primo passo sarà dunque la stesura dello statuto, propedeutico alla istituzione della Consulta: “Avrà la funzione di instaurare un dialogo con gli assessorati di riferimento”, spiega la Occhionero. Ma c’è anche dell’altro: “Ci piacerebbe incontrare i parlamentari di Capitanata per spingerli ad affrontare il tema della legge 285, che prevedeva l’istituzione di un fondo da destinare a interventi per l’infanzia e l’adolescenza, ma che sono stati destinati altrove. Approfondiremo questo aspetto, tutto ciò che ci sarà da fare lo faremo. Questa città deve ripartire dalle nuove generazioni”.

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