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Martedì, 23 Aprile 2024

Borgo Mezzanone, la 'Società Civile' incassa la promessa dei commissari: "Entro dicembre un bando per gli esclusi dalla graduatoria"

Buone notizie per le famiglie tagliate fuori dall'elenco degli aventi diritto a una casa popolare. Il comitato di cittadinanza attiva ha affrontato anche il caso della recinzione di Parco San Felice non ancora rimossa: "Non ne sapevano niente"

Si riaccende la speranza per le famiglie di Borgo Mezzanone escluse dalla graduatoria per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica: entro dicembre potrebbe essere disponibile un nuovo bando. Lo riferisce La Società Civile che ha perorato la causa dei foggiani delle palazzine gialle direttamente a Palazzo di Città.

Il comitato di cittadinanza attiva, nato dal Gruppo creato sui social ‘Foggia non si Lega’ per passare dalla protesta alla proposta, ha ottenuto udienza dalla commissione straordinaria al completo. Una delegazione capeggiata dalla presidente Lucia Aprile ha avuto l’opportunità di parlare con Marilisa Magno, Rachele Grandolfo e Sebastiano Giangrande. C’era anche la dirigente del Servizio Politiche Abitative, Silvana Salvemini.

La struttura commissariale ha dimostrato particolare sensibilità per il caso delle famiglie di Borgo Mezzanone e ha riferito al Comitato che sono al vaglio soluzioni per tutti coloro che non hanno potuto partecipare al bando del 2016. La Società Civile ha provato a passare in rassegna alla svelta altri problemi e ha scoperto che i commissari non erano stati informati in merito all'evoluzione della vicenda della recinzione di Parco San Felice, così come non avevano mai parlato dello stato di avanzamento dell'iter dell'housing sociale.

"Un punto che ci tengo a chiarire in favore di tutta la cittadinanza - ha aggiunto Francesco Strippoli del Comitato La Società Civile a margine del faccia a faccia - è che sia lo scioglimento che il successivo commissariamento sono disciplinati nel Testo unico degli enti locali e, nello specifico, sottolineo che l'art. 145 al comma 5 dice chiaramente che 'ferme restando le forme di partecipazione popolare previste dagli statuti, la commissione straordinaria allo scopo di acquisire ogni utile elemento di conoscenza e valutazione in ordine a rilevanti questioni di interesse generale si avvale, anche mediante forme di consultazione diretta, dell'apporto di rappresentanti delle forze politiche in ambito locale, dell'Anci, dell'Upi, delle organizzazioni di volontariato e di altri organismi locali particolarmente interessati alle questioni da trattare'. Quindi la commissione deve ascoltare la cittadinanza ed interfacciarsi con le associazioni. Non è prevista nessuna chiusura nelle proprie stanze".

L’incontro è durato una mezz’ora, mai abbastanza per esporre tutti gli argomenti, ma ai commissari è stato consegnato un documento che sintetizza tutti i temi cari al Comitato.

La recinzione a Parco San Felice

A distanza di sei mesi dall’ultima ordinanza dirigenziale che prescriveva la rimozione della recinzione realizzata dall’Associazione Sportiva Rovelli a Parco San Felice e il ripristino dei luoghi, la rete metallica è ancora lì. L’Asd ha impugnato la determina ma, come rileva il comitato. “l’eventuale sospensiva richiesta con il ricorso al Tar può riguardare l’annullamento della delibera, ma non l’ordinanza di rimozione di opere abusive”. È stata La Società Civile a sollevare il caso e ad evidenziare le presunte irregolarità a cominciare dalla mancanza dei permessi a costruire. Il Comitato chiede ora di restituire quella porzione di Parco ai cittadini e soprattutto di “affermare l’assoluta necessità di un iter legittimo”.

Gli esclusi di Borgo Mezzanone

Il Comitato ha abbracciato la croce delle sette famiglie di Borgo Mezzanone escluse dall’ultima graduatoria per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. In possesso di un titolo di assegnazione provvisoria durata vent’anni, sono state tagliate fuori dal bando del 2016 perché l’autodichiarazione “riporta erroneamente il domicilio come residenza”. E il Comitato spiega anche come sono andate le cose: “Per evitare compilazioni erronee all’epoca delle dichiarazioni rese, si rivolsero a un Caf cittadino, da qui l’errore comune a tutti i sottoscrittori”. Non avrebbero tratto alcun beneficio da una dichiarazione sbagliata che non avrebbe comportato, a sua volta, alcun danno alla Pubblica Amministrazione e questo dimostra, secondo il Comitato, “inequivocabilmente la totale assenza di malafede” e, conseguentemente, il loro diritto a beneficiare di una sanatoria che non c’è stata.

Da qui la richiesta di consentire alle famiglie di accedere alla graduatoria, annullando in autotutela l’atto che le estromette. Nel documento si sollecita, inoltre, il Comune ad accelerare l’iter per liberare gli alloggi occupati abusivamente.

L’istituzione di uno sportello al cittadino

Il Comitato ha provato “innumerevoli volte” a contattare il numero dell’Urp pubblicato sul sito del Comune di Foggia, senza esito. E ha riscontrato come la mancanza di uno sportello al cittadino spesso renda complicate e finanche impossibili le operazioni più semplici come la compilazione di un modulo o la segnalazione di un disservizio, a discapito soprattutto dei contesti più disagiati.

Il Comitato, al riguardo, non sottace un diffuso malcostume che può rivelarsi ‘pericoloso’: così si favorisce la mentalità per cui “si ottiene ascolto solo tramite canali informali e clientelari”, e per di più si trasforma “un diritto in una cortesia da ricambiare”.

La rotazione dei dirigenti nel Comune sciolto per mafia

Statistiche alla mano, il Comitato rimarca come “quasi il 70% dei Comuni sciolti per mafia abbiano visto un avvicendamento delle figure dirigenziali” e nel Comune di Foggia alcuni dirigenti “ricoprono suddetti incarichi da decenni”.

Anche alla luce degli elementi contenuti nella relazione della Commissione di accesso che ha portato allo scioglimento, sono dell’idea che “una classe dirigenziale rinnovata possa dare una nuova percezione della PA” e sollecitano ancora una volta la rotazione dei dirigenti in carica.

Una sede per il Comitato

“La necessità di un riferimento fisico per noi e per i cittadini interessati è divenuto oramai impellente e questa è una spesa che non potremmo sostenere da soli”, ammette La Società Civile che, “in linea con i regolamenti Tuel”, chiede ai commissari straordinari di “valutare sedi opportune” da proporre al Comitato per il suo progetto di rete civica. Per questo, dovranno aspettare un bando.

A luglio, ha lanciato in quattro zone della città la proposta di costituire comitati di quartiere. “L’obiettivo - spiegano dal Comitato - è aumentare il senso di comunità e creare aggregazione civica ma soprattutto interesse per la cosa pubblica”.

Da un anno a questa parte, hanno sostenuto autonomamente i costi necessari per le diverse attività. “In questo momento di individualismo e disinteresse generale - hanno detto ai commissari - è fondamentale avere un punto di riferimento comune per accogliere tutte le parti civiche e smuovere le coscienze di quanti più cittadini possibili”.

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